Martedì 5 luglio, alle ore 17, nella Sala Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli, ci sarà l’ultimo incontro estivo di quelli che affiancano la mostra “Napoli in scena”: Silvana Campese e Giulia Damiani intervistate da Dino Todoverto, racconteranno, in una dimensione performativa come è nel loro modo di essere, l’esperienza delle Nemesiache, cui è dedicata una sezione della mostra. Questo storico  gruppo femminista partenopeo ha esplorato negli ultimi cinquant’anni le molteplici potenzialità espressive dell’ “Essere Donna” dal teatro al cinema, pittura, scrittura, alla comunicazione visiva e la cui  straordinaria esperienza è entrata a far parte della Biblioteca Nazionale di Napoli.

Lina Mangiacapre

Grazie a Silvana Campese per la ricostruzione che segue


Femminista, pittrice, cineasta, poeta e molto altro, Lina Mangiacapre/Nemesi, fondatrice del gruppo, scompare nel 2002 all’età di 53 anni consegnando un grande portato biografico, politico e artistico. Poi ancora scritture, dai romanzi alle composizioni filosofiche passando per il teatro, il cinema e il giornalismo. Tanta è stata la sua dirompenza che sembrava non appartenere “al mondo degli umani, ma a quello delle fate, degli elfi, degli gnomi, degli spiriti bizzarri e imprevedibili”; così la descrive Dacia Maraini nella prefazione a uno dei suoi libri più importanti: “Pentesilea” (1996).

Dopo la grave perdita della loro Nemesi, il nucleo centrale, il così detto zoccolo duro non è mai venuto meno, sia pure con alterne vicende di allontanamenti e ritorni, continuando in molte attività e produzioni culturali ed artistiche, grazie soprattutto alla sorella di Lina, Teresa/Niobe. Successivamente, nonostante lo scioglimento dell’Associazione avvenuta nel 2018 dopo la sua prematura scomparsa, la storia del gruppo, a quel punto già lunga mezzo secolo, dal 1968 al 2018, come nel libro del 2019 di Silvana Campese/Medea “La Nemesi di Medea”, è continuata con grandi soddisfazioni: mai come negli ultimi dieci anni la produzione culturale ed artistica ed il pensiero di Nemesi, sono arrivanti dove meritano di essere: Biblioteche, Università, Musei ecc. Questo anche grazie al sito che dopo il 2018 divenne www.lenemesiache.it.

Silvana Campese, ultima Presidente dell’Associazione, socia fondatrice a Napoli, insieme a Lina Mangiacapre, sua sorella Teresa ed altre Nemesiache, della ex Cooperativa Le Tre Ghinee, ha donato recentemente  alla Biblioteca Nazionale di Napoli, con l’accordo unanime del gruppo, il proprio archivio/collezione “Tre Ghinee/Nemesiache” ed il sito www.lenemesiche.it di cui era proprietaria ed aveva il dominio.

La mostra “Napoli in scena” alla Biblioteca nazionale di Napoli fu inaugurata il 17 maggio 2022. Intervennero Maria Iannotti, direttrice della Biblioteca Nazionale di Napoli, Andrea Mazzucchi, direttore del dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Federico II, Rosanna Romano, Direttore Generale Politiche culturali della Regione Campania, i curatori della mostra Francesco Cotticelli e Gennaro Alifuoco, il direttore artistico Stefano Gargiulo. Recital di Lalla Esposito su testi e musiche di Raffaele Viviani. Dagli scaffali della Lucchesi Palli, la specialissima sezione della Biblioteca Nazionale , immersa nella continuità del Palazzo Reale e del Teatro San Carlo, le suggestioni otto-novecentesche si aprono a ventaglio su un mondo ancora da esplorare, ricco di appunti inediti, scritti autografi, copioni originali, foto di scena esclusive, locandine. L’esposizione ha i suoi punti di forza in documenti, immagini e testi di Raffaele Viviani, documenti ed immagini provenienti dagli archivi personali recentemente acquisiti dalla Biblioteca, come quelli di Giuseppe Patroni Griffi e Nino Taranto, nonché quelli dell’archivio delle Tre Ghinee/Nemesiache. La mostra resterà aperta fino al 15 settembre 2022. Il progetto è cofinanziato dalla Regione Campania, con fondi del Programma Operativo Complementare della Campania 2014-2020.

