Nasce l’Osservatorio nazionale contro le molestie e la violenza
Ieri, a Palazzo Chigi ha avuto luogo l’Assemblea convocata dalla Ministra per i Diritti e le Pari Opportunità, Barbara Pollastrini, per discutere le proposte per il Piano di azione pluriennale contro la violenza alle donne e per l’orientamento sessuale, che include un Osservatorio nazionale contro le Molestie e la Violenza. All’incontro sono intervenuti/e i/le rappresentanti dei centri antiviolenza, del mondo dell’associazionismo, del governo, del parlamento, delle istituzioni locali, del mondo della cultura.
_ Durante la mattinata sono stati diffusi i dati sulla violenza contro le donne, percentuali che mettevano {{in evidenza la violenza familiare}}, domestica. Più del 68% della violenza maschile sulle donne avviene tra le mura domestiche e gli autori sono i loro mariti, conviventi, ex partner, padri, fratelli.
_ Dopo un breve saluto del Presidente del Consiglio Romano Prodi, la {{Ministra Pollastrini}} ha dichiarato durante il suo intervento che “Milioni di donne sono vittime dei vecchi e dei nuovi fondamentalismi. Di persecuzioni odiose. (…) Ma qualcosa si muove. Innanzitutto è straordinaria la pressione che viene dalle donne nel mondo per la dignità e la realizzazione di sé. Sono moltitudini in cammino”.
La Ministra ha proseguito dicendo che: “è una missione di civiltà non tollerare, anche nel nostro Paese, la più drammatica delle rimozioni, quella della strage delle innocenti. Dunque servono fermezza sulla legalità (…) e insieme cultura della prevenzione, educazione alla dignità della persona, alla non violenza, informazione, inclusione.
_ Con l’Osservatorio si monitorerà il ‘fenomeno’ – ha aggiunto la Ministra – “una realtà che cambia con l’evolvere e il regredire del grado di civiltà, di rigore del diritto e dell’assistenza a chi si sente minacciata. (…) Sappiamo bene che la ferocia si scatena quasi sempre per mano di chi condivide o ha condiviso con la vittima un legame di amicizia, d’amore o di parentela. Ma le famiglie cambiano. E cambia la composizione del tessuto delle nostre comunità. La tragedia di Hina ci parla anche di questo. Come, su un altro piano, l’uccisione di Giovanna Reggiani a Roma ci descrive qualcosa di profondo”.
Esempi, questi, di non grande efficacia nel descrivere i dati sulla violenza maschile contro le donne proiettati all’inizio dell’incontro, ma sicuramente efficaci nel sostenere le politiche securitarie e repressive varate col pacchetto sicurezza dal governo dopo l’omicidio di Giovanna Reggiani. L’esempio, poi, sul caso di Hina è fuorviante perché potrebbe indurre a dedurre che la violenza familiare si consuma tra le mura domestiche di culture altre, straniere che fanno ormai parte del nostro tessuto sociale.
Come recita l’appello per la manifestazione del 24, al quale la Ministra Pollastrini ha dichiarato di aderire: {La violenza contro le donne non deve essere ricondotta, come si sostiene da più parti, a un problema di sicurezza delle città o di ordine pubblico. La violenza maschile non conosce differenze di classe, etnia, cultura, religione, appartenenza politica.}
La {{questione sicurezza e ordine pubblico è stato l’unico elemento controverso}} durante l’intera giornata. Tra le parlamentari intervenute soltanto una senatrice di Rifondazione Comunista ha tentato di sciogliere il nodo, esplicitando il conflitto senza rimozioni o negazioni. “Se la violenza si perpetua principalmente tra le mura domestiche ad opera di familiari, la risposta alla violenza maschile contro le donne non può essere contenuta nel pacchetto sicurezza!”
_ {{Vittoria Franco}}, senatrice del PD, dopo aver affermato che la violenza contro le donne non è solo ma anche un problema di sicurezza e di ordine pubblico, ha chiesto esplicitamente a tutte le parlamentari di rimanere unite su questo tema quando verrà discusso in parlamento.
_ {{Donatella Linguiti}}, sottosegretaria ai Diritti e alle Pari Opportunità, ha infine dichiarato che fosse necessaria una distinzione tra sicurezza e ordine pubblico. Storicamente, per le donne, la parola sicurezza ha significato libertà, non repressione.
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