Va in scena lunedì 20, martedì 21 e mercoledì 22 novembre alle ore 20,30, presso Officine San Carlo – Stradone Vigliena n. 23/A, Napoli – “La Dirindina”, rielaborazione dell’opera di Domenico Scarlatti con la regia di Sara Sole Notarbartolo, anche autrice degli innesti testuali e curatrice del disegno luci. Gli inserti musicali sono di Ivano Caiazza, che ha curato anche la revisione della partitura e del libretto.

“Voglio amar chi piace a me. Inghiottite in buona parte/ questa pillola un po’ amara / altroamor che di scolara / nel mio cor per voi non è”. Questi versi pronunciati da Dirindina, la protagonista della storia, ne incarnano lo spirito, segno e modalità. Se il Teatro è cosa viva, se ha il potere strutturale di farsi al contempo specchio e memoria della società, per la regista riprendere questa deliziosa farsetta significa individuarne ciò che la fece vietare in extremis dalla censura dell’epoca e riportarlo a vibrare e risuonare anche oggi.

Di primo acchito la denuncia dei cattivi costumi dell’ambiente musicale e del falso perbenismo dei suoi protagonisti, pare ormai qualcosa di leggero e poco “rumoroso”, ma c’è una cosa che era all’avanguardia allora e lo è ancora: l’equilibrio di potere fra i generi è tutto a favore della giovane protagonista anche dal punto di vista dello sviluppo dell’azione drammaturgica.

Dirinidina è una giovane donna gioiosa, coraggiosa e che si rifiuta, con allegria, di essere sessualizzata dalla figura paternalistica del maestro Carissimo. Lo prende in giro, lo mette a giusta distanza e al contempo gli predilige l’amico cantante castrato Liscione, che diventa suo complice d’avventura e la incoraggia a un ruolo attivo nella società e a sfidare i propri limiti (nel caso di Dirindina limiti canori e anche economici) per realizzarsi artisticamente e partire, anche ben pagata, per Milano a conquistare il successo con furbizia e mestiere.

Le domande che pone Dirindina interpellano l’oggi. Chi immagina che una situazione del genere sarebbe facile e normalizzata ai giorni nostri? I ruoli di potere sono adesso equilibrati e paritari? Provare a prendere la narrazione e immergerla nell’habitus cui i due generi sono, in modo non dissimile ancora oggi, immersi dalla nascita è la sfida che questa rappresentazione attualissima si pone.

Dirindina 2023 conserva sé stessa e al contempo mostra una ricerca curiosa, attenta e viva nel cuore narrativo originale grazie anche e soprattutto ad un cast giovane e vitalissimo che si è sfidato senza esitazione in una direzione non convenzionale dell’approccio al personaggio. Come digerire la schietta e sana libertà del femminino nell’equilibrio sociale? Forse allora come ora, è bene provarci sempre con allegria, ricerca della bellezza e gusto del gioco. Una rappresentazione che parla di noi davvero da non perdere.

 Il disegno scenico è di Marica Rotondo e la realizzazione opera di Anna Nasone, con cui hanno collaborato i suoi studenti dell’Officina di Scenografia. Giusi Giustino firma i costumi, prodotti dai partecipanti alla sua Officina di Sartoria Teatrale Circolare.

Costanza Cutaia interpreterà Dirindina, cantante giovane e ambiziosa ma mediocre. Allieva dell’ingenuo e pedante Don Carissimo, interpretato da Giuseppe Pio Moscatiello. Simone Patrone dà voce a Liscione, un castrato abile e spregiudicato. Paula Do Souto Giudici sarà invece nelle vesti di Assuntina, vispa cameriera.  Cristina Donadio e Gabriella Piccino, interpreteranno invece la Dirindona, la madre della ragazza, circondata dai suoi amanti: Lucio Celaia, Angelo Raffaele Dragone, Davide Manganella e Brando Mattia Silvestro.

Lo spettacolo fa parte nella rassegna “Arte al Forte 4.0”, proposta della Fondazione Teatro di San Carlo per il progetto culturale “Affabulazione”, promosso dal Comune di Napoli e finanziato dal Fondo Nazionale per lo Spettacolo della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura.

La partecipazione è gratuita e su prenotazione inoltrando mail di conferma al seguente indirizzo: officine@teatrosancarlo.it , indicando la data prescelta tra quelle indicate.