Perché si ricomincia con vecchie ricette?
La nuova Tangentopoli mi lascia ancor più interdetta della prima. Che già non mi era piaciuta per un sentore di inautenticità, di prefabbricato, di “recitato” che pareva avere. E per altre ragioni più serie che avevo scritto su “Avvenimenti”.
Mi dicevo: se si tratta di tangenti, come mai resta fuori Roma già oggetto della campagna dell’Espresso detta “Roma ladrona”? come mai resta fuori la voce di Franzoni che aveva fatto una precisa campagna di denuncia delle speculazioni edilizie vaticane nella capitale?
Insomma non riuscivo a credere che all’improvviso si scoprissero tante magagne prima rimaste impunite anche se dichiarate.
Inoltre mi spiaceva la spregiudicatezza delle carcerazioni cui seguirono anche suicidi, e del resto anche altri suicidi e uccisioni misteriose anche fuori dal carcere.
Soprattutto poi il fatto che {{la Magistratura, uno dei tre poteri dello stato, tendesse a invadere il terreno dell’Esecutivo e del Legislativo}}, il che era davvero un malanno, dato che gli stati di diritto fondano il loro garantismo sulla separazione dei poteri.
Insomma – per farla breve – temevo che lo sconvolgimento avrebbe prodotto una cultura giustizialista e confusa e che non sarebbe stata in grado di ridurre la corruzione politica.
Come volevasi dimostrare: {{uno dei giudici milanesi di allora dice che la corruzione da allora è cresciuta addirittura}}.
E allora{{ perchè si ricomincia con la stessa inefficace e pericolosa ricetta?}} Un po’ per incapacità o confusione, ma un po’ in modo non innocente: chi avesse voglia o se qualcuno vuole avviare una democrazia autoritaria, non ha che da continuare così e il gioco è fatto.
Intanto {{la barbarie avanza e il ceto politico del nostro paese sembra incapace di accorgersene}}. Ad ogni problema si aumentano polizia carabinieri, impiego dell’esercito, sembra che non sia possibile affrontare una questione prevenendo spiegando cercando ragioni e motivazioni. Le persone di sinistra che gridavano la loro scandalizzata protesta ad ogni mossa del governo Prodi, {{trangugiano tutto in silenzio}}, diventando seguaci della cultura grillesca; o si astengono dal voto. Un bel casino.
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