Obiettivi del millennio: la UE lascia il lavoro a metà
In vista del Consiglio europeo del prossimo 17 giugno
in cui si dibatterà la posizione collettiva dell’Ue rispetto agli MDG, Azione per
la salute globale chiede ai
leader europei di impegnarsi con misure
e azioni concrete per garantire efficacemente il diritto alla salute di tutti e
tutte. “Per raggiungere entro il 2015 gli Obiettivi di
sviluppo del Millennio,
gli Stati devono
investire nell’aiuto allo sviluppo lo 0,7% del PIL, di cui lo 0,1% per la
salute e adottare
chiare indicazioni programmatiche che rendano concreti gli impegni presi”
afferma Uber
Alberti, Presidente della Ong Cestas, partner in Italia di Azione per la Salute
Globale, in
riferimento a quanto deciso oggi dai Ministri degli Esteri europei riuniti a
Lussemburgo lo scorso 14 giugno.
_ “Purtroppo il primo step, precedentemente individuato
nell’investimento da parte dell’Unione Europea dello 0,56%
del PIL in aiuti per lo sviluppo entro il 2010, è già stato largamente disatteso
e oggi siamo di fronte ad una totale
assenza di pianificazione per le azioni future.”
[ Azione per la salute globale->http://www.actionforglobalhealth.eu/index.php?id=26], network di 15 organizzazioni
non governative europee, interviene in merito alle indicazioni sugli Obiettivi
di Sviluppo del Millennio – MDG – approvate a Lussemburgo poco fa dai Ministri
per la Cooperazione
e richiama l’attenzione sul fatto che, nonostante siano state adottate nuove
importanti conclusioni, i Ministri hanno lasciato il lavoro a metà.
Pur apprezzando la priorità riconosciuta al rispetto dei
diritti umani e alla integrazione di un approccio di genere nel percorso per
raggiungere gli Obiettivi del Millennio, Azione per la salute globale sottolinea
come, ancora una volta, non sia stato indicato un chiaro piano d’azione relativo
gli impegni economici che gli Stati sono chiamati a rispettare soprattutto per
quanto riguarda gli Obiettivi per la salute, i più lontani
dall’essere raggiunti.
Ancora oggi, ogni anno muoiono oltre
350 mila donne per cause collegate alla gravidanza e al parto e per ogni donna
che muore 30 sono vittime di infermità.
_ Il 99% di queste morti avviene nei
paesi in via di sviluppo per cause prevenibili facilmente e a basso costo.
“A livello globale, è
necessario investire 12 miliardi di dollari l’anno in più per la salute
materna, infantile e neonatale: l’Europa è chiamata a fare la sua parte
sostenendo l’assistenza sanitaria di base gratuita e in particolare i servizi per
la salute sessuale e
riproduttiva che svolgono un ruolo cruciale per la salute delle
donne” – ha detto Daniela Colombo, Presidente di [AIDOS->http://www.aidos.it/], Associazione italiana
donne
per lo sviluppo, partner italiana di Azione per la salute globale. “Va rilanciata
– prosegue Daniela
Colombo – una nuova consapevolezza dei
diritti delle donne, incluso il diritto alla salute.”
Investire in aiuto allo sviluppo
significa anche dare una spinta allo sviluppo economico e sociale. Come
affermato anche dalla Commissione su Macroeconomia e salute dell’Organizzazione
Mondiale della sanità già nel 2001, investire nella salute, oltre a salvare
ogni anno milioni di vite, produce anche ripresa economica e rafforzamento
della sicurezza a livello globale.
In vista del Consiglio europeo del prossimo 17 giugno
in cui si dibatterà la posizione collettiva dell’Ue rispetto agli MDG, Azione per
la salute globale chiede ai
leader europei di impegnarsi con misure
e azioni concrete per garantire efficacemente il diritto alla salute di tutti e
tutte.
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