Niscemi: il Comune aderisce alla campagna contro la pubblicità che offende le donne
La Moratoria cittadina delle pubblicità lesive della Dignità della
Donna – la nuova Campagna lanciata dall’Udi – ha trovato una
risposta immediata a Niscemi, dove le donne dell’UDI lavorano da
tempo per avere Città libere dalla pubblicità offensiva che
legittima e genera violenza sulle donne.La pubblicità dei cartelloni si può spegnere? E’ la campagna lanciata
dall’UDI (Unione Donne in Italia) Sicilia e promosso dalle sedi di
Catania, Gela, Lentini, Niscemi e Ragusa contro la pubblicità offensiva
che danneggia le donne.
“Come amministrazione comunale – precisa il sindaco Giovanni Di Martino- abbiamo fatto una apposita delibera e accolto la proposta di adesione contro le forme di pubblicità offensive e tutte quelle violazioni attuate contro il genere femminile.
_ Abbiamo
seguito la proposta dell’UDI di fare nostra la risoluzione del 3
settembre 2008 sull’impatto del marketing e della parità tra donne e
uomini”.
La nota, inoltre, indica come inammissibile il modello
pubblicitario lesivo verso il genere femminile, ed indica agli Stati
membri il compito di adeguare decretazioni e leggi in tal senso, tale
risoluzione, inoltre, sollecita tutte le responsabilità diffuse sui
territori a svolgere un ruolo attivo nel contrasto alla diffusione di
modelli violenti nella relazione tra i sessi.
Le motivazioni che hanno
portato l’UDI a promuovere la campagna sono atte a contrastare tutte
quella pubblicità che offendono la dignità e danneggiano le donne.
I sindaci che hanno aderito alla campagna dell’UDI si dovranno impegnare a
evitare tutte quelle affissioni che contengono immagini che aggrediscono
il mondo femminile e sono sempre più legate all’idea di un erotismo
unilaterale dove le donne sono spesso solo oggetti, da usare come
suggerisce il linguaggio esplicito delle immagini violente e che non si
possono spegnere come un televisore.
_ La richiesta che le donne dell’UDI
ai Comuni è quella di spegnere nei propri spazi il messaggio di chi non
rispetta le regole di autodisciplina nella pubblicità, e prima di tutto
la dignità delle donne.
Lascia un commento