Pace e libertà: un binomio che non può essere disgiunto
Spettabile Signor Ministro,
Le scriviamo come donne della WILPF, Lega internazionale di donne che da decenni lottano nelle diverse parti del mondo per la pace e la libertà.
Un binomio che non può essere disgiunto se si vuole perseguire l’obiettivo di una pace duratura.
Le scriviamo perché desideriamo esprimerLe la nostra preoccupazione e la nostra delusione per il comportamento del Suo governo di fronte al drammatico massacro della popolazione civile palestinese.
Abbiamo udito dalla Sua voce che “Israele ha il diritto di difendersi”, come se l’unica possibilità di difesa consista ancora oggi, come alle origini della storia, in una risposta armata mille volte più distruttiva di quella dell’avversario. Come se tutti i movimenti contro la violenza delle armi fioriti in questi ultimi decenni sul nostro pianeta non abbiano significato nulla di nulla, come se Israele non avesse altri modi di difendersi, consentendo – ad esempio- ai palestinesi ciò che da anni è un loro diritto disatteso e contestato: un proprio Stato nella libertà.
{{Hamas è il frutto amaro dell’inerzia dell’ONU, della politica statunitense, delle altalene della Lega Araba}}.
{{Perché l’Italia non denuncia coraggiosamente questo stato di cose?}}
Di fronte alla pervicace ostinazione di Israele noi Le chiediamo di far valere il Suo ruolo di ministro degli Esteri del nostro paese per sostenere ciò che ha chiesto il {{Presidente dell’Assemblea Generale dell’ONU}}: l’interruzione dei rapporti commerciali e degli investimenti verso Israele .
A questo punto, {{se l’UE adotterà questa determinazione}}, può essere questo l’unico mezzo concreto per rendere effettivo l’appello alla pace nel Mediterraneo.
Vorremmo che tutti e tutte se ne rendessero conto, e che questa nostra istanza fosse da Lei debitamente considerata.
Le porgiamo distinti saluti
{Antonia Sani
p.la WILPF Italia
Roma, 7 gennaio 2009}
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