La presentazione dei risultati del sistema di sorveglianza della mortalità materna  nell’aula Pocchiari dell’Istituto di Sanità  si è svolta in un clima  insolitamente partecipato da parte del  pubblico di oltre duecento operatori. Un tema che sembrerebbe prestarsi solo alla fredda  registrazione scientifica, è emerso con forza in tutte le sue implicazioni multidisciplinari, politico-organizzative, umane, senza nulla concedere  all’approssimazione – ma anzi,  mettendo in rilievo le potenzialità scientifiche del problema “sorveglianza”

Il gruppo delle cinque ricercatrici  che hanno svolto il progetto, con Serena Donati che ne è la responsabile scientifica,ha impostato il lavoro secondo criteri di ricerca-intervento: un metodo che coinvolge concretamente nella raccolta di dati statistici e clinici, nella valutazione e nell’analisi, una rete di  referenti regionali e locali dell’ISS. Si tratta di un metodo di sorveglianza attiva che è stato da loro già sperimentato per la formulazione di una prima linea guida sulla maternità del 2013. Sono parte della  rete, attiva nelle regioni (non tutte, ancora!), i presidi locali   creati ad hoc in ospedali pubblici e privati: fonte indispensabile di informazioni  sulle vicende cliniche e le complesse esigenze delle donne lungo il  percorso di maternità. Le informazioni su casi in discussione possono essere oggetto di audit nei comitati regionali collegati a quello nazionale, per migliorare la qualità dell’assistenza anche in vista della evitabilità degli esiti negativi.  Lo stesso presidente dell’ISS Walter  R icciardi ha definito questo metodo , nato per iniziativa spontanea, come estremamente efficace. Il risultato sta nell’ arricchimento delle conoscenze sul modello clinico-organizzativo, a vantaggio dell’intera collettività, ed aiuta a mettere in evidenza le buone pratiche.  In effetti,  l’interesse e la disponibilità di molti operatori e professionisti della sanità sono ormai palpabili, e il loro coinvolgimento non si limita a prospettive di formazione da recepire passivamente. Un aspetto centrale del percorso nascita è la presenza di team affiatati, in cui ciascuno è preparato a svolgere un compito preciso, in particolare nelle emergenze.

L’approccio statistico,  estremamente puntuale, tende a rilevare eventi significativi sia per la salute  delle singole donne che per l’ operato delle strutture sanitarie. Esemplare è la raccolta e valutazione dei dati che riguardano i decessi  per emorragia, con l’emersione del problema della sottostima dovuta alla registrazione del solo  certificato di morte. Risaltano, inoltre, fattori di rischio spesso trascurati  ma presenti, ad esempio, nel parto cesareo (troppo praticato in Italia),  nella riproduzione assistita e, riguardo alla gravidanza, il fattore anemia. Il modello di ricerca-intervento descritto nel convegno. ha come presupposto un sistema di relazioni incardinato nel territorio, ed è aperto alla valutazione del singolo caso  come quadro complessivo riferito a una donna:  quindi prende in considerazione anche l’ascolto.

Abbiamo ascoltato una relazione sul disagio psichico che può accompagnare la maternità, altre sull’ascolto della sofferenza e l’elaborazione di gruppo,  che in parte riecheggiavano antichi temi del femminismo; è stata evocata persino un’ipotesi di “pronto soccorso emotivo”  Non si tratta di una novità dal punto di vista scientifico, quando si prenda in considerazione,– come ha fatto un relatore, la sfida del ricercatore olandese   Stapel  autore di . The Secret Life of Emotions”

Le sfide del futuro sembrano chiamare in causa una formazione muldisciplinare degli operatori e il valore etico della comunicazione ad ampio raggio dei risultati della ricerca.  D’altronde  l’inclusione dell’etica della cura nella professione sanitaria presuppone  un modo di essere, un habitus e, al limite è una sfida per lo statuto epistemologico della scienza ( in cui il sapere è potere). Non può  essere confusa con il moralismo di una bioetica formale, in quanto si lega all’empatia e all’ascolto, le sole capaci di mettere in rilievo ciò che è normalmente non visibile perché trascurato.

C’è solo da augurarsi  che politica e istituzioni sappiano cogliere i messaggi racchiusi in questo lavoro.

Al seguente indirizzo è possibile vedere e scaricare le presentazioni del Convegno: http://www.epicentro.iss.it/itoss/