Monumentali, storiche, fondamentali, le voci femminili nel corso dei vari decenni nel jazz. Ricordiamone alcune, le più importanti
La storia del Jazz – Le donne del Jazz di Aldo Pedron da dissensiediscordanze.it
Bessie Smith (1894-1937). Nata a Chattanooga, Tennessee il 15 Aprile 1894 è deceduta il 26 Settembre 1937 a Clarksdale, Mississippi. E’ senza ombra di dubbio, la cantante e blues singer più famosa degli anni ’20 e ’30. Ha venduto oltre 30 milioni di dischi ed era soprannominata The Empress of the Blues. Negli anni ’20 la vendita dei suoi dischi evitò la bancarotta della Columbia. Nei suoi dischi Bessie è stata accompagnata da musicisti straordinari come Louis Armstrong, Benny Goodman, Jack Teagarden, Eddie Lang, Fletcher Henderson, Clarence Williams, ecc. ecc. Dotata di una voce fascinosa, rauca, aspra, triste, impareggiabile e di una personalità unica, maestosa, religiosa. Leggendaria cantante blues, Bessie Smith, influenzò tutti i grandi vocalisti jazz che vennero dopo di lei. Definita l’Imperatrice del Blues, era capace di stregare il pubblico. La sua musica riunì in maniera spettacolosa e spettacolare Spiritual, Jazz e Blues.
Ella Fitzgerald (1917-1996). E’ nata a Newport News, Virginia il 25 Aprile 1917 e deceduta a Beverly Hills, California il 15 Giugno 1996. Una delle cantanti più influenti nella storia del jazz in assoluto vincitrice di 13 Grammy Awards. Ha venduto oltre 40 milioni di dischi, inciso una settantina di album ed era dotata diuna voce con una estensione vocale di più di tre ottave. Una brillante carriera durata 60 anni, dal 1934 al 1994. Resta inimitabile per la sua grande capacità di improvvisazione jazzistica oltre ad essere considerata la maggior esponente di tutti i tempi nella tecnica dello scat ( i suoi assoli vocali ed improvvisati potevano durare anche 5 minuti). Chiamata Queen of Jazz o First Lady of Song.
Billie Holiday (1915-1959)- Nata a Baltimore nel Maryland il 7 Aprile 1915, all’anagrafe Eleanore Fagan, in arte Billie Holiday ( deceduta a New York il 17 Luglio del 1959), è considerata tra le più importanti e più grandi cantanti di tutti i tempi nell’ambito del jazz e del blues. Costretta a trasferirsi ancora bambina a New York, la madre in cerca di lavoro l’affida a dei parenti. Per mantenersi, Billie lavora come donna delle pulizie in un bordello della città dove subirà una violenza carnale. Vive facendo la prostituta e finisce in prigione per 4 mesi a Welfare Island per adescamento. Nel 1931 viene scoperta da John Hammond che entusiasta le trova una seduta di registrazione con Benny Goodman. La vita per fortuna, cambia volto e Billie rimane attiva dal 1933 al 1959 lavorando e collaborando con l’orchestra di Duke Ellington nel 1935. Nel 1937 è con l’orchestra di Count Basie e nel 1938 entra nell’orchestra di Artie Shaw. Ha cantato con Lester Young tra i suoi partner preferiti, con Benny Goodman, con Jimmie Lunceford, Fletcher Handerson e inciso con Teddy Wilson e Benny Carter nel 1940. Nota come Lady Day tra le canzoni più famose del suo repertorio: God Bless the child (da lei composta), I Love you Porgy, The Man i Love di George Gershwin e sue composizioni come Billie’s blues e Fine and Mellow. Billie Holiday seduce per la sua sensualità, l’espressività e la spontaneità della sua voce. Riscrive perfino le melodie per adattarle alle sue corde vocali e cambiarle alla sua maniera. Irriverente verso le convenzioni e con una potenza emotiva accresciuta dalle sofferenze della vita
Ma Rainey (1886-1939) nome d’arte di Gertrude Malissa Nix Pridgett. Cantante blues nata a Columbus in Georgia il 26 Aprile 1886 e deceduta a Columbus, sua città natale in Georgia il 22 Dicembre del 1939. Soprannominata The Mother of The Blues, dallo stile austero e maestoso, forte di una esuberanza scenica e per la vistosa crudezza dei suoi costumi e gioielli. Fu una grande attrazione del vaudeville nero e popolarissima presso il pubblico del Sud rurale. Ha inciso pochi dischi, prevalentemente a Chicago e in un periodo soprattutto tra il 1923 e il 1928. Ha influenzato tutta la generazione delle cantanti degli anni ’20 ed in particolar modo Bessie Smith. Nel 1935 si ritira dalle scene e diventa direttrice di 2 teatri di sua proprietà ed è attiva dedicandosi prevalentemente ad attività religiose.
