Nè puttane né madonne…. siamo donne
“Allora il Signore maledì al serpente: lo condannò a strisciare sul suo ventre e a mangiare terra e aggiunse: porrò inimicizia fra te e la Donna, fra la stirpe tua e la stirpe di lei; Essa ti schiaccerà il capo. Poi disse ad Eva: Tu diverrai madre nel dolore e sarai soggetta all’uomo.“In un mercatino di libri usati ho trovato una copia del catechismo di Pio X intitolato “La dottrina Cristiana –testo ufficiale per tutte le Diocesi della Regine Toscana”, ed. Libreria Editrice Fiorentina, anno 1935.
Si tratta del catechismo caduto in disuso dopo il Vaticano II e che nel 1992 è stato ufficialmente sostituito da un altro con l’introduzione dell’allora cardinale J.Ratzinger.
Il catechismo di Pio x era stato dato alle stampe nel 1905; nel 1930 era stata disposta una riduzione per i bambini e le bambine. Le generazioni che si sono susseguite fino al Concilio Vaticano II, hanno studiato, a memoria, domande e risposte del catechismo in preparazione alla prima comunione e al sacramento della Cresima.
Nella prima lezione si rispondeva alla domanda: ”Chi ci ha creato? Ci ha creato Dio”.
Ma “Chi è Dio? Dio è l’essere perfettissimo, Creatore e Signore del cielo e della terra.”. E poi: “Dio vede tutto?Dio vede tutto, anche i nostri pensieri.” La lezione due era dedicata alla Trinità di Dio: “Vi è Dio solo? Sì, vi è un Dio solo, ma in tre persone uguali e distinte che sono la Santissima Trinità”.
Il catechismo poneva domande e risposte sugli Angeli, la Divina provvidenza, il peccato di Adamo e di Eva, il peccato originale e “il gastigo della colpa”, ecc.
Il tutto imparato sempre senza poter fare domande o lasciare spazio a qualche dubbio. Una pedagogia perseguita con precisione in ogni parrocchia del Paese da suore, preti e laici catechisti.
Lo psicodramma di Adamo e di Eva nel paradiso terrestre è ben scolpito nei cuori e nelle menti di generazioni di uomini e donne che oggi hanno oltre ottanta anni o si trovano tra i sessanta e i settanta.
“Allora il Signore maledì al serpente: lo condannò a strisciare sul suo ventre e a mangiare terra e aggiunse: porrò inimicizia fra te e la Donna, fra la stirpe tua e la stirpe di lei; Essa ti schiaccerà il capo. Poi disse ad Eva: Tu diverrai madre nel dolore e sarai soggetta all’uomo.“
Quel “sarai soggetta all’uomo” chissà come risuonava nelle menti dei bambini e delle bambine? Probabilmente non appariva strano poiché a casa loro le donne: mamme, nonne, figlie, nipoti, di fatto erano umilmente e silenziosamente sottomesse agli uomini padri, mariti, nonni, zii e anche fratelli. L’autorevolezza della Chiesa sanciva in modo inequivocabile il principio, ed evitava ribellioni improprie.
Ai giorni nostri fa sorridere la risposta alla domanda “Che cosa proibisce il nono comandamento: Non desiderare la donna d’altri?”
“Il nono comandamento: Non desiderare la donna d’altri, ci proibisce i pensieri e i desideri impuri”.
La donna d’altri? E gli uomini d’altri? E no, si dava per scontato che fossero gli uomini e soltanto loro, a commettere adulterio, perché “naturalmente” cacciatori di animali-animali e di animali-donne. “pensieri impuri” e di che cosa si tratta? I catechisti restavano sempre nel vago, mentre alle bambine dicevano di essere pudiche, sempre, nell’abbigliamento e nei gesti: “Il sii composta” stava sulla bocche delle madri e delle suore fin dall’infanzia.
Nelle ultime pagine è trattato il tema della Crocifissione e morte di Gesù: “I Giudei presero Gesù, gli posero sulle spalle la croce e lo condussero al luogo chiamato Golgota….”.
Come non ricordare che nella liturgia i celebranti recitavano “I perfidi Giudei, ecc.”?
Il 13 ottobre arriverà a Roma la statua della madonna di Fatima, una delle celebri madonne da quella di Lourdes, all’ultima di Medjugorje.
A questo proposito il teologo Vito Mancuso ha pubblicato un interessante articolo su La Repubblica (2sett.013) dove ricorda che la proliferazione mariologica cattolica non è certamente frutto della Rivelazione, bensì del connubio tra potere pontificio e devozione popolare.
E precisa: “Il fatto è che quanto più crescono il desiderio di onestà intellettuale, la fedeltà al dettato evangelico, la volontà di reale promozione della donna all’interno della Chiesa, tanto più decresce l’afflato mariologico con la sua tendenza baroccheggiante.”
Nella tradizione protestante la figura di Maria sta nei limiti indicati dai Vangeli e le donne possono assumere ruoli sacerdotali e di preminenza. Mancuso ci ricorda che nella Chiesa Cattolica i più devoti a Maria “sono anche i più contrari al diaconato e al sacerdozio femminile”, come è stato con Giovanni Paolo II.
Il culto delle Madonne nell’area mediterranea da una parte si spiega come sincretismo inevitabile: il cristianesimo si è trovato a dover mediare con i culti della Grande Madre.
Ma dall’altra, forse si spiega con la misoginia di un clero cui è imposto il celibato. Il femminismo degli anni settanta aveva coniato uno slogan che conteneva la spiegazione più chiara del fenomeno della mariologia cattolica: “Né puttane, né madonne, siamo donne”.
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