Info: http://www.bnnonline.it/index.php?it/22/eventi/827/napoli-in-scena-prologo

Ingresso gratuito. La mostra è visitabile ogni mercoledì (orario10-13) con prenotazione obbligatoria

Info: bn-na.lucchesipalli@beniculturali.it

L’evento dedicato alla produzione e alla pratica teatrale napoletana, ai suoi luoghi e ai suoi protagonisti presenti nella sezione Lucchesi Palli, offre anche, a corollario della mostra, una rassegna di incontri con i protagonisti del teatro napoletano, per svelare appunti inediti, scritti autografi, copioni originali. Martedì 24 maggio ci fu il primo appuntamento: l’attrice Anna Maria Ackermann intervistata da Esther Basile. Anna Maria Ackermann ha debuttato in teatro con Eduardo, lavorando per dieci anni nella sua compagnia come attrice giovane. Lunga la sua attività nel cinema, come doppiatrice e alla radio, nonché in alcuni sceneggiati prodotti dalla RAI. Tra i suoi compagni di lavoro Nino Taranto, Roberto De Simone, Mariano Rigillo, Pietro De Vico, Ugo D’Alessio, Toni Servillo. Seguirono l’incontro con Mariolina Cozzi Scarpetta, studiosa discendente del famoso Vincenzo Scarpetta, Francesco Saponaro e Francesco Cotticelli; l’incontro con Isa Danieli intervistata da Roberto Ormanni.

Con le Nemesiache Napoli e dintorni furono sempre in scena. Al tempo stesso palcoscenici e set cinematografici furono protagonisti e/o coprotagonisti a tutti gli effetti. Si pensi ai film “Sibille”, “Didone non è morta” e “Faust-Fausta”! Campi Flegrei, Antro della Sibilla, scavi archeologici, templi antichi, mare Tirreno, Vesuvio… Per ciò che riguarda in particolare il ‘teatro’, dal 1970 in poi e per molti anni quello nemesiaco, il primo teatro femminista in Italia, nella maggior parte delle volte, significò performance all’aperto, in luoghi di grande interesse archeologico e non solo. Eventi particolarmente coinvolgenti e creativi per i presenti al seguito in loco o muovendosi e procedendo in gruppo sul territorio, a volte verso il mare o lungo la costa. Tutte dimensioni teatrali/performative aventi per ‘palcoscenico’ ma soprattutto per protagonista principale proprio la terra di Partenope e dintorni, come dimostra lo straordinario lavoro realizzato a suo tempo da Giulia Damiani.

Il messaggio che ci ha lasciato Lina Mangiacapre è soprattutto di libertà ed ha continuato a riaffiorare, ciclicamente, con intatta forza. Lo testimoniò alla grande il progetto/evento internazionale – quasi un ponte di iniziative tra il capoluogo campano e Londra, Parigi e Valencia – in programma a Napoli nel maggio del 2015 dal titolo “Nemesis Oltre/ Nemesis Beyond”. Giulia Damiani, all’epoca  giovanissima, ricercatrice e scrittrice «folgorata» sulla via delle Nemesiache, aveva dedicato loro il libro «Napoli in the Unmapped Practice of Le Nemesiache», originale ricerca per il suo master di specializzazione al Royal College of Art di Londra, dove viveva e lavorava.. 

