Pai opportunità e nuovo governo: una lettera di UDI Napoli, Associazione Salute Donna e Arcidonna Onlus
L’UDI di Napoli, l’Associazione Salute Donna e Arcidonna ONLUS hanno inviato oggi al presidente del Consiglio incaricato Conte e al segretario del PD Zingaretti una lettera sul nuovo governo e le pari opportunità.
Ecco il testo della lettera:
Le pari opportunità e il nuovo governo
Le pari opportunità sono tenute in una dimensione marginale nelle politiche governative e rappresentano un punto di interesse secondario per gli schieramenti succedutisi al potere. Gli effetti dell’oppressione esercitata dagli uomini sulle donne sono evidenti, ma la conquista del ministero che dovrebbe occuparsene è segnata da una contesa tra soggetti che ambiscono a conquistare il primato “tra esseri umani svantaggiati”.
Le pari opportunità, misurate sul filo di risibili quote rosa, sono una piccola concessione mirata ad aggiustamenti che nulla hanno a che vedere con la dimensione tragica causata dalla volontà di mantenere in posizione di sudditanza l’intera popolazione mondiale delle donne.
Tant’è, però, che mentre non si sentono nemmeno nominare i guasti prodotti dalla destra in tutti i campi faticosamente migliorati dalle donne all’interno della struttura dell’oppressione femminile, la progettualità del nuovo governo affronta la questione della presenza femminile, nella società ad ogni livello, solo in termini di promesse circa la dimensione numerica delle donne nella futura compagine.
Le pari opportunità non sono sostitutive di un ministero per la condizione femminile, ma sono tuttavia un luogo conquistato dalle donne, ma continuamente conteso alle donne. È preoccupante che i partiti candidati alla formazione del Governo non vogliano affrontare il tema della sfida che la Lega ha lanciato a tutte affidando ad un antiabortista il ministero della famiglia con le sequele di proposte scellerate come quella di Pillon.
Non si sente parola su una svolta decisa, su una “discontinuità”, rispetto agli orientamenti misogini del governo uscente. Le scelte che hanno contraddistinto il governo uscente ma anche una parte della sinistra hanno rappresentato e rappresentano il rifiuto nella politica della centralità del contrasto alle violenze perpetrate contro le donne. Appare evidente che la negazione del problema dell’oppressione patriarcale sia il codice d’accesso alla gestione del potere da parte delle poche donne presenti nelle istituzioni. Se questa linea che apparenta genere, svantaggio, orientamento sessuale, individui e famiglie, (mettendoli tutti sullo stesso piano, tutti in un’unica categoria politica) sarà confermato, l’allontanamento della lotta alla segregazione femminile e verrà indicata una scelta precisa. Una scelta che continuerà progressivamente a cancellare dalle leggi e dall’amministrazione della giustizia i diritti umani delle donne, e con essi il diritto materno, soppiantato dal rapimento “legale” di bambine e bambini ad opera di rappresentanti istituzionali.
Finora è mancato l’impulso programmatico contro la schiavitù moderna che colpisce un numero incalcolabile di donne e colpisce in termini umanitari, economici e psicologici la dimensione femminile sempre più segnata da una normalità del dolore e dell’emarginazione.
Da sempre, ormai tutti lo sanno, un mondo segnato dalla condizione minore delle donne, va incontro ad un irreparabile guasto.
Gli schiavi nel mondo sono calcolati in oltre quaranta milioni di persone di cui i tre quinti sono donne; mentre nella tratta sessuale (la più redditizia perché a fronte del lavoro forzato che procura al trafficante ottomila dollari per vittima all’anno, ogni persona vittimizzata sessualmente produce un utile di trentaseimila dollari all’anno) le donne sono il novanta per cento.
Non porre al centro la questione femminile a partire dalla lotta alla moderna schiavitù delle donne (violenza, la prostituzione e la GPA in funzione vicaria dell’accesso al reddito) significa mancare un appuntamento importante con la storia della uguaglianza, della reale democrazia, e con un reale progresso culturale ed economico
Ci attendiamo un attento ascolto delle donne delle nostre associazioni.
Stefania Cantatore UDI di Napoli
Elvira Reale Associazione Salute Donna
Arcidonna ONLUS Rosa di Matteo e Clara Pappalardo
Napoli, 4 settembre ’19