Piccole orecchie o “un paio di orecchie”?
Che cosa Vive, oggi, di quel percorso autocoscienziale e/o di altre pratiche affini, nella formazione personale e politica delle donne indirizzata a una nuova “politica delle donne”? Forse bisogna avere delle piccole orecchie per ascoltare le donne, le loro storie, le loro peripezie, per cogliere fino in fondo il Tragico della condizione femminile.
Piccole come quelle di Arianna…il doppio femminile di Dioniso.
{Sii saggia, Arianna!…
Hai piccole orecchie, hai le mie orecchie:
metti là dentro una saggia parola!…}
Piccole come quelle di Carla Lonzi che piuttosto che scegliere di “diventare un Paio d’Orecchie” come quelle appiccicate alla testa di coloro che hanno finito per fare della psicanalisi una “professione” triste, una pratica che ha allontanato molte donne dal femminismo e dalla politica, rassegnate – con buona pace degli psicanalisti – ad accettarsi come “oggetto del desiderio dell’uomo” (Lacan) – scriveva:
{Magari dovrei io stessa andare da un analista e poi passare al professionismo. Ma veramente m’interesserebbe occuparmi di qualcuno professionalmente, su una falsariga scientifica rivelatami da altri?} (C. Lonzi, Diario di un femminista, 1975, p.777)
{{{Leggi l’articolo di Paola Zaretti}}}
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