Persepolis: tagliando e cucendo piccole rivoluzioni
Difficilmente mi metto paura, piango e rido di cuore, eppure vedendo il film Persepolis, mi sono accadute tutte e tre le cose, disordinatamente.
In effetti mi ha fatto anche tornare la voglia di fumare, anche se non lo farò, perchè Marjane la protagonista fuma tanto, come la nonna.Lei, la Satrapi, si permette di continuare nel vizio e dice ridendo: “Fumo molto e in America di più: mi sono rifugiata a West Hollywood, un enclave di fumatori, sto in un albergo dove si fuma, faccio interviste fumando anche se mi guardano male. Ho vissuto in Francia perché si fumava liberamente. Non mi resta che trasferirmi in Grecia….”
E racconta con i suoi disegni, la ragazza con meno di 40 anni, la bambina intelligente e sognatrice, la donna fragile e determinata che lei è con tutte le contraddizioni come il suo Iran.
_ Mi sono persa nei suoi occhi scuri, diventano sottili solo quando è furibonda, corrono a guardare tutto da quando è nata, sono neri come il fumetto, come il velo sopra le teste delle donne, come le barbe , come il neo al lato del naso…
Dal 1994 ha lasciatol’Iran, si è laureata a Teheran con un progetto per un parco divertimenti sulle divinità della mitologia persiana, anche se le eroine che lei descriveva non avevano il velo e pertanto, il progetto fù scartato.
_ Venne quasi obbligata della mamma a trasferirsi a Parigi, dove l’ hanno per fortuna consigliata di raccontarsi attraverso i fumetti che hanno dato vita a Persepolis e alle studentesse che rischiano sempre la lapidazione: “Noi sappiamo che viviamo in una dittatura, ne siamo consci. Però gli occidentali pensano di vivere in una democrazia, anche se non lo è. Quindi loro sono più confusi di noi. Quando penso che il 63% degli studenti in Iran sono delle ragazze e delle donne, mi rendo conto
che c’è stata un’evoluzione”.
Marjane racconta tutto, dalla prima infanzia quando adorava lo Scià, come me ragazzina che leggevo incantata su Novella allora senza 2000, la storia di Soraya Esfandiary, la principessa dagli occhi tristi per cui lo Scià aveva ripudiato la prima moglie e poi lei ripudiata per Farah Diba.
La rivoluzione a cui parteciparono i suoi genitori, durata solo pochi mesi e poi la guerra e ancora la guerra sempre contro tutti, donne e uomini, fatta da quelli del suo paese e poi da quelli dell’Iraq e poi di nuovo da dentro e lei che lotta, sempre.
Marjane racconta e prova tutto, l’essere una bambina che conduce una vita comoda, una poveraccia, un’ emigrante, una punk, una col velo, un’anarchica, una che accetta una che protesta, sposa e divorziata. Il film è un’autobiografia e un documento politico di una famiglia resistente, come la nonna la mamma il padre lo zio…
Il film racconta la storia, che non è fatta solo di guerre e racconta
magistralmente anche quelle, ma anche di arresti e feste nascoste, della repressione culturale, della ribellione contro i guardiani della rivoluzione e le suore austriache con la croce.
_ Solo per pochi momenti Persepolis diventa a colori ed è tale
solo nelle sequenze a Parigi, poi sprofonda tutto e sempre nel bianco e nero.
_ Sembra una fiaba magica nata tutta lì, in ciò che vediamo, invece è costata
ottantamila disegni a mano, senza mai ricorrere al digitale.
Quando sono uscita l’altro giorno dal cinema, sono subito entrata in una libreria e ho comprato “Pollo alle prugne”, il suo ultimo libro uscito, non volevo staccarmi da lei e dalla narrazione di una splendida mostruosa realtà, quella dove un uomo, lo zio artista, ha perso il tar, la chitarra persiana, e anche la musica come il gusto della vita.
“Per me la politica è dare risposte semplici a questioni complicate. Il mio film racconta una storia: sta al pubblico rifletterci su”. Andate a vederlo, non pensateci troppo, andate a vederlo Persepolis e poi quando uscite dal cinema mi saprete dire.
Marjane sostiene di aver incanalato la sua rabbia, trasformandola con passione in ciò che scrive: “per me, il più grande successo è accorgermi che persone che non hanno mai letto o sentito parlare di queste cose, si identifichino con ciò che scrivo e comprendano profondamente il grado di orrore. Riescono a capire senza averlo vissuto, questo è ciò che voglio.”
Penso allora che dovrebbero portare tutte le scuole inferiori e superiori a vedere questo film, come dovrebbero vedere Zero – la vera storia dell’11 settembre…
Marjane si fa amare, Marjane Satrapi vola via nella sua nuvoletta di fumo, sopra un tappeto persiano, trattenuta però da me nelle pagine di un libro, che basta sfogliare e appare tutto come strofinando la lampada di Aladino, come in una fiaba che fà paura anche ai grandi e di cui nessuno sa la fine.
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