Pensieri sparsi di una “guardona”
Ma non hanno rispettato la fila delle donne – lunga, eterna per le affamate
partecipanti – per riuscire a prendere un po’ di cibo. Hanno semplicemente
scavalcato la fila e preso il loro mangiare.
_ Alla faccia della coerenza: si predica bene e si razzola male, eh?. Il
solito problema del potere (e poi, potere de che?) E anche questa volta me
ne sono andata un po’ disgustata e molto avvilita.La sala piena, traboccante. Tante facce conosciute, tanti saluti curiosi o
affettuosi. La sorpresa o la gioia di rivedersi.
Grate alle Cinque Firmatarie per aver proposto le Tesi, per aver avuto la
forza e la capacità di organizzare l’incontro.
“Quando succedono questi miracoli si giustifica tutta la fatica per mandare
avanti la Casa”, dichiara una amica.
E’ vero. E’ bello ritrovarsi in tante, venute da tutta Italia con la voglia
di capire, di partecipare, di esprimersi, di condividere, di confrontarsi,
di…. Il giardino pieno, la sala anche. Il ristorante che lavora alla grande.
Evviva
Ma: io sono una guardona, per deformazione professionale. E ho sempre
combattuto contro la ristrettezza della comunicazione esclusivamente
verbale.
Alla fine degli incontri tra kurde e turche – raccontava una amica – le
donne si mettono a cantare in coro e a fare balli in tondo. E questo dà loro
una grande dimensione di unità e rafforza la consapevolezza di stare insieme.
L. Malaguzzi diceva che i bambini hanno 100 linguaggi e gli adulti gliene
censurano 99 (lasciandogli solo la comunicazione verbale). Penso che per le
donne (e per gli uomini) sia lo stesso. Ma chi censura gli altri 99
linguaggi? Oppure, come si opera questa castrante autocensura?
L’ironia e l’autoironia non fa parte del bagaglio culturale delle grandi
TESI e spesso – purtroppo – neanche di chi le propone. Peccato. Mi manca.
Come il sorriso, o la risata (che ci differenzia dalle bestie, dicono).
Alla proposta di farsi fotografare con il cartello “io sono femminista”,
alcune delle Cinque Firmatarie hanno risposto con un cenno serissimo di
diniego.
Ma non hanno rispettato la fila delle donne – lunga, eterna per le affamate
partecipanti – per riuscire a prendere un po’ di cibo. Hanno semplicemente
scavalcato la fila e preso il loro mangiare.
Alla faccia della coerenza: si predica bene e si razzola male, eh?. Il
solito problema del potere (e poi, potere de che?) E anche questa volta me
ne sono andata un po’ disgustata e molto avvilita.
Propongo anch’io una domanda: a quando un salto di qualità, una proposta di
azioni, un ballo, uno scoppio di risa?
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