“Non è sulla soglia di casa che inizia il mondo, ma al suo interno…” (L’epoca delle passioni tristi, Miguel Benasayag e Gerard Schmit)
Parola di Dio (The Student) di Kirill Serebrennikov, adattato dalla pièce teatrale Martyr, the Student di Marius von Mayenburg e attualmente in programmazione nelle sale cinematografiche, è un film “clamoroso”, difficile da digerire ma assolutamente da vedere.
Il film parla, come dice lo stesso regista, del crescente fanatismo religioso che sta investendo la Russia con il benestare della politica attraverso una metafora: quella di un delirio mistico che esplode irrimediabilmente per l’incapacità del contesto di porre un limite.
Veniamin è the student, l’adolescente dis-turbato del film. Mentre i coetanei in preda alla sua stessa tempesta ormonale flirtano, si divertono e fanno i bulli con i ragazzi più deboli, lui si arrocca nella lettura della Bibbia, parla in nome di un Dio a suo uso e consumo, predica fanaticamente l’osservanza di una legge che pretende l’omologazione. Niente più bikini per le ragazze che fanno nuoto nella piscina della scuola perché lo eccitano suo malgrado, basta con l’omosessualità e l’educazione sessuale che la professoressa di biologia “predica” distribuendo carote e preservativi. Veniamin è contro tutto ciò che lo turba mettendo in crisi il suo pensiero assoluto.
Non sono da meno, in altri modi, la preside e il corpo docente della scuola. Gli adulti intorno a Veniamin non sanno fare altro che accettare la rivolta integralista di quel loro studente speciale negando spazio alle differenze e al proprio “sentire”. Anche la madre di Veniamin, una donna frustrata dal troppo lavoro e da un uomo con cui non vuole avere più niente a che fare, si omologa. E se anche gli agiti che il figlio le sbatte in faccia – la camera ridotta a tugurio, le sedute miracolistiche a favore del suo discepolo- urlano il disagio di un rapporto simbiotico senza pudori e confini, la madre incassa tutto nella sua impotenza. Salvo cercare con la preside della scuola e gli altri insegnanti un capro espiatorio per crocifiggerlo in nome del disturbo di Veniamin.
L’unico adulto, soltanto in apparenza non omologato agli altri, è l’emancipata professoressa di biologia che fronteggia Veniamin con la stessa spavalda concretezza. Ma mentre Veniamin guadagna seguaci, come la compagna di classe che si lascia letteralmente pro-vocare dalla nudità di Veniamin esibita in classe insieme ai versetti durante la lezione di educazione sessuale, la professoressa diventa vittima della manipolazione folle del suo studente, fino al momento della riscossa.
Insuperabile il finale del film. Un omaggio al pensiero “femminile” capace di insight ossia di comprendere la realtà fino in fondo e imporre creativamente il cambiamento inchiodando letteralmente il pensiero integralista.
Parola di Dio (The Student) è stato presentato trionfalmente nella Sezione Un certain regard dell’ultimo festival di Cinema di Cannes e premiato a Bologna come miglior film europeo al Biografilm Festival. Bravissimi Pyotr Skvortsov (Veniamin) e Viktoriya Isakova (professoressa di biologia) e gli altri interpreti.