NAPOLI -La monografia di Carla Castaldo curata da Jolanda Capriglione viene presentata il 6 gennaio
L’artista Carla Castaldo nell’ambito della sua personale (18 dic. – 14 genn. 2018) a Napoli, presso la MAPILS-EVENTS, Palazzo Serra di Cassano, via Monte di Dio n.14, il giorno 6 gennaio alle ore 11,30 viene presentata la monografia curata da Jolanda Capriglione, docente di Estetica presso l’Università Vanvitelli della Campania, e con prefazione di Paolo Levi.
Verranno, inoltre presentati i foulard in seta che l’artista ha realizzato riproducendo tre sue opere. Conosciamo meglio questa artista che sta ottenendo grandi riconoscimenti
Come definirebbe Carla Castaldo?
Trovo difficoltà nel definirmi. Jolanda Capriglione, curatrice della mia monografia in corso di realizzazione, dice di me: “Chi si limitasse ad ascoltare o leggere le parole, pur preziose, di Carla e poi guardasse le sue opere sarebbe davvero disorientato. Proverebbe lo straniamento proprio di chi si trova all’improvviso in un mondo altro, in modo inatteso, imprevisto perché le parole avevano portato la nostra immaginazione altrove rispetto a ciò che il nostro sguardo si trova di fronte… Carla è davvero tutto questo passione e ragione…”
A quali maestri si ispira o quali altri pittori ammira?
Non m’ispiro ad alcun maestro. Le mie opere nascono da forti sollecitazioni (un accadimento, una musica, un’immagine, un profumo…) che colpiscono i miei sensi, inducendo in me un “misterioso richiamo” che parte dal profondo dell’anima e mi spinge ad esternare, attraverso segni e colori, le mie emozioni. E le emozioni, per loro natura, sono libere da ogni vincolo.
I pittori che ammiro sono tanti. Ma gli artisti, con i quali si stabilisce un intenso contatto, sono quelli che mi lasciano intravedere i propri demoni.
Qual è per lei il significato di un’immagine dipinta (se deve comunicare, se deve insegnare, se deve solo ristorare lo sguardo con la sua bellezza…)
Penso che l’opera d’arte esprima esclusivamente lo stato d’animo dell’artista in un determinato momento della sua vita. Il significato lo attribuisce il fruitore in funzione della sua sensibilità, della sua cultura, delle sue esperienze.
Quale tecnica usa?
I miei dipinti sono eseguiti su base di porcellana con l’antica tecnica della “decorazione a terzo fuoco” che ho completamente rielaborato.
Realizzo, inoltre, bassorilievi e oggetti in terracotta foggiata a mano e bassorilievi e monili in lamina di ottone.
Dove e in quali ore dipinge?
Prevalentemente dipingo di giorno, perché la luce naturale mi consente di cogliere la vera essenza dei colori. In funzione delle opere che realizzo lavoro in laboratorio o in officina. Sempre che posso mi rintano in casa, in un ambiente che guarda il mare, per me fonte inesauribile di arricchimento…
Quali sono i suoi soggetti preferiti?
Amo parlare della bellezza, ma non di quella fisica. Perciò, attraverso la meditazione, cerco di proiettarmi verso mondi misteriosi oltre i confini spazio-temporali.
Dà più importanza alla forma o al contenuto?
Per me la forma è una conseguenza del contenuto. Nelle mie opere ogni linea e ogni stesura cromatica sono il risultato di una traduzione dal mondo immateriale a quello materiale.
Com’è cambiata la sua pittura dagli inizi ad oggi?
Tutta la mia produzione è strettamente collegata al mio percorso spirituale. Il conseguimento del primo e del secondo livello Reiki e il successivo approfondimento della cultura andina, unitamente alla meditazione, mi hanno aiutato e mi aiutano nel cammino che ho scelto di seguire, alla ricerca delle Radici. Io dico che è un percorso verso la Luce. Ho iniziato dipingendo con la “tecnica del terzo fuoco” piccoli oggetti poi, come ho detto precedentemente, la mia produzione si è ampliata e diversificata assumendo nel tempo colori sempre più intensi. Mi piace pensare che ho fatto qualche passo in avanti verso il centro del Tutto….
Curiosità come: ha mai dipinto un quadro per una persona famosa, vorrebbe avere un committente famoso, magari per un ritratto?
Sì, mi piacerebbe realizzare un ritratto ad una persona famosa. Sicuramente non rappresenterei la sua fisicità, ma ciò che il suo involucro contiene. Sarebbe, quindi, interessante confrontare la sua immagine ufficiale con quella che io riuscirei a vedere….
Qualche aneddoto…
La vendita di una mia opera non si svolge in tempi rapidi, perché cerco di entrare nell’animo dell’acquirente e di comprenderne i pensieri. Sicuramente non darei un mio oggetto ad una persona ricca e volgare. Vivo il momento del distacco con commozione, che riesco a trasmettere anche all’altro: gli affido una mia creatura, un pezzetto della mia anima… e lui coglie il mio messaggio e, spesso mi chiede: “posso accarezzarlo ?… ”
E se le parlo di gioielli?
I gioielli che realizzo sono esclusivamente collane in lamina di ottone lavorata a mano, a volte arricchite da elementi in terracotta smaltata. Sono tutte pezzi unici che, indossati, conferiscono subito un tocco magico, perché non rappresentano solo una funzione ornamentale, ma portano con sé un mio messaggio ben preciso. La base del collo, come sappiamo, è una zona del corpo altamente simbolica: è qui che esiste il punto di raccordo tra corpo e anima, tra il mondo visibile della materia e quello sottile dello spirito e dei sentimenti. Poiché con le mie opere trasmetto Amore che attingo nei miei viaggi, la persona che indossa una mia collana stabilisce un collegamento diretto col mio mondo.