PISA – Dentro palazzo Gambacorti si è definitivamente insediata un’amministrazione comunale collusa con la cultura della violenza, fuori invece si è mobilitata per settimane una città che quella cultura riconosce, rifiuta e combatte in ogni sua forma.
Come avrete saputo, martedì 31 luglio 2018 in consiglio comunale a Pisa è stata respinta la mozione su Andrea Buscemi mentre in piazza, sotto le finestre del Comune, tante cittadine e cittadini manifestavano il proprio sdegno per la sua nomina ad assessore. E ora? In molte oggi ci facciamo questa domanda. La risposta crediamo sia proprio in ciò che è accaduto lo scorso martedì e in questo ultimo mese. Dentro palazzo Gambacorti si è definitivamente insediata un’amministrazione comunale collusa con la cultura della violenza, fuori invece si è mobilitata per settimane una città che quella cultura riconosce, rifiuta e combatte in ogni sua forma.
Ecco da quella piazza e da quella straordinaria mobilitazione possiamo e dobbiamo ripartire. Quanto è accaduto in queste settimane è per noi un punto di partenza e non di arrivo. Lo abbiamo detto fin dall’inizio e oggi non possiamo che ribadirlo: non ci fermeremo! Non smetteremo di contestare l’inaccettabile nomina di Buscemi, non smetteremo di vigilare su questa amministrazione e soprattutto non smetteremo di denunciare la cultura della violenza dentro e fuori le istituzioni di questa città.
Questa amministrazione e questo sindaco – che ha nominato assessore un uomo colpevole di stalking, che ha chiuso il consiglio comunale e che mai ha detto una parola pubblica su quanto stava accadendo – devono sapere che questa battaglia non si è affatto chiusa ma è appena iniziata! La grande mobilitazione che tutte e tutti abbiamo messo in moto va allargata, rilanciata e alimentata con nuove idee e iniziative, valorizzando quello che è stato un punto di forza e un primo grande risultato: portare dentro il consiglio comunale e nelle piazze della città una battaglia che non è della Casa della donna o di una parte politica ma una battaglia di civiltà e democrazia in cui tante cittadine e cittadini si riconoscono.
Da qui dobbiamo ripartire. Ripartiamo da noi, dalle donne di questa città, dalla comune consapevolezza che la cultura della violenza ci riguarda tutte e tutti, perché si annida ovunque e ovunque va combattuta. Ripartiamo da noi, dalle pratiche e dalle parole che abbiamo pensato, cantato, scritto in queste settimane. Ripartiamo da noi e da ciascuna.
Ci rivediamo a settembre, buona estate a tutte e tutti voi!
Ps. Sui nostri profili Facebook, Twitter e Flickr sono disponibili video e foto della mobilitazione di martedì scorso. A questo link, invece, la rassegna stampa sul caso Buscemi, dal 1 luglio ad oggi.