“Per la scuola della Repubblica”. Intervista a Antonia Sani
In un momento in cui il patto costitutivo dell’Italia repubblicana è al centro del dibattito non solo parlamentare e partitico ma politico nel senso più ampio, la riflessione sulla Costituzione, la sua incidenza nel vissuto quotidiano, le aspettative che genera e l’attualità del quadro che disegna dovrebbe riguardare non solo chi ha diritto di voto ma chiunque concorra con i propri talenti, intellettualità, lavori e mezzi al progresso del Paese.
Antonia Sani, femminista, già presidente storica della Wilpf, ha dedicato la vita ai temi della Costituzione, della scolarità, della pace – contro le guerre e il militarismo – dell’educazione civica, della democrazia formale e sostanziale.
Co-fondatrice de L’ Associazione Nazionale “per la scuola della Repubblica” (1995) ne riassume le vicende in questo delicato momento di vita nazionale, sottolineando il contributo in termini saperi, interventi e divulgazione specie verso le più giovani generazioni.
D. Come nasce L’Associazione Nazionale “Per la scuola della Repubblica, Coordinamento di Associazioni*?
R. Dalla sua fondazione, 26 ottobre del 1995 per volontà di settanta intellettuali, il nostro Atto Costitutivo è stato sottoscritto da oltre 3.000 operatori/operatrici della scuola e da interi collegi dei docenti.
Abbiamo sempre affermato la priorità della funzione della Scuola statale nel formare le generazioni chiamate alla cittadinanza italiana e che una politica di riforma e riqualificazione della stessa debba attenersi fermamente ai principi inscritti nella Costituzione italiana che attribuiscono alla Scuola statale un ruolo fondamentale per lo sviluppo della democrazia nel nostro Paese.
D. Nell’avvicinarsi delle elezioni del 25 settembre il tema dei cambiamenti costituzionali dilaga nella campagna elettorale, per “attualizzarla” con normative che in alcuni casi (es. presidenzialismo) inciderebbero profondamente sugli assetti odierni. Un dibatto che viene da lontano anche se il tema, complesso e delicato, è poco uscito dagli ambienti da sempre interessati alla Costituzione; qual è stata, nel tempo, la posizione dell’Associazione?
R. L’Associazione ha promosso nel tempo eventi e corsi di approfondimento sullaCostituzione, contribuendo a divulgarla nella Scuola e presso chi vi opera.
Dal Coordinamento delle Associazioni sono sempre giunti spunti importanti in merito alle riforme indispensabili per la scuola che si trova a dovere fare i conti con i profondi cambiamenti intervenuti nel tessuto sociale, nel campo della ricerca scientifica e tecnologica, dei sistemi di comunicazione, della qualità e dell’organizzazione del lavoro.
C’è da precisare che scuola pubblica e privata esprimono esigenze rispondenti a logiche diverse.
La scuola pubblica, aperta a tutti e pluralistica nel progetto educativo, dotata di autonomia ma unitaria delle sue finalità e nel progetto formativo, è una condizione imprescindibile e un presidio di sviluppo democratico e civile del paese.
Le scuole private sono espressione della libertà di coscienza o di impresa e godono di piena tutela e legittimità costituzionale ma in quanto espressione di particolari tendenze culturali o religiose o d’impresa, non svolgono una funzione per tutt* e non hanno finalità unitarie e di progetto formativo.
Il quadro delineato dell’attuale situazione della scuola italiana e sei suoi possibili (necessari) sviluppi, richiede un grande solidale impegno da parte di tutto il Paese; proprio il carattere istituzionale e pluralista della nostra scuola pubblica la rendono ricca di valori (confronto, uguaglianza, solidarietà), promossi dalla Costituzione.
D. Tra i temi più dibattuti e divisivi c’è sempre stata la cosiddetta “ora di religione” che per decenni ha riguardato solo l’insegnamento cattolico. Che posizione ha avuto L’Associazione per la scuola della Repubblica?
R. L’Associazione e il Coordinamento, in tutte le componenti, hanno sempre evidenziato i valori della laicità e dell’uguaglianza e dato il loro contributo per liberare il campo dall’influenza del clero che soprattutto in seguito “all’ora di religione” condizionava le scelte proposte all’inizio dell’anno scolastico.
Alle questioni sollevate da noi, negli anni, alla Corte Costituzionale sono seguite celebri sentenze, con risultati pienamente stabiliti: es. La sentenza 203/1989 ha stabilito “lo stato di non obbligo” per chi non si avvale dell’IRC. Es. La sentenza 13/1991 ha stabilito che lo stato di non obbligo consente agli/alle studenti il diritto di non essere a scuola durante l’IRC.
Ricordo che l’organizzazione dell’IRC, nei vari ordini di scuola, è regolamentata da varie circolari ministeriali.
Essenziali il DL 297 del 16 aprile 1994 delle disposizioni legislative su materie di istruzione. Articolo 309, articolo 310, articolo 311 che riguardano la pagella scolastica relativamente all’insegnamento della religione cattolica e la comunicazione alla famiglia.
La difesa della laicità era il terreno di lotta affinché le diverse confessioni religiose potessero avere una loro autonomia e ogni iniziativa intrapresa era rivolta alla formazione critica del mondo della scuola in ogni componente.
Le Associazioni si sono instancabilmente battute affinché la laicità e la libertà di scelta fossero garantite in qualsiasi situazione anche con l’ausilio di giuristi disponibili a impegnarsi per la battaglia della laicità nella scuola pubblica. Abbiamo fatto la differenza accompagnando il passaggio dalla scuola del Ministero alla scuola della Repubblica
D. Come si pone l’Associazione, nell’oggi?
R. Al momento non abbiamo una progettualità comune per problematiche insorte con il recente cambio di statuto. Ci sono visioni non coincidenti e rischiamo di sdoppiare l’Associazione, perciò mi sono personalmente impegnata (anche attraverso la richiesta di questa intervista, per la quale ringrazio), in una mediazione che possa disegnare un futuro all’altezza del nostro percorso.
* N. b. Aderivano al vecchio Coordinamento: Associazione Nazionale per la Scuola della Repubblica, Tavolo Regionale della Toscana per la difesa della scuola statale, Tavolo regionale del Lazio per la difesa della scuola statale, Comitato scuola della Repubblica di Firenze, Coordinamento delle scuole secondarie di Roma, Comitato Bolognese Scuola e Costituzione, Coordinamento genitori democratici della Liguria, Coogen Torino, Coordinamento precari CPS di Napoli, Associazione Non Una di Meno Milano, la Scuola siamo noi Parma.