“Montessori prima di Montessori”, la tesi di laurea in medicina di Maria Montessori nell’ultimo libro di Valeria Paola Babini
Il 19 luglio del 1896 Maria Montessori si laurea in medicina con una tesi in clinica psichiatrica. Una tesi che oggi definiremmo sperimentale e che sicuramente fu per l’epoca una scelta singolare: era una materia che si poteva approfondire solo negli ospedali psichiatrici e nelle cliniche annesse, non esattamente il posto più accogliente per una giovane laureanda.
La tesi di laurea di Maria Montessori è adesso pubblicata integralmente a cura di Valeria Paola Babini, studiosa di Montessori e del movimento di emancipazione femminile di fine ‘800 e inizio ‘ 900, per i tipi di Fefé editore.
La curatrice evidenzia nell’introduzione come non sia stata una scelta facile, quella della giovane Montessori, dover affrontare più che ostacoli istituzionali e divieti le più intime convinzioni “di non essere fatta”, in quando donna, per un tale impegno. Invece, superando resistenze psicologiche e stereotipi sociali, riuscì a percorrere la strada degli studi con abnegazione e con esiti brillanti.
Un percorso che la porterà anzi a collaborare con il pioniere della psichiatria e fondatore della neuropsichiatria infantile italiana, Sante De Sanctis, nonché con un altro esponente della psichiatria italiana, quel Giuseppe Montesano al cui fianco lavorò in clinica psichiatrica e a cui la legò anche una relazione sentimentale con un figlio.
Tuttavia, è dalla lettera all’amica Clara, citata nella prima parte, che si ricava molto del mondo interiore e della forte volontà intellettuale di Montessori, che soffre nel vedersi celebre per il fatto di fare cose da uomini, mentre intanto è allieva o collabora con i più affermati studiosi di psichiatria.
E’ fin troppo evidente che proprio alle sue osservazioni e agli studi che ebbe modo di compiere per la stesura della tesi e poi negli anni di internato si devono le basi della sua teoria pedagogica. Ma è anche da notare come la Montessori legò strettamente il suo impegno professionale e di studiosa a quel clima fervente di fine ‘800 e inizio secolo che alimentava la spinta alla liberazione delle donne dai vincoli a cui sia la medicina che la legislazione del giovane regno le tenevano legate.
Intanto, la studiosa si lega a uno dei primi movimenti femministi, l’Associazione femminile romana, a cui dà il proprio contributo rilevate al punto di essere delegata al Congresso femminile a Berlino, dove intervenne con due relazioni di cui una a favore della parità salariale tra uomini e donne.
Non a caso al successivo Congresso di Londra si fa sostenitrice di una rete femminile internazionale e sovra-partitica come misura necessaria allo scopo di raggiungere, uomini e donne insieme, il fine superiore della pace universale e del progresso.
Insomma, al di fuori della specificità tecnica della tesi, il libro aiuta a gettare la luce su una figura femminile tra le più significative e influenti della storia italiana. Ma soprattutto, attraverso il riferimento al suo impegno politico e sociale che accompagnò sempre il suo percorso professionale e intellettuale, si comprende come il suo insegnamento pedagogico sia il prodotto dello studio e dell’osservazione scientifica come anche di una tensione intellettuale ed emotiva che tende a scardinare l’ordine dato e i pregiudizi per affermare un superiore principio di progresso sociale e umano.
Non soltanto alla scienza ma anche a una forte tensione politica ed etica si deve insomma la grande eredità di un modello educativo avanzato come quello lasciatoci da Maria Montessori.