NAPOLI. Al laboratorio “Farsi campo” all’ex Asilo Filangieri: letture da “Corpo celeste” di Anna Maria Ortese
Presso “Asilo Filangieri” – comunità aperta di lavoratori e lavoratrici dello spettacolo, dell’arte e della cultura in autogoverno – terzo appuntamento, il 30 aprile, alle ore 18.30, del Laboratorio “Farsi campo”, letture di Imperdonabili. Il terzo incontro del laboratorio è dedicato a Anna Maria Ortese con lettura di pagine di “Corpo Celeste”.
L’incontro si svolgerà presso la Biblioteca dell’Ex Asilo Filangieri – III piano, vico Giuseppe Maffei 4, Napoli.
Per seguire online Gruppo di lettura l’Asilo Link alla videochiamata: https://meet.google.com/bqf-vztv-eve
Scheda di Paola Nitido e Nadia Nappo
I libri dell’Ortese, tra cui “Angelici dolori”, “Il mare non bagna Napoli”, “Il porto di Toledo”, “L’Iguana”, “Il cardillo addolorato”, “Poveri e semplici” sono considerati tra i più belli della letteratura italiana. Un’emozione è sempre l’origine dei suoi romanzi per comunicare quel che sta dietro al muro. Scrive per andare oltre la realtà per farne un’altra.
Il celeste, il mondo, la vita e non vita, l’isolamento, la visionarietà è nell’opera dell’imperdonabile Anna Maria Ortese con un linguaggio non codificato, con parole essenziali, andando al di là, generando il fantastico con una scrittura ossessiva e leggiadra. Scrive: ”Quando entro in una narrazione, non ne so nulla, e generalmente entro dalla porta sbagliata, e perciò faccio tante scale e corridoi e cortili”. Entra in un modo avventuroso come in un eterno labirinto, una specie di sfida alla fretta e alla disattenzione, creando un ritmo, ora veloce, ora lentissimo in una crescita di tensione, come il trascorrere inarrestabile, come cortei di nuvole di cui non sono che un frammento.
“Vera gioia è vestita di dolore”, scrive la giovane favolosa che racconta i corpi celesti e le acque che li abitano: “questa vita è mare. Ora siamo in cima alle onde, ora siamo in basso. Ma risaliremo”. L’imperdonabile risalita è nell’ossimoro dell’esistenza così fantastica e così cruda.
Alla giovane studentessa, Marta M. Pezzoli, alle cui lettere Ortese all’età di ventisette anni, risponde: “Tu, ciò che devi fare di buono…: una te stessa attenta, libera, gentile”. Secondo Laura Boella l’attenzione è una delle cifre dell’imperdonabile, insieme all’amicizia, tematica di cui abbiamo parlato durante i primi due incontri con Cristina Campo.
Se il campo di Cristina è battaglia, un farsi continuo, quello di Anna Maria è giardino di incontri e metamorfosi, figure “estranee al contesto”.