Mentre “il feroce femminicidio di Sara Di Pietrantonio suscita sgomento e dibattito”, arriva la denuncia: “Il Comune di Roma vuole chiudere lo storico centro antiviolenza Colasanti e Lopez attivo dal 1997 nel sostegno alle donne vittime di maltrattamenti”.
Non solo: anche gli altri servizi antiviolenza della Capitale rischiano la chiusura. Il mio appello: “Faccio questo lavoro da molto tempo. E questo dimostra ancora una volta che si fa presto a dire alle donne “denuncia” e poi contemporaneamente chiudere tutti gli spazi di ascolto e di sostegno!”.
Il Centro è un punto di riferimento storico sul territorio romano, sia per le donne che nel corso di 20 anni hanno avuto accesso alla struttura, sia per tutte le istituzioni (Forze dell’Ordine, Procure, Ospedali, servizi sociali, associazioni del privato sociale, ecc) che hanno trovato nel Centro antiviolenza un imprescindibile strumento sia di emersione che di presa in carico del grave e diffuso fenomeno della violenza di genere.
Dal 1997 il Centro Antiviolenza ha aiutato e seguito quasi 10000 ( per l’esattezza 8958 alla data di oggi) donne, provenienti da tutti i municipi di Roma, oltre che da altre città e regioni di Italia.
Ha inoltre ospitato più di 300 donne, con figli minori, che hanno avuto una reale opportunità di ricostruire la propria esistenza, fortemente messa a repentaglio dalle violenze subite, e di progettare un futuro libero, indipendente e sereno.
Un luogo così importante per il contesto sociale romano è a rischio chiusura: la struttura infatti sorge all’interno dell’edificio “Ex Bruno Buozzi”, di 7 piani, che accoglie diverse case famiglia, centri anziani, servizi socio-sanitari, tutti afferenti al Comune di Roma.
Sulla base delle informazioni ricevute, abbiamo appreso che l’edificio intero non è di competenza comunale (come appariva certo e documentato, anche da determine comunali che risalgono al 1996) ma che in realtà la proprietà di esso è del
Chiediamo ai/alle candidati/candidate sindaco/sindaca di Roma di prendere immediatamente posizione su questo grave problema, del quale abbiamo già provveduto ad informare il Commissario straordinario Francesco Paolo Tronca.
Chiediamo alle istituzioni, alle organizzazioni antiviolenza, alla società civile che si può definire tale e alla stampa di schierarsi a difesa del Centro antiviolenza.
Chiediamo di capire e far capire la gravità della situazione e il danno politico, etico e sociale che la chiusura del Centro Lopez e Colasanti (nonché di tutti gli altri servizi antiviolenza del Comune di Roma) rappresenterebbe per la comunità tutta.
In mancanza di mobilitazioni adeguate dovremo concludere che “gli indifferenti” non sono solo gli automobilisti che non hanno soccorso Sara Di Pietrantonio all’alba del 29 maggio. E che le dichiarazioni di cordoglio e di esecrazioni sono solo colpevoli bugie. |