Mahalia Jackson (1911-1972). Regina del Gospel e voce contralto. Nata a New Orleans il 26 Novembre 1991 e deceduta a Chicago, Illinois il 27 Gennaio del 1972. Viene influenzata da Bessie Smith e Ma Rainey e a 16 anni emigra a Chicago lavorando come cameriera ed entrando presto in un quartetto vocale, i Johnson Jubilee. Mahalia è un potente contralto traboccante di inflessioni blues. E’ stata molto apprezzata anche negli ambienti jazz, esibendosi con il tutto esaurito alla Carnegie Hall di New York, cantando in numerosi Festival Jazz e in compagnia di jazzisti. Mahalia ,viene considerata da molti la musica religiosa nero americana in persona, una sintesi tra la chiesa Battista da cui lei recupera il cosiddetto moaning (una sorta di pratica di imbellimento di alcune liturgie religiose) e il frenetico slancio ritmico delle Pentecostal Holiness Church. Alla sua morte vengono celebrati due funerali: a Chicago dove Aretha Franklin intona una straordinaria versione di Precious Lord e a New Orleans dove spetta a Bessie Griffin di interpretare Move On Up a Little Higher di particolare intensità.
Sister Rosetta Tharpe (1915-1973) Celebre negli anni ’30 e ’40. Cantante e chitarrista Gospel nata a Cotton Plant, nell’Arkansas il 20 Marzo 1915 e deceduta a Philadelphia, in Pennsylvania il 9 Ottobre 1973. Una delle voci più dinamiche e creative della Chiesa nera ed una delle prime interpreti di Gospel. Cresciuta tra l’Arkansas e Chicago, Rosetta Nubin (Thorpe poi modificato in Tharpe, il cognome del primo marito),nel 1938 fu assai popolare e sensazionale unendosi alla orchestra di Cab Calloway. Alcuni suoi brani, o motivi da lei interpretati hanno lasciato il segno come This train, l’arguta That’s All o Rock me di Thomas Dorsey. Rosetta ha fatto anche parte delle orchestre di Andy Kirk e nel 1941 con la band di Lucky Millinder ad Harlem, New York. Si dice abbia influenzato con il suo elastico fraseggio chitarristico e rockeggiante, un giovane chitarrista di allora, tale Chuck Berry ( l’inventore del rock and roll).
Anita O’ Day (1919-2006). All’anagrafe Anita Belle Colton O’ Day. Cantante Jazz statunitense, nata a Chicago il 18 Ottobre del 1919 e deceduta a Los Angeles il 23 Novembre 2006, di origini irlandesi. Celebre per il suo senso del ritmo e la dinamica della sua voce. Dopo aver cantato nelle orchestre di Gene Krupa e di Stan Kenton si è poi dedicata ad una brillante carriera da solista. Ha cantato in concerti dal vivo con Louis Armstrong, Oscar Peterson, Dinah Washington, George Shearing, Carl Tjader e Thelonious Monk. Il suo posto nella storia del Jazz è arrivato quando fu messa sotto contratto dalla prestigiosa Verve records di Norman Granz e con cui avrebbe registrato dal 1953 al 1962, ben 17 album che la resero particolarmente famosa. Il primo disco del 1953 intitolato Anita O’ Day Sing Jazz è stato poi ripubblicato con il titolo di The Lady is a tramp.
