Nel segno di Melpomene
Una donna e la passione per il teatro, l’intenzione di fare della recitazione una ragione di vita; lo studio e il lavoro sul palcoscenico e in televisione. Poi, inaspettatamente, il desiderio di rendere il teatro “lo strumento” nel progetto di rinascita di piccole donne maltrattate. Alla vigilia della partenza per la Cambogia e dell’avvio del progetto di teatroterapia, abbiamo incontrato Barbara Pasqua. {{Curare le ferite dell’anima attraverso il teatro: una sfida impegnativa.}}
Ho sempre avuto il desiderio di partire per un paese in via di sviluppo, ma i vari impegni me lo hanno impedito; ma solo alla fine di un duro percorso di crescita personale è arrivata la possibilità di partire. Credo che sia un modo per chiudere il cerchio e per iniziare una nuova fase della mia vita. Ho visto quanto l’insegnamento del teatro ha cambiato le vite dei miei alunni italiani, spero accada lo stesso in Cambogia. Userò la creatività per far “venire fuori” emozioni nascoste, in modo da poterle poi elaborare insieme, coscientemente.
{{Lavorerai sul palcoscenico della vita vissuta, al fianco di bambine ex prostitute. Quanto ti spaventa questa nuova situazione?}}
Non lasciamoci spaventare da quello che non conosciamo! Bisogna stare solo attenti a controllare che le bambine siano disposte a mettersi in gioco, bisogna misurare il lavoro su ognuna. L’opportunità di poter usare la fantasia e la creatività è un’occasione unica per loro; comunque vada, di sicuro si divertiranno.
{{Quali tecniche teatrali adotterai per alleviare il disagio delle bimbe?}}
Ricorrerò al metodo Strasberg, completato da esercizi di bioenergetica, cromoterapia e musicoterapia studiati per permettere che il flusso delle emozioni venga fuori pulito e non filtrato dalla tensione per raggiungere una nuova consapevolezza del proprio corpo.
{{Quanto pensi possa influire su di te l’esperienza che stai per vivere?}}
Parto cercando di mantenere la testa più aperta che posso. Non so in quale situazione mi troverò realmente, non so che tipo di persona sarò al mio ritorno: quello che mi sembra uno scopo interessante oggi, tra un anno potrebbe non avere più senso per me. Adesso sogno di fare per le piccole cambogiane qualcosa che possa restituire loro un po’ del senso della dignità umana.
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