NAPOLI – da ieri – OMOVIES Film Festival –
È arrivato alla sua decima edizione OMOVIES Film Festival, tra i più rinomati festival di cinematografia LGBT in Italia, che si svolge ogni anno a Napoli. Quest’anno, dal 13 al 16 dicembre, i protagonisti saranno soprattutto storie sui diritti umani. I due focus principali, approfonditi attraverso 50 proiezioni da 15 nazionalità diverse e incontri con ospiti internazionali, sono la battaglia per i diritti della comunità LGBT e l’emancipazione della donna, in un paese in cui l’omosessualità è tutt’ora illegale e le donne lottano quotidianamente per affermare la propria indipendenza.
In scena dal 13 al 15 dicembre 2017 OMOVIES, il Festival di Cinema Omosessuale, Transgender e Questioning promosso dall’Associazione di Promozione Sociale i Ken ONLUS associazione LGBT (Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender) ideato da Carlo Cremona e Marco Taglialatela di cui sono soci fondatori. OMOVIES è socio fondatore del CFCC (Coordinamento dei Festival Cinematografici della Campania) ed è Partner di I-LanD Centro di Ricerca Interuniversitario è una convenzione tra studiosi provenienti da diverse università italiane e straniere che condividono interessi comuni di ricerca in ambito linguistico e sociale con un focus specifico sui concetti di diversità e identità (linguistica, culturale e di genere).
OMOVIES Film Festival è lo spazio ideale dove prendere parte attivamente al contrasto delle discriminazioni attraverso un percorso di formazione ed informazione fatto di immagini, suoni, parole ed emozioni; l’Arte del Cinema intesa come elemento di coesione sociale interculturale.
Un progetto che nasce con particolare attenzione alle fasce sociali maggiormente esposte all’auto esclusione sociale.
L’evento si rivolge ai giovani ed alle persone nell’età della maturità, alla terza età e vuole parlare di temi che riguardano l’umanesimo ed i temi del pregiudizio e della persecuzione verso le persone omosessuali e transessuali.
Il grande valore culturale e sociale all’iniziativa sarà dato dalle tante partecipazioni di personalità del mondo del cinema, della tv e del teatro che negli anni hanno partecipato arricchendo numerosi eventi:worksohp, dibattiti, incontri tematici sul cinema, mostre d’arte, e party.
“Vogliamo mostrare l’amore e le sue differenze – ha dichiarato Carlo Cremona, direttore artistico del festival – creare aggregazione sociale (partendo da quella giovanile) un luogo di riflessione, condivisione e sviluppo, che diviene opportunità di contaminazione tra giovani e meno giovani, tra giovani omosessuali, transessuali ed eterosessuali, tra uomini e donne che condividono i valori Costituzionali e della Pace.”
Il festival cinematografico ed il concorso per cortometraggi sono un evento di promozione territoriale per la Campania e per le città in cui si realizza e che rafforza l’immagine della regione come territorio accogliente per le persone e per le famiglie LGBT e che favorisce una “cultura dell’amore” come strategia e antidoto alla subcultura dell’odio razziale e della discriminazione.
OMOVIES si conclude con l’evento Gran Galà, il 16 dicembre e che suggella le molteplici iniziative ed eventi collaterali che accompagneranno il festival e che ne completano il valore di diffusione del valore di comunicazione culturale cinematografica.
Anche quest’anno tutte le opere in concorso sono state utilizzate da circa 60 studenti e studentesse in 2 università che hanno potuto esercitarsi in traduzione verso l’italiano grazie alla guida di 6 docenti, coordinati dal prof. Giuseppe Balirano dell’Università Orientale.
L’Accademy di inTranslation è presieduta, in questa decima edizione dalla prof.ssa Delia Carmela Chiaro Professoressa ordinaria Dipartimento di Interpretazione e Traduzione – Università di Bologna Settore scientifico disciplinare.
Istituzione del premio Vincenzo RUGGIERO – Prima edizione a: Cortometraggio – Lettera a sua Figlia di Giuseppe A. Nuzzo con Leo Gullotta – Lungometraggio – A effetto Domino di Fabio Massa (presente in sala) con Pietro de Silva (presente in sala), Cristina Donadio (videomessaggio) ed altri.
Il tema è quello della morte, della malattia invalidante della cura che trasversalmente colpisce chiunque, anche molte persone LGBT che accudiscono, patiscono l’invalidità dei propri familiari a cui, casomai non hanno mai detto tutta la propria verità. A loro è dedicato a chi soffre con dignità a chi accudisce con sacrificio e amore.