Nel Mediterraneo un tempo si parlava una sola lingua, il sabir, la lingua franca ora estinta
Ilaria Guidantoni, autrice del volume Lettera a un mare chiuso per una società aperta, è anche giornalista e blogger. Si occupa di temi legati alla storia e alla cultura del Mediterraneo e del mondo arabo e ha ricevuto riconoscimenti da Giurie internazionali (es. Diritti Umani, 2014, XVI edizione Salento porta d’Oriente)
Opera di bruciante attualità, la Lettera affronta filosoficamente e politicamente «questo mare culla della società cosiddetta occidentale, chiuso e per questo non necessariamente creatore di una società aperta».
Riprendendo da Gemma Corradi Fiumara il concetto di parola come ascolto, l’autrice imposta «un viaggio nel mare bianco, con recupero della tradizione orale, di quell’incontro con l’altro che non è fatto di parole ma di un ascolto che va al di là di quello che si dice con la voce».
Sono 11 voci «narranti il proprio punto di vista, spesso sospesi fra identità plurali» che colgono e valorizzano le differenze: «unica garanzia di pace, unico strumento per uno sviluppo sostenibile economicamente e culturalmente, prima che valore morale».
«Simbolo del chiasmo di culture che a Marsiglia colorano, senza bisogno di mettere etichette, la tavola come la vita» è, per Stefania Nardini, la celebre bouillabaisse (Tra Italia e Francia, meticcia italo-marsigliese) sempre lei guida alla scoperta dello «straordinario autore anarchico, di frontiera, italo-marsigliese, Jean-Claude Izzo» di cui ha scritto la biografia.
Soumaya Bourougaaoui, insegnante tunisina all’Università di Gafsa-Tozeur, parla di Assia Djeibar, donna nomade: amante della molteplicità, delle lingue e delle culture, in nome della libertà, mentre Liuba Scudieri, attrice e regista italiana, impegnata con l’associazione ‘Amami’ a raccogliere tradizioni e fatti di vita, parla della tesi che sta svolgendo su una comunità di pescatori napoletanti in Algeria nell’800.» (Méditerranée).
Il caleidoscopico volume, rivisitando il bacino mediterraneo dai primi affacci delle grandi civiltà del passato, raggiunge l’età coloniale e, nelle righe dedicate alla storia del Nord Africa, Guidantoni ricorda «il noto quanto dimenticato espisodio del 1881, che io ho scoperto facendo delle ricerche ad hoc, conosciuto come lo schiaffo di Tunisi, che fece perdere all’Italia il diritto di insediamento, dimostrando la debolezza del suo Regno, anche se la Tunisia era nelle sue principali mire espansionistiche» (p. 23).
L’autrice ricorda anche il «fatto straordinario che nel Mediterraneo si sia realizzato il solo tentativo di una lingua unica parlata nata dal basso che tenesse conto delle componenti comuni del mare nostrum, la lingua franca e il sabir (lingua estinta con epicentro tra Marsiglia e Algeri).»
Il capitolo ‘Visioni di voci’ riunisce «le sinestesie che il mare evoca, dalla vista e dalla luce, ai colori, fino ai profumi, sapori, suoni, alla tattilità che si avverte nel salmastro che incrosta, sabbia che si disperde nell’aria tra umidità e vento».
Tra le voci, quella dell’italo-libanese Leyla Khalil aggiorna, nello splendido Duecentoquarantaquattro, il conto «delle vite perdute e/o sospese stipate in barche che non sono più quelle indistruttibili di cedro dei Fenici ma che fanno acqua dappertutto.»
L’esodo epocale e drammatico avviene su quello che per Elena Postigo è «una sorta di terra acquatica, di continente, non tanto e non solo una barriera d’acqua com’è l’oceano.» (Mediterraneo luogo dell’anima).
Creature delessepsiane, intitola a sua volta il pezzo sul Mediterraneo lo scrittore egiziano Muhammad Aladdin, che riflette su come alla Storia non piacciano le contraddizioni. Si preferisce un unico contesto, un’unica lingua, un unico colore, un’unica opinione, un’unica forza. Ma la contraddizione è l’anima del mondo, il suo motore etereo: la contraddizione tra la nostra verità e quello che aspiriamo ad essere.»
Altri contributi di Mario Guerra, Mohamed Berrada, Mohamed-Chérif Lachichi, Ezzat al Kamhawi, Petros Markaris, Mouhamad Dibo, Francesco De Palo, Andrea Di Gregorio, Diego Zandel.
Lettera a un mare chiuso per una società aperta, Albeggi edizioni, 2016 di Ilaria Guidantoni – Il volume è tra Consigli di lettura del Premio del Paese delle donne & Donna e Poesia, 2016.