PADOVA – “La campana di vetro”. Il romanzo autobiografico di Sylvia Plath in un incontro per conoscere l’autrice
Thé letterario – Martedì 5 dicembre 2017 ore 18.00 in via di Barbarigo, 91 – Padova. E’ il quinto incontro del ciclo organizzato per conoscere i grandi romanzi della letteratura delle donne. Questa volta si affronterà il romanzo di Sylia Plath “La casmpana di vetro”.
L’incontro, della durata di un’ora, sarà dedicato all’analisi del romanzo, sia dal punto di vista della storia raccontata che del modo in cui è stata scritta. Si analizzeranno lo stile, la struttura, i personaggi esaminando la scrittura dell’autrice in ogni suo aspetto.
Il libro pubblicato da Mondadori nella collana gli oscar è ambientato in un albergo di New York per sole donne, Esther, diciannovenne di provincia, studentessa brillante, vincitrice di un soggiorno offerto da una rivista di moda, incomincia a sentirsi “come un cavallo da corsa in un mondo senza piste”. Intorno a lei, sopra di lei, l’America spietata, borghese e maccartista degli anni Cinquanta. Un mondo alienato, una vera e propria campana di vetro che schiaccia la protagonista sotto il peso della sua protezione, togliendole a poco a poco l’aria. L’alternativa sarà abbandonarsi al fascino soave della morte o lasciarsi invadere la mente dalle onde azzurre dell’elettroshock. Pubblicato nel 1963, un mese prima del suicidio dell’autrice, La campana di vetro é l’unico romanzo di Sylvia Plath. Fortemente autobiografico, narra con stile limpido e teso e con una semplicità agghiacciante le insipienze, le crudeltà incoscienti, i tabù assurdi capaci di spezzare qualunque adolescenza presa nell’ingranaggio stritolante di una normalità che ignora la poesia.
Sylvia Plath nasce a Boston nel 1932 e muore a Londra nel 1963. E’ poeta. . Dopo gli studi universitari allo Smith College, ottiene una borsa di studio in Inghilterra, dove conosce il poeta T. Hughes, che sposò nel 1956. Le durezze e le frustrazioni della vita domestica, e soprattutto lo scarto tra la prigionia della condizione femminile e l’ardore dell’ispirazione poetica, le si rivelano presto insopportabili. Muore suicida.
Al momento della scomparsa aveva già pubblicato un libro di versi, Il colosso (The colossus, 1960) e il romanzo autobiografico La campana di vetro (The bell jar, 1963), in cui rievoca un’allucinata New York anni Cinquanta, dominata dai codici del successo e della mistificazione. Ma il meglio della sua produzione, raccolto dopo la morte a cura del marito nel volume Ariel (1965) e nei più frammentari Alberi invernali (Winter trees, 1971) e Attraversando l’acqua (Crossing the water, 1971), appartiene all’estremo, solitario periodo della sua vita.
Quanto da lei scritto giorno dopo giorno nei diari è stato pubblicato tradotto da S. Fefè dalle edizione Adelphi nel 2004
Quando si comincia a leggere questi diari si ha l’impressione di seguire le febbrili annotazioni di una bella ragazza americana che scopre l’Europa: tutto vibra, tutto sprizza energia, c’è un senso di attesa che si impone su tutto. Ma presto ci accorgiamo che le cose non stanno così. O meglio, non soltanto così. E ci immergiamo in una lettura sempre più appassionante e talvolta angosciosa: il giornale di bordo di una sensibilità acutissima, lacerata e drammatica, quella di una scrittrice che per i suoi versi e per il suo tragico destino è diventata un emblema, un vero culto, per molti lettori.
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L’incontro, del costo di 5 euro, è riservato ai soci Virginia Woolf (la cui tessera per il 2017 costa 5,00 euro).