PISA – il 24 e il 25 Settembre 2016 – Rassegna Pedagogica – “Fare Anima in Educazione. La Bellezza come Visione e come Pratica”.
C’è un filo rosso, da riconoscere e spezzare, che lega l’economicismo liberista e l’ossessione per i numeri con il fare educazione. C’è bisogno di rifiutare la logica dell’efficienza, della calcolabilità, del controllo, della gerarchia. Scrive Sara Costanzo, pedagogista: “Chi è lento nella scrittura è disgrafico, chi lo è nella lettura è dislessico, chi si agita troppo è iper cinetico, chi sta troppo in disparte rischia di diventare depresso, chi rimane indietro nell’apprendimento ha un po’ di ritardo, chi disturba troppo in classe è oppositivo…”. È tempo di restituire anima alle relazioni e ai luoghi dell’educazione. È tempo di nuovi sguardi sul fare scuola e sul mondo. Un articolo e un appuntamento
Articolo di Sara Costanzo, una pedagogista che ha aderito alla campagna Facciamo Comune insieme
Oggi il livello di sviluppo è la misura della crescita. Efficienza, calcolabilità, prevedibilità e controllo. Non restare indietro. Nell’esperienza di crescita dei nostri figli, il deficit oggi è sempre più dietro l’angolo. Chi è lento nella scrittura è disgrafico, chi lo è nella lettura è dislessico, chi si agita troppo è iper cinetico, chi sta troppo in disparte rischia di diventare depresso, chi rimane indietro nell’apprendimento ha un po’ di ritardo, chi disturba troppo in classe è oppositivo. La scuola amplifica al massimo il modello della performance, non trovando luogo a ciò che è incerto, fragile, vulnerabile. Test di ingresso, tabelle di competenza, livelli di capacità. Si moltiplica sempre più precocemente l’infinita gamma dei disturbi del carattere. Come possiamo invece, restituire Anima alla relazione? ad un progetto educativo che esca fuori dalla corsa perfomante dell’efficacia a tutti i costi, dei profili di competenza, delle tabelle di crescita? Come possiamo restituire Anima ai luoghi dell’educazione?
E ancora: come considerare la bellezza dello spazio dove i nostri figli trascorrono il loro tempo, le loro giornate? Le aule, i centri aggregativi, le piazze, la città? e qual’è lo spazio interno delle nostre case? le nicchie dove ancora possiamo incontrarci con i nostri figli, l’angolo per un confronto quotidiano con i loro volti, l’armadio della memoria da tramandare, un tappeto intessuto di intimità? Che spazio hanno oggi i riti nelle nostre giornate? Che importanza assumono i libri di testo, la Bellezza delle immagini con cui appassionare ancora i ragazzi? Intorno a queste domande nasce il convegno “Fare Anima in Educazione. La Bellezza come Visione e come Pratica” (Pisa, 24 e 25 settembre, leggi sotto, qui l’evento facebook).
Se la Bellezza è fatta di dettagli, di gesti, è importante poter recuperare uno sguardo all’interno, aver cura per ciò che è inferiore, per un ascolto di ciò che abita in profondità, verso uno sguardo più umile e più attento, con un “ri-guardo” a forme minori, forse più astenute, più raccolte, ma in contatto autentico con il mondo del sentire che ci origina, rispetto alla dirompente logica del progredire a tutti i costi.
Tutti sappiamo che diventare più grandi – scrive James Hillman – non significa solo migliorare, ma accettare la contraddizione fra positivo e negativo, che maturare significa anche appassire, e che l’indipendenza comporta anche la solitudine. Fare Anima è dunque uscire da una logica gerarchica, da un impulso quasi maniacale di voler a tutti i costi controllare e possedere il territorio, l’ambiente, l’educazione dei figli, in cerca di una prestazione sempre più alta. Nel troppo chiarore, la troppa luce acceca. È prezioso allora anche il lavoro di un educatore sappia mostrare come confidare anche nell’ombra, perché qualcosa di bello possa venire alla luce. Prezioso che un genitore possa abitare con più attenzione la scomodità di una soglia incerta del figlio, invece che ricorrere con ansia e velocemente, da uno specialista “aggiustatore”. Prezioso saper costruire e promuovere nelle nostre città, spazi di apertura alla diversità, invece che spazi di riduzione.
Una Pedagogia della Bellezza è anche una pedagogia della “Soglia”, del sostare, del saper accogliere, osservare con Animo partecipe e partecipante. Il Fare Anima come sottrazione da una corsa smisurata verso il vertice, e come costruzione di una nuova visione di Educazione e di cultura, che sappia abitare di nuovo la Terra, il chiaroscuro, l’Anima del mondo.
In collaborazione con la Facoltà di Scienze della Formazione dell’ Università di Milano Bicocca e del “Teatro degli Incontri” di Milano, a Pisa, il 24 e il 25 Settembre prossimo la Rassegna Pedagogica “Fare Anima in Educazione. La Bellezza come Visione e come Pratica”.
Partecipare alla Rassegna, consente di prendere parte a tutti ed i particolare a quanti si occupano di Educazione, alla presentazione dei modelli teorici e dei metodi di lavoro scaturiti dalla cultura del “Fare Anima”, seguiti dalla sperimentazione di pratiche pedagogiche capaci di restituire intensità, fascino, profondità, alla sensibilità educativa. I laboratori esperienziali della Rassegna-“Radure Immaginali”, saranno condotti da formatori esperti nei campi dell’educazione e della pedagogia, a livello nazionale.
Questa proposta nasce da un impegno a vivere l’esperienza educativa fuori dalla logica di una sorveglianza dell’Altro e del suo assoggettamento e vuole favorire una esperienza di educazione che si contrapponga ad un modello gerarchico, trasmissivo, verticista. La dimensione corporea e sensibile, il mondo delle immagini, le pratiche espressive poetiche e artistiche, sono Radure in cui la nostra sensorialità si risveglia e ci permette di Fare anima.
L’obiettivo della Rassegna:
Riflettere sula percezione del mondo e delle relazioni attraverso una Visione che ci educa ad “Abitare la terra” e ci insegna ad Ospitarne la Bellezza.Ogni qual volta riattiviamo la nostra percezione immaginativa, re-impariamo a governare l’impulso oggi quasi maniacale di voler a tutti i costi possedere e controllare: dalla prestazione scolastica, al territorio, all’ambiente, all’educazione dei figli, alle cose.
A chi è rivolto:
E’ rivolto alla cittadinanza tutta ed in particolare a tutti coloro che a vario titolo si occupano di educazione: insegnanti, educatori, genitori.