NAPOLI – La ASL 1 ha dovuto ritirare la delibera che la avrebbe vista operare con il movimento antiabortista. La mobilitazione e l’impegno civico alla fine pagano.
Dopo una mobilitazione di molte associazioni , una lettera aperta al Presidente della Regione Campania e un esposto inviato alla Procura della repubblica sul provvedimento dell’ASL 1 di Napoli1, è stata finalmente ritirata la delibera, che autorizzava la presenza della Parrocchia per la vita nei reparti IVG (interruzione volontaria della gravidanza) del S. Paolo e del Loreto Nuovo è stata ritirata. l’Istituzione ha riconosciuto l’illegittimità del provvedimento.
Questa delibera era, infatti, in evidente contrasto con la legge e diritti esigibili delle cittadine. Una delibera chiaramente ispirata da idee portate avanti da una coalizione di forze che da tempo intendono cancellare una legge dello Stato. Ricordiamo che alla stessa conclusione erano arrivate numerose istituzioni pubbliche italiane che hanno ritenuta illeggittima tanto la presenza quanto l’interferenza di associazioni di diversa natura, tanto più se dichiaratamente antiabortiste e quindi contrarie a una legge dello stato. Nella vertenza “Zola Predosa” fu addirittura il Prefetto di Bologna a ordinare l’allontanamento di un’associazione appartenente al movimento “pro vita” (già nel 2015). Vanno ricordate anche le sentenze del TAR del Lazio per ricorsi presentati e persi dalla “pro vita” .
Dunque, la delibera 1713della ASL1 di Napoli è stata ritirata: l’Istituzione ha riconosciuto l’illegittimità del provvedimento. Le donne, tante, che hanno partecipato direttamente o anche solo incoraggiandoci nel sostenere le giuste ragioni, hanno salvaguardato se stesse da un affronto insopportabile.
Attaccare l’esigibilità dei diritti è una strategia tesa a stringere d’assedio il femminismo, per costringerci a conservare le poche concessioni fatte al genere femminile di questo paese, nella speranza di annichilirci. Noi invece rilanciamo sempre e lo facciamo da ora.
Consideriamo un risultato l’espressione libera delle donne che nelle Istituzioni hanno sentito e pronunciato come proprie le nostre ragioni.
La 194 in Italia è disapplicata, anche questa è una strategia. Qualcuno nel governo, dopo averla continuamente contesa e presa in ostaggio, ha trovato sempre il femminismo sul suo cammino. Perché le donne sanno che la legge 194 è sede di un diritto, ma anche e soprattutto uno strumento politico di avanzamento e comunicazione tra donne. Ci capiamo subito quando parliamo di libera scelta nella maternità, ci capiamo con le donne che arrivano da lontano e che spesso vengono disinformate su quanto la legge garantisce loro sempre e comunque, dato che nessuna è clandestina per la 194.
Per queste e mille altre ragioni non possiamo fermarci qui.
Udi di Napoli, Associazione Salute Donna, Comitato 194, Arcidonna Napoli, Collettivo 105 ringraziamo per caloroso e ravvicinato interessamento Pina Tommasielli, Elena Coccia, Gabriella Ferrari Bravo, Loredana Raia