Peggy Lee (1920-2002). Nome d’arte di Norma Deloris Egstrom. Attrice, cantante jazz, cantautrice in auge dagli anni ’40 ai ’60. Nata a Jamestown nel Nord Dakota il 26 Maggio 1920 e deceduta a Bel Air in California il 21 Gennaio 2002. Tra i suoi cavalli di battaglia, le interpretazioni di The girl from Ipanema, la cover di Fever del 1958, A doddlin’ song e una sua personale versione di White Christmas. Nel 1969 è stata premiata con un Grammy come Best Contemporary Vocal Performance per il brano That all there is ?. Nominata per 12 Grammy Awards, nel 1995 le stato assegnato un Grammy Lifetime Achiement Award. Frank Sinatra nel 1994 ha detto di lei : il suo meraviglioso talento dovrebbe essere studiato da ogni vocalista, la sua regale presenza, è eleganza e charme allo stato puro.
Carmen Mc Crae (1920-1994). Il suo nome completo è Carmen Mercedes McRae. E’ considerata una delle più influenti cantanti jazz del XX secolo. Cantante, autrice, compositrice, attrice e pianista statunitense. Nata ad Harlem, New York l’8 Aprile del 1920 e deceduta nella sua casa di Beverly Hills in California all’età di 74 anni il 10 Novembre del 1994. Due mariti: il batterista Kenny Clarke sposato nel 1946 ( per 10 anni), il bassista Ike Isaacs alla fine degli anni ’50 e due divorzi. Suo padre Osmond era originario della Costarica,sua madre Evadne Mc Crae, un’immigrata dalla Jamaica. Influenzata da Billie Holiday, ha collaborato con Dizzie Gillespie, cantato nei jazz clubs per oltre 50 anni ed ha avuto una costante presenza come cantante al Monterey Jazz Festival negli anni: 1961,1963,1966,1971,1973,1982. Nel 1980 si è esibita con la Duke Ellington Orchestra cantando Don’t get around much aymore al North Sea Jazz Festival e nel 1989 al Montreux Jazz Festival. Conosciuta come The Singer’s Singer, ha lasciato New York alla fine anni ’60 per trasferirsi avivere nella California del Sud.
Sarah Vaughan (1924-1990) Soprannominata Sassy o la Divina o Sailor. Lei è Sarah Lois Sassy Vaughnan detta The Divine. Cantante statunitense di Be- Bop. Nata a Newark nel New Jersey il 27 Marzo del 1924 ed è morta a Los Angeles in California il 3 Aprile del 1990. Ha debuttato al Teatro Apollo di Harlem, New York. Ha fatto parte della orchestra di Earl Hines nel 1943 come cantante e seconda pianista. Una band stellare quella di Earl Hines con Sarah Vaughan, Billy Eckstine, Charlie Parker e Dizzy Gillespie. Suona nella foermazione di Billy Heckstine. Il 18 Settembre 1947 il trombettista George Treadwell diventa il primo dei suoi quattro mariti. George Treadwell le fa anche da manager anche dopo il divorzio. Dalla fine degli anni ’40 diventa una star. Dotata di una estensione vocale eccezionale che le permette di poter avere con la voce dei salti di registro di rara ampiezza e slanci da baritono o soprano lirico. Una cantante piena di charme ed una delle vocalist più complete e straordinarie del jazz moderno. Ha collaborato, accompagnato o inciso con Charlie Parker, Dizzy Gillespie, Miles Davis nel 1950, Herbie Mann nel 1954, Teddy Wilson, Paul Quinichette, Cannonball Adderley, Joe Pass, Clifford Brown e molti altri. Ha sicuramente influenzato decine di cantanti come Helen Merrill, Dee Bridgwater e Betty Carter. Dotata di una voce di ampia estensione e di uno stile esemplare, unico e personale.
Dinah Washington (1924-1963) Nome d’arte di Ruth Lee Jones. Cantante di Blues, Jazz e Gospel. Nata a Tuscaloosa in Alabama il 29 Agosto del 1924 e deceduta a Detroit, Michigan il 14 Dicembre 1963. Una delle artiste e cantanti più versatili ed influenti della generazione post-bellica. Nota come The Queen of the Blues o semplicemente Miss D. Nata in Alabama e cresciuta nel South Side di Chicago, nel 1942 suona con Fats Waller poi fa fatto parte della Big Band di Lionel Hampton dal 1943 al 1946. Dal 1946 al 1961 ha realizzato delle formidabili registrazioni per la Mercury records. Nel 1962 incide per la Roulette e diventa ben presto una grande vedette dell’Apollo Theatre nonché idolo del pubblico di colore. Le sue canzoni sono spesso nelle alte sfere della classifica di vendita, soprattutto dal 1949 al 1952. E’ spesso spalleggiata da un suo trio e collabora con Quincy Jones, Clark Terry, Paul Quinichette, Lockjaw Davis, Brook Benton, Joe Zawinul e molti altri. Dal 1959 in avanti si orienta verso una carriera con un tipo di musica leggera di alto livello. Dinah Washington ha lasciato il segno ed influenzato soprattutto interpreti di rhythm and blues degli anni ’60 come Dionne Warwick, Diana Ross, Nancy Wilson e Esther Phillips.
