PESCOMAGGIORE (Abruzzo) l’Eco Villaggio Autocostruito può ospitare turist* e volontar*
Un’idea per l’estate? Andate a Pescomaggiore, il borgo abruzzese distrutto dal terremoto dell’Aquila e ricostruito dal basso, l’ecovillaggio autocostruito dai residenti su terreni concessi in comodato, è composto da case antisismiche con un minimo impatto ambientale e un costo pari ad 1/5 degli appartamenti del progetto C.A.S.E. A Eva (Eco villaggio autocostruito) in quest’estate la comunità accoglie gruppi, chi vuole dare una mano e chi sceglie anche solo di passare di là per star bene insieme. Qui trovate i recapiti
Articolo di Stefania Chiarella
Nel borgo abruzzese di Pescomaggiore si è concretizzata una risposta “dal basso” ai devastanti effetti causati dal terremoto che il 6 aprile 2009 ha distrutto L’Aquila. La maggior parte dei residenti, rifiutando il progetto governativo C.A.S.E, ha optato per un recupero autonomo con il progetto Borghi Attivi, confluito in seguito nello Statuto dei Luoghi.
Esempio di pianificazione partecipata, lo Statuto dei Luoghi è stato redatto con lo scopo di fronteggiare lo sfaldamento della comunità e di tracciare delle linee guida per una rivitalizzazione sostenibile del territorio. In assenza di strutture abitative temporanee in prossimità del centro, il Comitato per la Rinascita di Pescomaggiore, sorto su iniziativa spontanea dei residenti, si è reso promotore di un insediamento collettivo ecosostenibile, autocostruito e autofinanziato: E.V.A., l’Eco Villaggio Autocostruito.
L’ecovillaggio, edificato su terreni concessi in comodato, è composto da case antisismiche con un minimo impatto ambientale e un costo pari ad 1/5 degli appartamenti del progetto C.A.S.E. La tecnologia costruttiva ha previsto l’utilizzo di una struttura portante in legno e di una tamponatura in balle di paglia, pratica che si inserisce in modo naturale nel paesaggio agrario circostante, dato che la materia prima è fornita in loco dai campi di cereali adiacenti.
L’energia elettrica è garantita da impianti fotovoltaici e il riscaldamento da una stufa a legna che, in virtù della paglia e di una perfetta coibentatatura, necessita di poche ore di accensione. Il villaggio è stato inoltre dotato di un impianto di fitodepurazione e di compostiere in cui i rifiuti organici sono trasformati in fertilizzante per gli orti, irrigati anche grazie all’incanalamento dell’acqua piovana.
La creazione dell’ecovillaggio ha rappresentato per la comunità una risposta sostenibile e resiliente allo shock causato dal sisma. Il caso di Pescomaggiore è infatti emblematico dell’opportunità di coniugare un modello che affronta gli effetti di un disastro ambientale con un’attività partecipativa di recupero e valorizzazione del patrimonio, di promozione del turismo sostenibile e di lavoro “verde”. La fruizione delle risorse locali e l’implementazione dei meccanismi di solidarietà tra le vittime, indipendentemente dalle istituzioni, si è rivelata fondamentale nell’ambito di un’ottica “basso-alto”.
Nella primavera del 2014 sei degli otto occupanti di E.V.A. hanno abbandonato l’ecovillaggio per la conclusione dell’esperienza emergenziale e per la dissoluzione dell’originaria comunione di intenti e di risorse.
Le strutture sono ora destinate all’accoglienza di turisti, visitatori e volontari per cui, se quest’estate voleste trascorrere qualche giorno all’insegna dell’eco-sostenibilità, dando il vostro supporto alle popolazioni colpite dal sisma, l’ecovillaggio di Pescomaggiore potrebbe rappresentare una bella opzione.
Fonte: Speciale Estivo 2017 di Ecopolis NewsLetter