PALERMO -le donne del vento- tre autrici a confronto
Palermo, sabato 11 giugno 2016 – Tre scrittrici a confronto, tre storie diverse viste con gli occhi delle donne, autrici della casa editrice Torri del Vento. Stiamo parlando di Rita Alù autrice del libro “Schiava e Sorella”, di Angela Lanza che ha scritto “Cosa nasconde il bosco” e Maria Cristina Sarò autrice del romanzo “Campanella”. Tutto in una cornice meravigliosa, quella dell’Orto Botanico, in via Lincoln 2, a Palermo, sabato 11 giugno alle ore 18. Il festival del libro vedrà protagoniste le tre autrici introdotte dalla giornalista Adriana Falsone. Letture a cura di Silvia Alù e Maria Cristina Sarò.
I libri
“Schiava e Sorella” di Rita Alù
Nella Sicilia del Seicento, per salvaguardare le immense ricchezze delle famiglie nobiliari e mantenere integro il patrimonio da destinare al primogenito, spesso le figlie femmine venivano costrette a prendere i voti senza avere una effettiva vocazione. Anna (Donna Anna Valdina), entrata in convento insieme alle sue sorelle a soli sette anni, nonostante la rigida educazione, non si rassegnò alla vita claustrale e claustrofobica che le era stata imposta. Caparbia e coraggiosa, mai disposta a rinunciare definitivamente alla propria libertà, questa donna osò sfidare le regole del suo tempo e, soltanto dopo cinquant’anni trascorsi da reclusa nel Monastero delle Stimmate, riuscì a ricorrere ad un tribunale per riconquistare ciò che le era stato ingiustamente tolto. “Schiava e sorella” è un romanzo, ma narra la storia vera – frutto di ricerche d’archivio – di questa eroina ante litteram, facendo luce su una par te di storia ancora non indagata a fondo. Alla storia di Anna risalgono le origini della Famiglia Papè di Valdina.
Rita Alù è nata e vive a Palermo. È sposata e ha due figli. Avvocato, lavora da tanti anni in banca, con il grado di dirigente. Frequentando l’Archivio di Stato di Palermo ha iniziato a studiare i documenti riguardanti la storia di Anna Valdina, legata alle origini della sua famiglia. Questo è il suo primo romanzo.
“Cosa nasconde il bosco” di Angela Lanza
Cosa nasconde il bosco è una partitura di cinque racconti indipendenti eppure collegati fra loro a formare un’unica storia di donne che si irradia tra la Villa e il bosco che la circonda, punto di riferimento e fonte di energia di ognuna di loro. Lo squarcio sul passato inizia negli anni ’50 e via via si snoda fino ai nostri giorni. E mentre all’inizio il tempo fluisce lentamente, alla fine si adegua al ritmo serrato dell’oggi. Adelaide, Laura, Dida, Else, Vera, Utti, Anna, Vita: donne speciali, volitive e forti, ma anche fragili e innocenti che, attraverso generazioni e conflitti familiari, partecipano da protagoniste alla storia del loro tempo. Donne che non fanno la Storia con la S maiuscola ma tessono i fili resistenti delle vite che la sostengono e, spinte da un desiderio di libertà, tentano un’affermazione sempre più forte sulla scena del mondo.
Angela Lanza vive fra Palermo e Roma. Ha collaborato alle riviste Mezzocielo, Nosside e Segno. Ha lavorato nella casa editrice Samonà e Savelli. Ha pubblicato Kurdi, storia di una bambina araba a Palermo, (Dharba 1981), La repubblica di piana degli Albanesi, testimonianze da una repubblica contadina, (Centofiori 1978). Per Data News pubblica: Donne contro la mafia (1994) e Il rischio della parola (1996). Per Rubbettino Sono stata Orsa a Brauron: storia delle occupazioni delle terre in Sicilia dal ’46 al ’50 (1999). Per Navarra Editore: Ho fame di giustizia (2011), seconda edizione riveduta e ampliata di Donne contro la mafia con interventi di Rita Borsellino e Franca Imbergamo. Per Iacobelli (2014) La storia di uno è la storia di tutti, interviste e storie di vita di migranti sbarcati a Lampedusa dal 2003.
“Campanella” di Maria Cristina Sarò
Sicilia. Sciacca e vigneti tra Menfi e il Belice. Ina e Campanella sono giovani e innamorati. Ina appartiene alla famiglia Pensabene, la famiglia mafiosa che controlla l’economia e il territorio. Campanella è un giovane avvocato, ha un cugino di nome Franco che parla con la vigna ed è matto. È il 1984 quando ha inizio il processo Campanella, chiamato così perché il giovane avvocato viene trascinato in tribunale dalla famiglia Minchialuzzo, che rivendica un matrimonio e il danno di un lotto di vigne bruciate. Durante il processo, Ina scompare e il suo corpo viene ritrovato in mare. Il processo dura trent’anni e si ripete come la vendemmia. Le storie s’intrecciano come le viti, si piegano e si accasciano l’una sull’altra. Le cinque fasi del vino diventano le fasi della vita di quest’uomo che rimane solo contro tutti e senza Ina; rimane con la promessa di un fiore dentro alla bocca, una campanella, che getta ogni sera in mare per lei.
Maria Cristina Sarò (Messina, 1983) è autrice e regista teatrale. Ha pubblicato: Maria Paiato. Un teatro del personaggio (Titivillus edizioni, 2011); il racconto Salvo e Sara. Palermo 92 (Caracò, 2014); il racconto Accussì-Giampilieri, sull’alluvione messinese del primo ottobre 2009 (antologia La giusta parte, Caracò Editore, 2011); il monologo Donna dellìtalia, racconto-inchiesta di donne e operaie (volume Fiori dal cemento, Caracò-Fillea/Cgil, 2013). Campanella è il suo primo romanzo. (www.lestoriediCampanella.it)