Il senso profondo della straordinaria esperienza di questo collettivo storico, in una città speciale come Napoli – spiegava a suo tempo Giulia – è quello di un’antichità futura: perché mette in relazione passato e presente, incrociando visioni, lingue e generazioni diverse, interpellate ancora oggi da miti tellurici fondanti nella pratica artistica delle Nemesiache.   E non si può raccontare questa storia senza una mappatura adeguata dei luoghi che hanno ispirato tanta creatività, e dove questa storia si è riflessa lasciandovi tracce”. Una sorta di psicogeografia, come ebbe a sottolineate Niobe/Teresa Mangiacapra, o atlante delle emozioni che restituisca al presente le idee di una lotta culturale ancora attuale. Le Nemesiache sentivano (e sentono) Napoli come una dimensione che non è legata al concetto di città, qualcosa che è al di sopra dei suoi confini urbani. E’ una città cosmica, e “noi pure ci sentiamo come Napoli – affermava Nemesi – e abbiamo chiesto e lottato per delle strutture giuste per muoversi, agire nella città. Facciamo delle manifestazioni, delle rassegne, noi ‘siamo’ in questa città! Del resto se non amassimo questa città non resteremmo qui. Tutto il futuro del mondo dipende da Napoli. E’ una specie di segnale, quello che succede a Napoli non si ferma qui, ma è riflesso indicativo di quello che succede nel resto del mondo! [1] Profondo sentimento del territorio partenopeo che Silvana/Medea ha intensamente espresso in uno dei suoi libri: “Parthenope Inferno celeste: I molteplici volti dell’umanità”. “Napoli delle Nemesiache vissuta e tracciata”! Così la giovanissima Giulia tradusse in italiano il titolo del suo libro, cui si accompagnava la bellissima mappa in cui sono riportati tutti i luoghi e gli itinerari ‘nemesiaci’ e viene descritto come il territorio interiore nel gruppo si espanda attraverso la topografia di Napoli (e dintorni …) andando a formare degli spazi dove la creatività femminile trova vie espressive inaspettate. Luoghi fisici e luoghi psichici ed emozionali.  Dove il gruppo ha modificato il paesaggio napoletano. Il vigore, le contraddizioni, la personalità e l’anima profonda di Napoli si annidano nella pratica artistica e politica delle Nemesiache; le caratteristiche della città si fanno carattere del collettivo e viceversa.  Giulia colse profondamente e privilegiò sugli altri – i molti altri – il senso ed il valore di gran parte della produzione e delle espressioni/azioni nemesiache ed invitava al viaggio in un mondo complesso e sfaccettato, dove l’interiorità, la quotidianità, la fisicità diventano un tutt’uno; dove circolano un’energia e una forza che superano il tempo e lo spazio; dove vibra una poetica d’amore al femminile, amore per la terra che ci ha generate, amore per il mare. Il Mare e la Terra, due elementi femminili, distinti ma inseparabili. Entrambi sono fonte di vita, ci nutrono, ci accolgono.

Giulia Damiani, giovane nemesiaca del terzo millennio, è scrittrice, ricercatrice, curatrice e dramaturg di base ad Amsterdam. Insegna e ha insegnato teoria dell’arte, scrittura performativa e curatela presso istituzioni come la Rietveld Academie, l’Università di Amsterdam e la Goldsmiths. Le sue collaborazioni con artiste riuniscono pratiche di fabulazione, paesaggio, evocazioni, invocazioni e speculazioni sul linguaggio in forme scritte e orali. Nel 2021 ha completato un dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Arte della Goldsmiths, University of London (2021, borsa di studio del consiglio di ricerca nazionale britannico), scrivendo sulle Nemesiache di Napoli e realizzando e interpretando nuove performance ispirate all’investimento rituale e performativo del gruppo femminista nel loro paesaggio geomorfico, mitologico e urbano. E’ stata ricercatrice e collaboratrice dell’edizione Ritual and Display dell’organizzazione di performance If I Can’t Dance, I Don’t Want to Be Part of Your Revolution, Amsterdam (2019-21) e in collaborazione con questa organizzazione nel 2020 ha curato la mostra sull’archivio delle Nemesiache intitolata From the Volcano to the Sea: The Feminist Group Le Nemesiache in 1970s-1980s Naples presso Rongwrong, Amsterdam. A Maggio 2022 è uscita un’antologia di testi da lei curata, intitolata Ritual and Display (pubblicata da If I Can’t Dance).