Betty Carter (1929-1998).Nome d’arte di Lillie Mae Jones. Famosa per la sua tecnica di improvvisazione e il suo peculiare stile vocale. Nasce a Flint nel Michigan il 16 Maggio del 1929 ed è deceduta il 26 Settembre del 1998. E’ cresciuta Detroit, dove il padre era il direttore di un coro in una chiesa. Dopo aver studiato al Conservatorio di Detroit a 16 anni ha cantato con Charlie Parker e poi con Dizzy Gillespie e Miles Davis. Ha collaborato con Lionel Hampton alla fine degli anni ’40 e registrato con King Pleasure. Bravissima ed abilissima nel canto scat, ha inciso il suo primoalbum solista Out There with Betty Carter nel 1958. Nel 1961 ha effettuato dei duetti con Ray Charles che l’hanno resa famosa ed inciso un album Ray Charles and Betty Carter pubblicato dalla Abc nell’Agosto del 1961 mentre nel 1963 è stata in tournée in Giappone con Sonny Rollins. Nel 1964 canta a Londra e al Festival d’Antibes in Francia nel 1968. E’ una delle ultime cantanti di bebop. Nel 1980 è stata oggetto di un film documentario di Michelle Parkerson intitolato: But then, She’s Betty Carter. Nel 1994 si è esibita alla Casa Bianca e ha preso parte alla celebrazione del 50° Anniversario della Verve records alla Carnegie Hall di New York. Nel 1997 le è stato assegnato un riconoscimento National Medal of Arts, dal Presidente americano Bill Clinton.
Nina Simone (1933-2003). Nome d’arte di Eunice Kathleen Waymon. Cantante, cantautrice, pianista, scrittrice, attivista per i diritti civili statunitensi. Nata a Tryon nel Nord Carolina il 21 Febbraio 1933. Una dei figli di Marie Katie e John Devine Waymon, di origine mista pellerossa e afroamericana e, per linea materna, in parte anche irlandese. Sesta di otto fratelli, prende giovanissima lezioni di piano, pagate dalla comunità locale di colore che creano anche una fondazione per consentirle di proseguire gli studi musicali a New York. Cambia il suo nome in Nina Simone in onore di Simone Signoret di cui era ammiratrice ( ndr. Simone Signoret è il nome d’arte di Simone Henriette Kaminker,nata in Germania ma a tutti gli effetti attrice francese nonché moglie di Yves Montand dal 1951 al 1985). Esegue I Loves you,Porgy, cover di un brano di George Gershwin (da Porgy and Bess) che vince il Grammy Hall of Fame Award nel 2000. Incide vari albums per la Philips con canzoni incisive come Old Jim Crow e Mississippi Goddam che diventano subito degli inni per i diritti civili. E’ amica ed alleata di Malcolm X e di Martin Luther King. Nel 1969 la sua versione di To Love Somebody dei Bee Gees raggiunge la quinta posizione in classifica nel Regno Unito. Nel Settembre del 1970 lascia gli Stati Uniti accusando sia l’FBI che la CIA di scarso interesse nel risolvere il problema del razzismo. Viene boicottata ed i suoi dischi negli Stati Uniti si trovano di rado. Artista unica nel suo genere, di grande talento e raro eclettismo. Dotata di un timbro vocale particolarissimo,mascolino. E’ ricordata per alcune sue interpretazioni leggendarie di: Summertime (1959),Dont’ let me Be Misunderstood (1964), I put a spell on you (1965), Ne me quitte pas (1965), Four women (1966), My baby just Cares for me, quest’ultima incisa da Nina Simone nel 1958 ma nella Top 10 inglese nel 1987 dopo che fu usata per la pubblicità di un noto profumo e che rilanciò la stessa cantante. Negli anni successivi gira il mondo vivendo alle Barbados, in Liberia, in Egitto, in Turchia, nei Paesi Bassi, in Francia, in Inghilterra e in Svizzera. Muore nella sua casa dove viveva dal 1993 a Carry-Le Rouet -Bouches du Rhone, vicino a Aix-En-Provence nel Sud della Francia il 21 Aprile 2003. Al suo funerale erano presenti le cantanti Miriam Makeba e Patti LaBelle e la poetessa Sonia Sanchez.
