Riprendiamo dal blog della consulta dei Consultori familiari di Roma la lettera di protesta per un articolo pubblicato da “la Repubblica” su un caso avvenuto a Roma.{{
Alla c.a. del dottor Giuseppe Cerasa, Capo della Redazione Cronaca di Roma,
La Repubblica}}

Gentile Dottor {{Cerasa}},

Le scrivo in merito all’articolo “{ [E’ povera, le consigliano di abortire->http://www.rassegnastampa.comune.roma.it/PDF/2010/2010-09-02/2010090216538763.pdf]}” a firma di {{Alessandra Paolini}}, pubblicato dal Suo giornale nelle pagine di cronaca di ieri, 2 settembre 2010.

Il “caso” presentato e i relativi commenti virgolettati del DG del Moige, Antonio Assimita, e dell’assessore all’Ambiente della Regione Lazio, Fabio De Lillo, richiedono qualche precisazione su una serie di questioni.

Innanzi tutto, non è possibile denunciare un episodio grave come quello in questione {{senza dare delle informazioni complete}}, senza dire cioè

{{In quale consultorio}} è avvenuto quanto segnalato

{{Quale richiesta}} è stata fatta dall’interessata quando si è recata in consultorio

{{Quale figura professionale}} ha dato alla sig.ra Teresa quell’unica indicazione: abortire

Io {{escludo nella maniera più assoluta}} che qualsiasi professionista che lavora in consultorio possa aver detto quello che viene riportato da Alessandra Paolini su Repubblica e che il Moige ha denunciato.
{{
Sono operatori qualificati quelli che nei consultori lavorano con le donne e con le coppie che si trovano ad affrontare le problematiche connesse alla gravidanza.}}

Come prevede la {{legge 194/78}}, gli operatori consultoriali sono impegnati a sostenere la donna e la coppia nel prendere la decisione in merito alla prosecuzione o all’interruzione della gravidanza rimuovendo, laddove è possibile, le cause che si oppongono all’accettazione della gravidanza, e cercando nella rete delle relazioni familiari e in quella dei servizi sociali e sanitari del territorio, le risorse e le condizioni che lo consentano. Dopo di che, la decisione definitiva è della donna.

Se però dovesse rispondere al vero quanto denunciato, bisogna che sia dato un nome a chi si è comportato così e dare a quella persona la possibilità di replicare e difendersi.

{{Non è corretto gettare fango “a pioggia” sui consultori}}, che dedicano tutti i loro sforzi ad informare e sostenere le donne, le coppie, gli adolescenti per una maggiore consapevolezza rispetto alla propria salute e alla responsabilità che ognuno di loro è tenuto ad avere verso se stesso e verso gli altri. Questo è quanto la normativa vigente richiede a chi opera nei consultori familiari.

Invito il DG del Moige a prenderne visione ( legge 405/75; legge R. Lazio15/76; legge 194/78 ) in modo da evitare in futuro di chiedere ai consultori di essere o di ridiventare quello che non sono mai stati e che il legislatore non ha mai pensato che dovessero essere.

I consultori non sono mai stati centri di accoglienza per donne in difficoltà, ma servizi per la promozione della salute sessuale e riproduttiva della donna, per la procreazione cosciente e responsabile, per il sostegno ai momenti di passaggio del ciclo vitale della donna e della famiglia.

Utenti del consultorio sono{{ tutte le donne, le povere e quelle che povere non sono, le italiane e le straniere, le donne giovani e quelle più mature, sposate, conviventi, single;}} perché la gestione di sé, della propria sessualità, della maternità, è trasversale, riguarda tutte le donne.

Ricordo anche che le competenze assistenziali sono dei municipi e non dei consultori, che sono invece inseriti nel Servizio Sanitario Nazionale e devono occuparsi della salute psicofisica della donna, cosa che implica naturalmente uno stretto contatto con le strutture sociosanitarie pubbliche e del privato sociale, con le quali gli operatori quando occorre si interfacciano.

Rispetto a quanto dichiarato dall’{{assessore De Lillo}}, certamente la Regione Lazio può legiferare e investire le risorse pubbliche nella maniera che ritiene utile e prioritaria rispetto ai bisogni dei cittadini del Lazio, ma non mettiamo in discussione i consultori, servizi insostituibili nel loro ruolo di educazione alla salute degli adolescenti e degli adulti e che, in ogni caso, hanno reso possibile una diminuzione costante degli aborti.

Le chiedo di dare piena informazione sul caso ai lettori di Repubblica e di pubblicare anche questa protesta formale della Consulta dei Consultori Familiari di Roma che la sottoscritta rappresenta.

La saluto cordialmente

La Presidente
Giuseppina Adorno

Roma, 3 settembre 2010

[Consulta Consultori Roma->http://consultaconsultoriroma.blogspot.com/]