La scoperta ha significato per me Niobe, scultrice, la trasformazione che sognavo e la possibilità di intraprendere un viaggio nel tempo che ancora perseguo e che ha permesso la realizzazione di una dimensione di poesia e bellezza. Insieme a Nemesi* e alle Nemesiache abbiamo creato film, video, diapositive, foto…così il richiamo al progetto fotografico di Ilaria Sagaria e Francesco Soranno dedicato alla Sibilla Cumana è stato forte.
Ospitato nella già misteriosa cornice della Sala delle Prigioni di Castel dell’Ovo ,dal 21 al 30 ottobre, la mostra “Sibylla, la vergine oscura” è un doppio percorso dello stesso progetto della Sagaria e di Soranno .
Nei loro scatti troviamo la stessa fanciulla calata nell’atmosfera magica di Cuma e del Lago d’Averno , nelle vesti di una Sibilla fragile, delicata, giovane . Scatti in cui domina la bellezza dell’ambiente e l’ intensità naturale della ‘Sibilla’ nel darci l’idea di una forte appartenenza a quei luoghi e la percezione di una profonda solitudine.
Profezie disperse su foglie sparse dal vento nello scatto di Francesco Soranno si alternano a quelle della Sagaria nell’acqua ,le une e le altre sibilline ; senso di solitudine profonda dove il buio dell’Antro cumano sembra ‘ingoiare’ la fragile fanciulla-sibilla ; senso forte di appartenenza al luogo e alla sua materia prima, il tufo, quando le immagini di Francesca mostrano dettagli di mani e braccia quasi ‘assorbite’ dalla pietra nonostante il biancore e i dettagli diventano addirittura evanescenti nel bianco e nero del Soranno dando ancora più forte il senso di ritualità sacrale del soggetto e del luogo.
Ha ragione Ilaria Sagaria quando afferma che siamo “in un’era in cui il passato è sempre meno presente” perché oggi quale donna, resisterebbe al ‘Dio’ che le promette eterna giovinezza!? Ma lei, Sybilla, appare oscura ancor più, per aver dimenticato, di chiedere insieme all’ immortalità , anche l’eterna giovinezza ;oscurità nel suo rifiuto a lasciarsi sedurre per ottenerla; oscurità perché oscuro resta il suo linguaggio oracolare che sia per il vento o per l’acqua; oscura perché brucia la sua saggezza piuttosto che svenderla.
Se poi la consunzione della Vergine oscura è resa nello scatto del Soranno simbolicamente con una immagine ben
costruita dove la scritta “ mori volo “(voglio morire) insieme alla restrittiva gabbietta e all’abito bianco abbandonato nell’antro che sovrasta e domina gli ‘oggetti’, il messaggio appare efficace : l’eternità può stancare ! Che sia di monito ai mortali!
I mortali che non si arrendono alla consunzione della vecchiaia e della morte e passano il tempo a ricercare formule ed elisir di lunga vita mentre la vita si consuma senza averla vissuta.
Che forse l’oscurità delle profezie della Sibilla consiste nell’inconsistenza a darle ‘seriamente’ per dire che il bello è vivere la vita e non sentirsela ‘predire’ ?!