PARMA – Alla chiesa di San Quintino il 7 maggio LA TERRA DESOLATA uno spettacolo di Festina Lente Teatro e Vagamonde
Domenica 7 maggio 2017 dalle 16 alle 18 alla Chiesa di San Quirino uno spettacolo per riflettere sulle paure, sull’ignoranza e le ragioni che spingono a rinchiuderci/rinchiudere, separarci/separare, fermarci/fermare.“Ma una cosa è certa: costruire muri al posto di ponti e chiudersi in stanze insonorizzate, non porterà altro che a una terra desolata, di separazione reciproca,che aggraverà soltanto i problemi.” Zygmunt Bauman I muri sono pesanti, sigillano, segregano, separano e nel proliferare di muri, barriere, reclusioni, in società tecnologicamente avanzatissime e psicologicamente fragilissime, diventa urgente riflettere
A partire da queste riflessioni, così come da numerosi stimoli culturali offerti dal pensiero di Zygmunt Baumann, nasce “LA TERRA DESOLATA” il nuovo progetto teatrale di Festina Lente Teatro, regia Andreina Garella, ambientazione Mario Fontanini, in scena domenica 7 maggio (dalle 16 alle 18; ingresso gratuito) a Parma nella Chiesa sconsacrata di San Quirino (strada Ospizi Civili), realizzato con il contributo di Comune di Parma e Coop Alleanza 3.0, in collaborazione con Forum Solidarietà, Consorzio Solidarietà Sociale, con il Tavolo dell’accoglienza femminile (nato nell’ambito del Protocollo per la presa in carico delle vittime e potenziali vittime di tratta) e la rete di associazioni che si occupano di migrazione, inclusione e accoglienza.
Il progetto nasce da un laboratorio teatrale, iniziato nel mese di febbraio e strutturato in una ventina di incontri, rivolto ad un gruppo di ventisette donne migranti, profughe, richiedenti asilo e native ora in scena: Leyla Akgul, Maria Anusca, Nissrin Baradii, Fridous Benson, Hasna Belouad, Olga Budistean, Pia Bizzi, Nuria Cabanas, Claudia D’Auria, Ilaria Donelli, Sokhna Mariama Diakhate, Roberta Garulli, Alida Guatri, Polina Grusca, Christiana Gnoukouri, Angela Marchetti, Enrica Mattavelli, Flora N’gbo, Glory Okojie, Teresa Portesani, Elena Ricci, Simona Spaggiari, Patrizia Sivieri, Silvia Tarasconi, Marta Toschi, Elena Vezzani; al piano Ailem Carvajal Gomez.
Donne che coraggiosamente si mettono in viaggio, a volte fuggono, arrivano in luoghi nuovi e diversi, desiderose di fare. Raccontano, aggiungono cultura a cultura, scambiano memoria con memoria: il teatro diventa scambio e incontro, il luogo dove poesia, parole ed emozioni si intrecciano e si sovrappongono in un viaggio attraverso le differenze di cultura e la comunanza dei sentimenti, creando un tessuto di emozioni e di sapienza. Uno strumento per superare le differenze culturali, senza cancellarle e favorire relazioni nuove e inedite.
Attraverso il teatro si permette di confrontarsi con la propria condizione di sradicamento: si dà voce ai racconti delle donne, per capire, aprirsi, accogliere e, forse, anche il teatro potrà fare da guida nell’individuare una strada possibile.
La rappresentazione è strutturata come una sorta di visita-spettacolo, un percorso attraverso lo spazio dove, in alcuni punti, si svolgeranno, in contemporanea, diverse azioni teatrali, che si ripetono ininterrottamente. Gli spettatori, così come i visitatori di una mostra, possono scegliere liberamente il proprio tragitto e le ‘stazioni’ in cui soffermarsi.
Parte integrante è la video installazione realizzata da Migrabilia, un laboratorio, composto da ragazzi, richiedenti asilo e rifugiati di CIAC Onlus – Parma, condotto da Giovanna Poldi Allai.
Sono ormai 14 anni che Festina Lente Teatro, in collaborazione con Vagamonde, porta avanti un’articolata esperienza teatrale, rivolta a donne migranti e native, nella quale si è sviluppato uno scambio creativo fra diverse culture: un teatro portatore di pari opportunità, uno strumento privilegiato di educazione e di integrazione sociale. In questi anni hanno indagato temi quali il viaggio migratorio, le diverse forme di discriminazione ed esclusione sociale, i diritti sanciti e quelli negati, la violenza di genere.
Festina Lente Teatro propone un teatro attento alla società, indicatore di eventi e cambiamenti che modificano il modo di essere, un teatro in cui impegno artistico e impegno civile permettono di non sfuggire dalla responsabilità del presente. La necessità del fare teatro è l’urgenza del dire, per creare relazioni, scambi, incontri, per resistere, difenderci da un mondo che spesso ci spaventa e spesso non riconosciamo. È un teatro “difficile”, che fa drammaturgia con i racconti di donne migranti, con le visioni poetiche dei matti, con le storie di donne indigene, con i disagi, con i razzismi e le discriminazioni. Raccoglie nella grande ‘discarica dei valori’ ciò che quotidianamente viene dispensato dalle relazioni tra gli uomini, fino ad entrare nell’animo dello spettatore attraverso i difetti di fusione del suo sentire. Piccole fessure attraverso le quali contaminare, emozionare, far vacillare.
Vagamonde è un’Associazione di promozione sociale con sede a Parma, dove è nata nel giugno del 2003. Da oltre un decennio con le sue diverse attività, promuove i diritti di cittadinanza delle popolazioni migranti con particolare attenzione all’universo femminile. Avendo come costante riferimento i principi dell’inclusione sociale e culturale, punta all’emersione e alla valorizzazione dei saperi, delle competenze e dei talenti delle donne del nostro territorio, tanto migranti che native. Attraverso il teatro, lo studio e l’approfondimento della lingua italiana, la cucina etnica, ha fatto, fa incontrare e ha dato voce a molte decine di donne, che hanno trovato e trovano, presso la sede di Rose&Pane, un luogo di ascolto, condivisione e partecipazione.
LA TERRA DESOLATA va in scena con: Leyla Akgul, Maria Anusca, Nissrin Baradii, Fridous Benson, Hasna Belouad, Olga Budistean, Pia Bizzi, Nuria Cabanas, Claudia D’Auria, Ilaria Donelli, Sokhna Mariama Diakhate, Roberta Garulli, Alida Guatri, Polina Grusca, Christiana Gnoukouri, Angela Marchetti, Enrica Mattavelli, Flora N’gbo, Glory Okojie, Teresa Portesani, Elena Ricci, Simona Spaggiari, Patrizia Sivieri, Silvia Tarasconi, Marta Toschi, Elena Vezzani – per la regia di Andreina Garella – ambientazione di Mario Fontanini – video installazione Migrabilia Media Lab (CIAC Onlus) a cura di Giovanna Poldi Allai – al piano Ailem Carvajal Gomez –
Le foto sono Caterina Orzi
Organizzazione Alida Guatri
Ufficio stampa Raffaella Ilari