La presidente della Camera laura Boldrini

Quando si attacca il proprio/a  aversario/a con insulti e minacce sessiste e triviali forse  si è convinti di colpirlo/a con il massimo del disprezzo. Dimostra, invece,  mancanza di argomentazioni politiche, odio e razzismo, debolezza intellettuale e immaginario sadico. Quando attacchi e offese sono portati attraverso i social dimostrano arrogante codardia e sostituiscono pericolosamente il dibattito democratico senza un reale contenuto politico. È quello che sta avvenendo da troppo tempo a Laura Boldrini, la Presidente della Camera (checché ne dica il saccente Sgarbo (nomen omen) in riferimento ad un video sul linguaggio di genere promosso dalla Boldrini come fanno da decenni tante altre donne, con l’aggravante che lei non si può ignorare essendo la terza carica dello Stato.

Insulti e ingiurie e minacce di tortura, stupro e violenza di gruppo da migranti “negri” continuano ad essere rivolte a Laura Boldrini, donna e figura istituzionale, colpevole di estremismo umanitario.

Atti miserabili augurati da colleghi, da giornalisti, ma anche da cittadini/e comuni che forti di facebook, twitter e blog, e dell’effetto mediatico planetario che essi hanno, per qualche minuto li fanno sentire potenti. I giochi si fanno pesanti e non alla pari, checché ne dica qualche anima candida del giornalismo nostrano. La violenza contro le donne condannata a parole davanti ai casi che insanguinano il nostro paese e non solo si rovesciano nell’augurio o nella speranza che vengano messe in atto contro una donna da orde di barbari solo perché lei non li ritiene tali e ne difende i diritti umani senza tacere per opportunismo politico.

La decisione di Laura Boldrini di denunciare chiunque la ingiuri e la minacci, cerchi di intimidirla e faccia apologia di reato è da noi considerata difesa legittima e dignità personale, ma è anche di esempio per altre donne che impotenti subiscono trattamenti simili.

Vittoria Tola con altre donne iscritte all’Udi in una iniziativa per dire ADESSO BASTA

 

 

Viviamo nuove forme di dominio maschile mutante ma molto pericoloso.

Per questo stiamo con Laura Boldrini e con la sua b attaglia lanciata qualche settimana fa con ‘#AdessoBasta’, due parole da noi usate per un’altra campagna nel 2016 a difesa dell’autodeterm inazione delle donne.