WomeNews dal 2001 il sito de "il paese delle donne"

Il fascino indiscusso di Frida Kahlo

Frida Kahlo through the lens of  Nickolas Muray” è il titolo della mostra dedicata alla pittrice messicana, in corso nel romano Museo storico della Fanteria in Piazza Santa Croce in Gerusalemme.

50 fotografie datate dal 1937 al 1946 in bianco e nero e a colori.

Dall’indagine, sempre affascinante, della scoperta e riscoperta delle donne artiste, il nome di Frida Kahlo non può che suscitare forti emozioni. Frida Kahlo regala, oggi come ieri, intensità e passione.

Quando era viva già destava curiosità e interesse. Sarà l’intensità magnetica dello sguardo –  ah quelle sopracciglia disegnate a forma di rondine! – la bellezza e fierezza inusuale della donna, la poeticità del costume, un’arte sorprendente, la brutalità degli interventi chirurgici, la fiammante fede politica, le turbolente vicende amorose (dal noto marito il pittore Diego Rivera a Trotzky) la “leggenda” del surrealismo (ma lei surrealista non si sentiva: “io dipingo solo la mia realtà”, amava ripetere). Tutto, insomma, concorre a fare di lei una protagonista. E lei stessa aveva l’attitudine ad esserlo e a volerlo essere. Altrimenti perché tanti autoritratti? Altrimenti perché divenire lei stessa un’opera d’arte?

Prima di morire partecipò, in barella, portata da un’autoambulanza, all’inaugurazione di una  sua mostra.

Ascoltiamo Frida. Io l’ho immaginata così:

Diego, dove sei? Da Cristina?

Cristina ha la pelle trasparente come il cristallo e gli occhi dorati di verde come quelli di una gatta e il suo ventre è fecondo come quello di una dea…

Io non posso amare Diego per quello che non è!

Marx! Engels! Lenin! Mao! Trotzky! Zapata! E Diego!

Ehi, Niña… bonita… pettinami ti prego… Mi piace, lo sai, essere pettinata…

Anche se mi farai un po’ di male mi piacerà.  Dammi la tua mano. Non aver paura.

Ho bisogno di raccontarti una storia. Una storia che forse tu già conosci. Ma a me fa bene raccontarla. Più la racconto, più mi sento capace di dipingere qualcosa di bello.

Hai un po’ di tempo per me?

Fine estate… dolcezza nell’aria.

L’autobus è nuovo. La vernice fresca…

Lei ha i capelli lunghi, sciolti e in mano ha un aquilone.

Sta con un ragazzo di nome Alejandro. Prima loro avevano preso un altro autobus, ma dato che lei aveva perso un piccolo parasole erano scesi a cercarlo… fu così che salirono su quello…

L’autista è giovane e l’autobus affollato. Tutti prendono l’autobus. Per la città l’autobus è una novità. I tram, invece, viaggiano semivuoti. Nello specchietto retrovisore c’è appeso un rosario, c’è la Vergine di Guadalupe e ci sono degli spicchi d’aglio.

L’autobus corre e noi ci sediamo in fondo. Siamo quasi vicini al mercato di San Juan quando un tram si avvicina, si avvicina, si avvicina come se non avesse freni. Si lancia sull’autobus. Lo colpisce nel mezzo. Comincia a trascinarlo. L’autobus si inarca… si inarca sempre di più… esplode in migliaia di pezzi. Il tram, invece, continua la sua corsa passando sopra a molte persone.

Alejandro viene scaraventato fuori. Lei, invece, è ancora lì.

Il corrimano del tram si spezza e la trapassa da parte a parte. Nello stesso modo con cui la spada trafigge il toro, il ferro entra nella sua vagina.

Con l’urto i vestiti si sono allentati e rotti. Lei è nuda. Con la mano cerca tra i rottami l’aquilone… lo ha appena comprato… Non piango.

Un passeggero dell’autobus, un imbianchino, ha con sé un pacco di polvere d’oro. Il pacco si rompe e l’oro si sparge sul corpo pieno di sangue di lei. La gente allora grida: “La bailarina“ La bailarina”!

Un uomo la prende su e dice: “Ha qualcosa nella schiena. Dobbiamo toglierlo”. La trascinano nel bar, lì vicino.

La mettono sul tavolo del biliardo, verde come un grande prato.

L’uomo le sale sopra per tenerla ferma, poi le tira fuori il pezzo di ferro.

Fu così che io persi per sempre la schiena e la verginità.

E adesso basta, vieni più vicina, niña bonita, ho voglia di fare l’amore… di fare un bagno… di fare di nuovo l’amore…

Ehi Niña, sai?… hanno deciso di tagliarmi la zampa. Sta andando in cancrena. Domani la staccheranno e poi la seppelliranno lì, nel giardino. Sì, proprio lì, dove stai seduta tu. Spunteranno fiori sopra e frutti…

Per me le ali sono più che abbastanza. Non credi?

“Viva la vida niña bonita! Viva!”

Film Porno Gratuiti