Nonviolenza, più che mai
Sono molto preoccupata dei primi scontri con la polizia, e dei discorsi contro il diritto di sciopero e contro i sindacati che aleggiano e vengono ripetuti. So quanto reale fondamento abbia la rabbia popolare, sbandata a priori, proprio perchè é venuto meno a fare un prezioso lavoro di pedagogia politica e di tutela uno strumento come il Pci: lamentevole il suo rimpiazzo col Pd, partito un po’ tanto a destra della gloriosa socialdemocrazia europea e che riassume il suo orizzonte politico nel modo di dire “L’impresa e la famiglia”, per circoscrivere l’orizzonte politico di riferimento. Parecchio a destra della sinistra dc buonanima.
In un contesto siffatto se la rabbia viene affrontata subito dallo stato con la violenza -come é già stato tentato contro la Tav di val di Susa- si va subito a uno scontro che porta al massacro. Come si sa nessuno stato nazionale é in grado di difendere il suo popolo e territorio da un qualsiasi attacco militare esterno, ma ciascuno stato nazionale è capace di difendersi dal suo popolo.
La scelta dell’azione nonviolenta è obbligata: ma bisogna sapere bene e addestrarsi a praticare appunto l’azione nonviolenta, che non si improvvisa.
Ci tornerò.
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