Miriam Makeba (1932-2008).Nata a Johannesburg in Sudafrica il 4 Marzo del 1932. Nota anche come Mama Afrika, cantante sudafricana di jazz e World Music. Nota per il suo impegno politico contro il regime dell’Apartheid e per essere stata delegata per la Guinea alle Nazioni Unite. Amica e collega di Harry Belafonte cantò con lui alla festa di compleanno di John Kennedy del 1962. Nel 1963 portò la sua testimonianza al comitato contro l’apartheid delle Nazioni Unite. Il governo sudafricano rispose bandendo tutti i dischi di Miriam Makeba e per la sua costante attività politica la condannò all’esilio nel 1969 impedendole di rientrare nel paese. Ha vissuto 15 anni in Guinea, poi a Londra, New York e negli Stati Uniti. La sua popolarità internazionale si deve soprattutto al grande successo della canzone Pata Pata, pubblicata nel 1957 ma che arrivò nei primi posti delle classifiche americane di vendita dieci anni dopo, quando il disco fu pubblicato negli Stati Uniti. Nel 1985 si trasferì a vivere a Bruxelles subito dopo la morte della sua unica figlia Bongi. Svolse come già detto il ruolo di delegata della Guinea presso le Nazioni Unite vincendo il Premio Dag Hammarskjold per la Pace nel 1986. Nel 1987 collaborò al tour dell’album Graceland di Paul Simon. In seguito pubblicherà la sua bellissima autobiografia, Makeba: My Story. Nel 1990 Nelson Mandela la convince a ritornare in Sudafrica. Nel 1992 recita nel film Sarafina! Il profumo della Libertà, ispirato alle sommosse di Soweto del 1976 nel ruolo della madre della protagonista. Nel 1999 è stata nominata Ambasciatrice di Buona Volontà dell’ Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO). E’ stata sposata con Sonny Pilay nel 1959, con Hugh Masekela dal 1966 al 1968, quest’ultimo, un noto musicista ,cantante e trombettista sudafricano. Virtuoso della tromba, del flicorno e della cornetta, annoverato tra i musicisti che hanno maggiormente contribuito all’evoluzione della musica Jazz nel XX secolo. Terzo marito sarà Stokely Carmichael (1968-1978) un attivista per i diritti civili. Nonostante fosse gravemente malata (per l’aggravarsi di una forte artrite reumatoide) si dedicò ad un tour mondiale di addio alle scene iniziato nel 2005 e cantando in tutti i paesi che aveva visitato nella sua brillante carriera. E’ morta in Italia, nella notte tra il 9 e il 10 Novembre 2008 per un attacco cardiaco nella clinica Pineta Grande di Castel Volturno, in provincia di Caserta, dove qualche ora prima si era esibita alla Baia Verde di Castel Volturno, nonostante i dolori, in un concerto organizzato contro la camorra che pochi mesi prima aveva ucciso sei immigrati africani e in un concerto dedicato allo scrittore Roberto Saviano e quest’ultimo, insieme ad altri, ha denunciato un grave ritardo nel soccorso. Nelson Mandela, Nobel per la Pace per la sua lotta contro l’apartheid disse di lei allora: giusto così, giusto che gli ultimi momenti di vita di Miriam siano passati sul palcoscenico. Le sue melodie hanno dato voce al dolore dell’esilio che provò per 31 lunghi anni e allo stesso tempo, la sua musica effondeva un profondo senso di speranza. Miriam Makeba, è stata una fiera esponente di musica jazz, world-music, Afro-soul, musica etnica e pop-rock.