MINE ANTIUOMO – approvata la legge per contrastare i finanziamenti a chi le produce
Una mina costa 7 euro, sminarla 5000 – E le persone continuano a morire. Nel 2015 si calcola siano rimaste ferite o uccise da mine antiuomo 18 persone al giorno per un totale di 6500 vittime. Le vittime sono prevalentemente bambine, bambini, anziani, donne che camminano in campi minati alla ricerca di cibo, di acqua…. Vengono chiamati “effetti collaterali”
Stop alle mine antiuomo
La legge – approvata definitivamente il 3 ottobre 2017 – contiene misure per contrastare il finanziamento delle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo.
Esso si inserisce nell’ambito di una serie di convenzioni internazionali, in particolare: la Convenzione di Ottawa, firmata da 127 Paesi nel dicembre 1997 e ratificata dall’Italia con la legge del n.106 del 1999 e la Convenzione di Oslo sulle munizioni a grappolo, o cluster munition (CCM), adottata a Dublino il 30 maggio 2008, e ratificata dall’Italia con la legge n.95 del 2011. L’Italia partecipa attivamente all’applicazione di tali Convenzioni e, tra l’altro, ha istituito il Fondo per lo Sminamento Umanitario in modo realizzare programmi integrati relativi allo sminamento.
Per quanto riguarda il contenuto della proposta, l’articolo 1 vieta:
· totalmente il finanziamento di società, in qualsiasi forma giuridica costituite, aventi sede in Italia o all’estero, che – direttamente o tramite controllate o collegate svolgono attività di costruzione, impiego, stoccaggio, distribuzione, trasferimento o trasporto di mine anti-persona, munizioni e submunizioni cluster, di qualunque natura o composizione, o di parti di esse;
· la ricerca tecnologica, la fabbricazione, la vendita e la cessione, a qualsiasi titolo, l’esportazione, l’importazione e detenzione di munizioni e submunizioni cluster, di qualunque natura o composizione, o di parti di esse;
· la partecipazione a bandi o programmi di finanziamento pubblico da parte di queste società.
Tali divieti valgono anche per tutti gli intermediari abilitati.
L’articolo 2 reca le definizioni rilevanti ai fini dell’applicazione della disciplina recata dal provvedimento.
L’articolo 3 individua i compiti delle Autorità di vigilanza (la Banca d’Italia, l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS), la Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip) e gli eventuali altri soggetti cui sia attribuita in forza della normativa vigente la vigilanza sull’operato degli intermediari) prevedendo che emanino, di concerto tra loro, apposite istruzioni per l’esercizio di controlli rafforzati sull’operato degli intermediari abilitati, al fine di contrastare il finanziamento di ogni attività in ogni modo collegata alle mine antipersona, delle munizioni e submunizioni cluster e di loro singoli componenti.
Il comma 2 incide sui compiti dell’Unità di informazione finanziaria per l’Italia (UIF), istituita presso la Banca d’Italia specificando che i controlli dei flussi finanziari svolti da tali organismo sono estesi alle imprese e alle società che – direttamente o tramite controllate o collegate svolgono attività in tali ambiti.
L’articolo 4 definisce i compiti per gli intermediari, i quali devono, entro novanta giorni dalla pubblicazione dell’elenco delle società operanti nei suddetti settori, escludere dai prodotti offerti ogni componente che costituisca supporto finanziario alle società incluse nell’elenco medesimo.
L’articolo 5 disciplina le verifiche dei divieti posti dalle norme in esame, prevedendo che la Banca d’Italia possa richiedere dati, notizie, atti e documenti agli intermediari abilitati e, se necessario, effettuare verifiche presso la sede degli stessi.
L’articolo 6 disciplina le sanzioni in caso di inosservanza del divieto di finanziamento delle società operanti nel settore delle mine e delle munizioni:
a) la sanzione amministrativa pecuniaria da 150.000 a 1.500.000 euro, nei confronti delle persone giuridiche;
b) la sanzione amministrativa pecuniaria va da 50.000 a 250.000 euro nei confronti delle persone fisiche che svolgono funzioni di amministrazione e di direzione degli intermediari abilitati.
Sono previste inoltre sanzioni di tipo interdittivo, quali la perdita temporanea, per una durata non inferiore a due mesi e non superiore a tre anni, dei requisiti di onorabilità per i rappresentanti legali dei soggetti abilitati, delle società di gestione del mercato, nonché per i revisori e i promotori finanziari e, per i rappresentanti legali di società quotate, l’incapacità temporanea ad assumere incarichi di amministrazione, direzione e controllo nell’ambito di società quotate e di società appartenenti al medesimo gruppo di società quotate.
Questa la mia dichiarazione di voto
Questo provvedimento, che si propone di impedire il sostegno finanziario a imprese che producono mine antiuomo. Purtroppo sono ancora molti, troppi gli istituti bancari, anche italiani, che finanziano la produzione all’estero di mine antiuomo e di bombe cluster, per un giro di affari che negli ultimi cinque anni ha portato ad investimenti che sfiorano i trenta miliardi di dollari.
L’Italia, che fino agli anni ’90 vantava il triste primato di essere tra i principali produttori mondiali prosegue in un percorso virtuoso, avviato nel 1997 con l’approvazione della legge che stabilisce il divieto di uso di ogni tipo di mina antipersona e ne vieta la ricerca tecnologica, la fabbricazione, la vendita, la cessione, l’esportazione e l’importazione.
In seguito il nostro Paese ha svolto un ruolo da protagonista nell’opera di bonifica dei residuati bellici e ha istituito, con la legge n. 58 del 2001, il Fondo per lo sminamento umanitario per realizzare programmi integrati relativi allo sminamento.
Eppure, nonostante le iniziative internazionali sottoscritte dall’80% dei Paesi del mondo, le mine continuano a uccidere, mutilare, rendere cieche, sorde, storpie migliaia di persone che vivono in Paesi in guerra e anche nei Paesi dove la guerra non c’è più perché le mine restano fino a che non si fa azione di sminamento
E’ incredibile quanto “poco” costi produrre una mina (7 euro) se confrontato con il costo dell’azione di sminamento (5000 euro). E le persone continuano a morire. Nel 2015 si calcola siano rimaste ferite o uccise da mine antiuomo 18 persone al giorno per un totale di 6500 vittime.
Si parla di mine anti-uomo ma le vittime sono prevalentemente bambine, bambini, anziani, donne che camminano in campi minati alla ricerca di cibo, di acqua…. Vengono chiamati “effetti collaterali”, come ci ricorda la Campagna Nazionale Contro le Mine ONLUS. Non possiamo tollerare nessuna complicità nei confronti di chi promuove questa strage e voteremo convintamente a favore del provvedimento.