Dino Todoverto, classe 1994, nato a Fidenza (PR), è uno delle/i giovani che hanno svolto tesi di laurea sul teatro e/o il cinema di Lina Mangiacapre e delle Nemesiache.  Infatti è da qualche anno in rapporti molto amichevoli con quelle che vivono a Napoli. Ha frequentato l’Università di Parma, Corso di laurea triennale in Beni artistici e dello Spettacolo, tesi “Artiste del femminismo: le Nemesiache fra teatro e cinema negli anni settanta”, successivamente, per il dottorato, a giorni discuterà  la tesi Attiviste-artiviste: le Nemesiache negli anni Ottanta tra cinema e teatro, performance ed editoria”.[2]


[1] Da Napolicity “Nemesiache – una città a dimensione di donna” – 1981  intervista a Lina Mangiacapre di Alessandra Pacelli.

[2] Il sito delle Nemesiache fu realizzato tra il 2012 e il 2013 grazie ad un grande impegno di Teresa Mangiacapra, Fausta Base e Silvana Campese presso lo Studio A5, agenzia digitale indipendente di Daniele Campese, digital Supervisor e soci. Da allora seguirono altre/i giovani interessate/i alla ricerca sulla storia e sulla produzione filmica e/o teatrale dell’Associazione Le Tre Ghinee/Nemesiache ed in particolare su Lina Mangiacapre. Quasi sempre per tesi di laurea o articoli e relazioni per altri motivi di interesse culturale oppure per l’organizzazione di rassegne cinematografiche, in Italia e all’estero, come anche convegni e mostre ecc. ecc.  Tra le/gli altre/i, Marco Calogero Battaglia – all’epoca laureando presso l’Università di Lugano – con la tesi “Il primo teatro femminista d’Italia – Lina Mangiacapre (1973-1984) che è attualmente fonte di ricerche per altri a cominciare dallo stesso Dino Todoverto ed è consultabile online al link https://thesis.bul.sbu.usi.ch/theses/1785-1819Battaglia/pdf?1604651255; Hilary Altea Emerson – Università Wisconsin – Madison per la tesi: “Metamorfosi performativa del mito e del sé nei film (trans)femministi di Lina Mangiacapre e le Nemesiache”; Giada Cipollone, all’epoca assegnista di ricerca presso IUAV (di Venezia) per il progetto “arti performative dal ’59 al ’79 in Italia” ospitato dall’Università di Venezia e finanziato dall’European Research Council; Lucia Di Girolamo, dottore di ricerca in Storia dello spettacolo presso l’Università degli Studi di Firenze ( RtdA presso l’Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli, ha collaborato fino al dicembre 2021 come assegnista di ricerca all’Università degli Studi di Catania) scrittrice con particolare interesse per il cinema muto, direttrice della rivista online Cinemascope.it, collabora alla cattedra di Storia del cinema all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Sara Guidi, a suo tempo studentessa presso la Scuola di specializzazione in Beni storico Artistici di Bologna, frequentatrice del laboratorio ATELIERSI – diretto da Fiorenza Menni. Ora sta facendo tirocinio presso la Fondazione Morra. Ha scritto per un esame il lungo e interessante articolo “LE NEMESIACHE: PROPOSTE TRANSFEMMINISTE PER UNA SOCIETÀ DELLA CURA”, relativo in particolare agli anni ’80. Mi fermo qui ma potrei nominarne molte/i ancora.