NAPOLI – Arte come impegno civile – 21 Festival Internazionale di Film sull’Arte Contemporanea.
Il Festival Internazionale di Film sull’Arte Comtemporanea, alla sua 21ma edizione, ideato e organizzato con amore e tenacia da Laura Trisorio e dal suo staff quasi tutto al femminile, si è inaugurato il 5 ottobre nella splendida cornice del Teatro San Carlo di Napoli.
Emozione ed entusiasmo oltre che espressi erano tangibili e sono stati esternati platealmente e gioiosamente con un inaspettato selfie da Farzana Wahidy e Massoud Hossaini ( la fotografa ed il fotografo afgani protagonisti del film Frame by Frame) e da Mo Scarpelli, la regista.
Dopo i saluti della soprintendente Rosanna Purchia, Laura Trisorio ha espresso la sua soddisfazione per il successo crescente della manifestazione che vede un partecipazione ed un interesse sempre maggiori. Anche quest’anno i film sull’Arte sono stati visti dai detenuti del carcere , non solo di Secondigliano ma anche in quello giovanile di Nisida perché irrompa con la sua forza a donare linfa ed energia a chi emarginato ed isolato forzatamente possa confrontarsi con realtà diverse e sconosciute e ricevere forse indicazioni nuove e sogni e desideri da perseguire inaspettati e rigeneranti.
I film sono stati proiettati all’Augusteo dal 6 al 9, gratuitamente. Il tema più ricorrente è stato l’arte come impegno sociale, l’arte che denuncia, l’arte che indica nuove strade e inventa realtà visionarie che rivoluzionano lo stesso mondo dell’arte trasformando anche la realtà.
Il film Frame by Frame di Alexandria Bombach e Mo Scarpelli, prodotto nel 2015, ha per soggetto l’Afganistan visto attraverso lo sguardo di tre fotografi e una fotografa;il loro sguardo è quello che non può negarsi di fronte all’orrore di vedere la propria terra così tormentata da guerre e violenza, soprattutto durante il governo talebano dove era vietato fotografare a rischio della vita ma loro non hanno arretrato. E’ come un patto con la propria coscienza : se io vedo e posso far vedere al mondo intero ciò che altrimenti nessuno conoscerebbe nonostante la paura,l’emozione,l’orrore che mi vorrebbe impedire di restare e ‘documentare’ , io ho il dovere di farlo. Non a caso ricorre più volte l’espressione: noi siamo tutt’uno e se una parte soffre anche l’altra parte deve venirne a conoscenza. Un film crudo con punte di tenerezza e grande emozione come il rapporto della fotografa con le donne auto immolanti ( e scopri che a volte sono gli altri a farlo per liberarsene)e il rapporto esclusivo e mai perso con chi è stato con te testimone dell’orrore mentre tu eri lì a fotografarlo…
L’altro film d’apertura del festival Audioghost68 di Giuseppe Lanno e Giancarlo Neri sintetizza la suggestiva performance di luci, suoni e mille attori del musicista Robert del Naja e dell’artista Giancarlo Neri nel Grande Cretto di Gibellina in occasione del centenario della nascita di Alberto Burri. Risentire voci e rumori del tragico terremoto che distrusse Gibellina provoca un senso di angoscia mitigato dalle ‘mille’ luci sparse nel Cretto come lucciole o stelle ,sembra quasi un cerimoniale magico e misterioso. Un degno omaggio ad un artista come Burri che con la sua opera non intese ‘coprire’ la tragedia di un popolo e di una terra ma la rese memorabile.
Sono stati messi in programma film in cui il grido di denuncia di condizioni di estrema violenza si fa Arte come Thinking of You di Fitim Shala e Anna Di Lellio sull’emozionante storia dell’installazione di Alketa Xhafa Mripa dedicata alle donne vittime di stupro durante la guerra del 1998-99 in Kosovo. Installazione realizzata nel 2015 nello stadio di Pristina con i cinquemila vestiti stesi al vento raccolti dall’artista viaggiando in tutto il paese. Il film o meglio l’evento artistico documenta la mobilitazione dell’intero paese su un problema mai prima posto pubblicamente , una breccia, nel tabù dello stupro di guerra, aperta nelle coscienze con la forza dell’arte.
La protezione dell’ambiente, in questo caso marino, è il soggetto del film Garden in the Sea del 2011 per la regia di Thomas Riedelsheimer .Racconta della realizzazione dell’opera della scultrice spagnola Cristina Iglesias per l’isola di Espiritu Santo in Messico.La sua creazione è un labirinto di stanze sommerse che favoriscono la vita marina .Le pareti sono realizzate con un particolare cemento adatto all’acqua marina. Un’opera dalla gestazione di 4 anni, documentata nel film, dove convivono e si fondono arte, scienza e impegno civile in difesa dell’ambiente.
Cosa può l’opera artistica nel rivoluzionare lo spazio lo abbiamo visto nel film Kimsooja-To Breathe,Centre Pompidou-Metz di Gilles Coudert, in cui la coreana Kimsooja utilizza le vetrate del Centro Pompidou e il pavimento stravolgendo ogni percezione di orizzontalità e verticalità. La proiezione poi dello spettro dei colori e il suono del suo respiro trasformano lo spazio in un paesaggio sensuale e onirico che i visitatori possono attraversare.
Nel film La Terra di Nessuno di Sergio Fermariello possiamo ammirare le monumentali installazioni dell’artista-regista ,realizzate sulle spiagge di Castel Volturno ,Ischitella e Cuma con la collaborazione di otto ragazzi immigrati del Ghana e Costa d’Avorio. Le installazioni, visibili dall’alto, infatti il film è girato con un drone, rappresentano un mitico Antenato, padre di tutti i popoli nomadi.
Tanti altri sono stati i film in programma, ma chiudiamo con le parole , tratte dal catalogo dell’evento, di Mariella Pandolfi, ordinario di Antropologia all’università di Montréal: “ …Artecinema ha fra i molti meriti quello di aver creato un evento, il festival del film d’arte a Napoli ,dove partecipazione e creatività del prodotto trasformano, e in profondità, il dialogo nella città e per la città…”E noi ce l’auguriamo perché come afferma Lina Mangiacapre : “ ..a Napoli l’arte è pane quotidiano, non puoi farne a meno…”