IL CAMBIAMENTO POSSIBILE – il nuovo libro di Letizia Ciancio
Letizia Ciancio, che fa parte dell’Asspociazione Corrente Rosa e di Pari e Dispare, così parla del suo ultimo lavoro pubblicato dalle edizioni Intrecci.
La vita è cambiamento, non vi è dubbio. Vivere implica infatti la necessità di adattarsi ad un ambiente in continua evoluzione, apprendendo quei comportamenti che si riveleranno di volta in volta più funzionali, e apprendere significa esattamente modificare un comportamento in maniera relativamente stabile. Potremmo dunque definire il vivere come “arte del cambiare”, dove la volontà non si esprime tanto nel cambiamento in sé, che comunque avviene, quanto nella direzione (creativa e unica) che desideriamo imprimere al cambiamento.
Il cambiamento è del resto un tema centrale nel dibattito politico e imprenditoriale contemporaneo, dato che la postmodernità impone a tutti una revisione in ottica “sistemica” dei problemi, sia a livello personale che generale, e nello stesso tempo richiama tutti ad una maggior responsabilità e autenticità nella propria azione di vita.
Occorre dunque promuovere il cambiamento, dando ad ognuno gli strumenti per forgiare il proprio personalissimo percorso in quella direzione. Non vi è un cambiamento ideale valido per tutti, ma vi sono tante possibili strade da percorrere, che diventano in sé stesse realizzazione di un racconto di vita pienamente vissuta.
Questo lavoro non si propone quindi come un (ennesimo) compendio d’istruzioni per l’uso o come manuale di “Change management” o peggio come asettico defilare di teorie. Nasce viceversa con l’intento di far comprendere fino in fondo le molteplici implicazioni del cambiamento e quanto questo faccia parte integrante della vita fino ad identificarsi con essa. Il lettore o la lettrice potrà così cogliere, non solo la complessità del cambiamento necessario ma anche e soprattutto le molteplici opportunità che questo offre, sia in termini individuali che in termini di comunità. Con l’auspicio che ognuno riesca a progredire da una logica passiva di “change”, in cui il cambiamento viene affrontato e subìto come un male necessario, ad una logica creativa di “changing” in cui il cambiamento è vissuto come grandiosa opportunità di trasformazione di sé e del contesto circostante. Dando così inevitabilmente spazio anche ad un significato ben più ampio e profondo della propria missione esistenziale.