No No No guerra
Adesso siamo in guerra, senza nemmeno più mistificazioni. La “costituzione materiale” del nostro paese la contempla e prontamente anche i giornalisti “democratici” e che si sono ritenuti e spacciati in tutti questi anni per “di sinistra”, portano “ragioni” al carro del più forte.
Come risultato soprattutto della presidenza Napolitano e della politica del partito democratico, la nostra Costituzione va letta come segue :
L’Italia é una Repubblica (a meno che un qualche Savoia superstite non presenti la propria candidatura alla restaurazione monarchica), democratica (nemmeno più tanto, dato il trend in corso per la modifica in senso autoritario renziano) , fondata sul lavoro (non più, come documenta, se non altro, l’ultimo intervento di Cremaschi).
Quanto all’art 11, quello per il quale “l’Italia ripudia la guerra”, vero residuo di altri tempi, di 70 anni fa, può essere prontamente rottamato, adesso la Resistenza non c’è nemmeno più bisogno di cancellarla, la si può semplicemente mettere in coda alle guerre, dalle Puniche in qua, storia antica che poi si può levare senza traumi dall’insegnamento scolastico e può restare all’Università per far vincere qualche cattedra di storia antica.
Tutto questo si chiama “Tradimento”, senza mezzi termini.
Fa semplicemente schifo il pronto allineamento dei giornalisti, che discettano essere la guerra ovvia e giustitficata, dato che noi facciamo parte della Nato, e la Nato ovviamente vale tre volte di più della Costituzione.
Unico piccolo e soffocato atteggiamento di contrarietà è queilo popolare: nemmeno le domande addomesticate di Floris e dei suoi attendenti riescono a far dire alle persone intervistate che bisogna fare la guerra. La larga maggioranza della popolazione non vuole la guerra, ma tartufescamente accetta di mandare armi e soldi , non soldati. Che nobile paese!
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