MODENA – Io, urlando, mi rivolsi a lei. “Mamma, cosa devo fare?”
Il libro Gabriella Degli Esposti, mia madre. Storia di una famiglia nella tragedia della guerra di Savina Reverberi Catellani (Edizioni Artestampa 2016) viene presentato Sabato 29 aprile 2017 ore 17,00 al Palazzo Municipale nella Sala di Rappresentanza a Modena. Sarà presente l’autrice Savina Reverberi Catellani, Gian Carlo Muzzarelli, Sindaco Comune di Modena, Vittorina Maestroni, Presidente Centro documentazione donna, Dialogano con l’autrice: Caterina Liotti del Centro documentazione donna e Chiara Lusuardi dell’ Istituto Storico.
Sono previste letture a cura dell’attrice Irene Guadagnini
Io, urlando, mi rivolsi a lei.
Le chiesi: “Mamma, cosa devo fare?”
“Nulla!” rispose lei, “Non ti preoccupare.
Penso a tutto io”
E con un sorriso dolce mi mandò un bacio mentre i suoi aguzzini me la portavano via per sempre. 17 dicembre 1944, San Cesario sul Panaro, Modena. Sul greto del fiume Panaro si conclude con un colpo alla nuca la giovane vita di Gabriella Degli Esposti e di altri nove compagni, catturati e barbaramente torturati per cinque giorni dalle SS dell’ufficiale Schiffmann. Eroina e simbolo della Resistenza al nazifascismo, Degli Esposti è una delle poche donne ad aver ricevuto, alla memoria, una Medaglia d’oro al Valore Militare. Gabriella, antifascista della prima ora, femminista, partigiana, militante per la Resistenza, è però anche, e forse prima di ogni altra cosa, figura struggente di moglie e madre. Ed è proprio dalle parole e dai ricordi ancora vividi e intensi della figlia Savina, a cui la madre fu strappata quando era ancora una bambina, che Gabriella degli Esposti torna a vivere e a mostrarsi a noi nella sua grande ricchezza di essere umano, figura statuaria di martire e al contempo tenera e amorevole madre.
Savina Reverberi è nata il 19 giugno 1932 in un piccolocaseificio chiamato il Chiusone tra San Cesario e Piumazzodi Castelfranco Emilia di Modena da due genitori entrambiimpegnati nella lotta contro la dittatura fascista, nelladivulgazione della stampa clandestina e nell’aiuto aiprigionieri politici. Fin dagli anni trenta la famiglia è stata perquesto nel mirino del regime con intimidazioni e violenze.Trasferitasi nel 1935 a Riolo presso il caseificio del Mulino lafamiglia ha dovuto andarsene.nel 1938 a causa dellevessazioni fasciste. Durante la guerra Savina haaccompagnato nella attività antifascista la madre Gabriella Degli Esposti coordinatricedel movimento partigiano, staffetta, cassiera, infermiera. L’ultima tappa di Savinaassieme alla famiglia è stata quella nel caseificio del Pizzèin in via Larga diCastelfranco Emilia dove è nata la sorellina Lalla e dove è successa la grande tragediache ha sconvolto la sua vita. Al termine del conflitto si è iscritta al liceo scientificoTassoni a Modena. Dopo due anni ha dovuto cessare gli studi in conseguenza delle persecuzioni antipartigiane al padre Bruno Reverberi e si è occupata della sorellina Lalla. Attivista del partito comunista italiano, nel 1951 ha incontrato l’uomo della sua vitaed il 3 ottobre 1953 si è sposata con Nerio Catellani ed è arrivata a Gaggio di Pianodove si è dedicata alla famiglia collaborando all’attività artigianale del marito. Ha vissuto per 63 anni vicino al suo compagno che ha perso il 1 febbraio 2016 e vive tuttora a Gaggio nella sua casa