NAPOLI. “Dove brulica l’altrove” di Veronica Bisesti, in mostra fino al 9 settembre 2023
E’ iniziata con la mostra “Dove brulica l’altrove” la collaborazione tra la galleria “alfonsoartiaco” e l’artista Veronica Bisesti. La mostra è stata inaugurata il 29 giugno ed è visitabile presso la galleria, al n. 7 di piazzetta Nilo (Napoli), fino al prossimo 9 settembre.
La mostra nasce dallo studio compiuto dalla giovane artista napoletana sul libro della scrittrice Christine de Pizan, “La città delle dame”, del 1405. In questo testo l’autrice racconta di avere avuto la visione di tre dame: quella della Ragione, della Rettitudine e della Giustizia, che la incoraggiarono a costruire una città che ospitasse donne virtuose.
Partendo ad questa suggestione, la mostra disegna la fascinazione per un luogo altro, una città animata da un’energia primordiale, una pulsione, che, traendo forza dallo spirito delle antenate, diventa il motore di un possibile futuro.
Apre la mostra il wall painting di una grande nebulosa. Tra le volute emerge l’opera Conversazione cosmica, una miniatura che raffigura Christine de Pizan assorta nei suoi studi. Una nebulosa, elemento primordiale delle stelle, inserita nel ritratto rappresenta la metafora della generazione e insieme della connessione universale di tutto.
In stretta relazione con la prima opera va vista poi l’affascinante scultura in ottone di un corallo, in realtà un cannocchiale dotato di più punti di vista che rappresenta un invito ad avere uno sguardo aperto sul mondo.
Nell’opera Pioggia primordiale, una pioggia di stelle fertilizza un luogo immaginifico. Si tratta di un evento epifanico attraverso cui la terra si ricarica di nuove energie, energie per coltivare, mangiare e procreare (i disegni che rappresentano le azioni sono posizionati nella stanza centrale) per immettere nuova forza nel ciclo della vita.
Si impone poi uno spazio pieno di pietre lucenti, base di costruzione della città, che simboleggia anche lo spirito delle donne del passato. L’epicentro della città è invece rappresentato da radici di fuoco, carica viscerale che affonda nel tempo e nello spazio.
Strumento di misurazione, altra opera che segue nel percorso, è realizzata con foglie di aloe in ottone. Le spine recano millimetrici incisioni, che alludono a un nuovo sistema di misurazione, mentre l’aloe, pianta benefica, allude a una nuova società fondata sulla cura.
Siamo il passato oscuro del mondo e Specchio sono le ultime due opere. Se la prima evoca l’ibridazione tra l’essere umano e gli elementi della natura, la seconda, una pietra di ossidiana in cui riflettersi, invita all’esplorazione interiore che ci riconduca all’origine della creazione.
Insomma quella di Veronica Bisesti è un’opera che spicca per il legame con l’essere femminile e con gli elementi tellurici e naturali dell’essere. Questo dà corpo a una mostra originale e densa di significati, suggestioni e rimandi che vale la pena vedere.