PISA – Report tavolo Lavoro e Welfare dell’assemblea nazionale NON UNA DI MENO
Arrivati al quarto appuntamento nazionale, il tavolo Lavoro e Welfare ha definito i contenuti da inserire all’interno del piano antiviolenza femminista dal basso e ha proseguito i suoi lavori concentrandosi sulla messa in rete di esperienze e pratiche riproducibili, con l’intento di creare e condividere proposte di campagne verso il 25 novembre ed oltre.
L’ampia discussione ha riportato la centralità dei principi e degli obiettivi già emersi nei precedenti incontri, valutandoli come contenuto essenziale da inserire all’interno della prima stesura del piano e come cornice generale delle pratiche, delle campagne e delle mobilitazioni in discussione nella seconda parte dei lavori di ieri.
L’articolazione complessa dell’analisi prodotta nell’ultimo anno ha fatto emergere, da più parti, la necessità di confrontarsi sulla traduzione concreta dei contenuti del piano che ci apprestiamo a scrivere, nei contesti territoriali e sul fronte delle mobilitazioni nazionali.
Le narrazioni di esperienze territoriali si sono intrecciate con linee guida già tracciate e promosse e sono state fondamentali per l’individuazione di possibili campagne e lotte sui temi del reddito, salario e welfare. Tutto questo, sostenuto dall’importanza centrale di ragionare sulla necessità di fare rete, su un nuovo concetto di sciopero sociale, così come messo in campo nella giornata dell’8 marzo e sulla necessità di partire da sé per sviluppare momenti di precipitazione in date nazionali e transnazionali in cui esprimere la forza e la determinazione sprigionate dai territori.
In questi contesti, la costruzione di reti di donne è stata letta inoltre come fondamentale per allargare pratiche di vertenza a fronte di possibilità di mobilitazione permanete e comune.
Il ventaglio di proposte risultanti dalla discussione, rispecchiano le molteplici anime e i percorsi che compongono il tavolo, ma sono tutte accomunate dalla necessità di attaccare questo sistema capitalistico e patriarcale per combattere la sua violenza nel suo aspetto strutturale.Campagne sul terreno del lavoro:
• Contro mobbing, molestie e sessualizzazione del lavoro;
• Contro lo sfruttamento;
• Contro il Job’s act e la precarietà;
• Per la creazioni di reti mutualistiche che si avvalgano di vari strumenti quali ad esempio casse di resistenza, nuove forme di sindacato autorganizzato, autoinchiesta, inchiesta e sportelli.
Campagne sul terreno del welfare: • contro il ricatto delle attuali misure di integrazione al reddito;
• Per l’individuazione delle risorse per la casa, la maternità e la genitorialità e per i servizi a sostegno dell’autonomia delle donne;
• Per un welfare incentrato sull’individuo anziché sulla famiglia;
• Per la creazioni di reti sociali che si avvalgano di strumenti come l’autoinchiesta, l’inchiesta e sportelli.
Verso il 25 novembre è emersa, poi, la necessità di proporre alla plenaria la possibilità di una data intermedia territoriale per quanto riguarda il nostro tavolo, nella libertà di azione su specificità delle singole necessità di intervento territoriale.
Sulla giornata del 25, si è discussa sia la possibilità di una data nazionale sia di una territoriale. Ci che rimane importante per il tavolo è l’individuazione per quel giorno di obiettivi-simbolo sulla base delle campagne proposte e che indichino i responsabili della nostra condizione quotidiana di subalternità, con la determinazione e la forza che tutte e tutti insieme siamo in grado di mettere in campo.
L’ampia discussione ha riportato la centralità dei principi e degli obiettivi già emersi nei precedenti incontri, valutandoli come contenuto essenziale da inserire all’interno della prima stesura del piano e come cornice generale delle pratiche, delle campagne e delle mobilitazioni in discussione nella seconda parte dei lavori di ieri.
L’articolazione complessa dell’analisi prodotta nell’ultimo anno ha fatto emergere, da più parti, la necessità di confrontarsi sulla traduzione concreta dei contenuti del piano che ci apprestiamo a scrivere, nei contesti territoriali e sul fronte delle mobilitazioni nazionali.
Le narrazioni di esperienze territoriali si sono intrecciate con linee guida già tracciate e promosse e sono state fondamentali per l’individuazione di possibili campagne e lotte sui temi del reddito, salario e welfare. Tutto questo, sostenuto dall’importanza centrale di ragionare sulla necessità di fare rete, su un nuovo concetto di sciopero sociale, così come messo in campo nella giornata dell’8 marzo e sulla necessità di partire da sé per sviluppare momenti di precipitazione in date nazionali e transnazionali in cui esprimere la forza e la determinazione sprigionate dai territori.
In questi contesti, la costruzione di reti di donne è stata letta inoltre come fondamentale per allargare pratiche di vertenza a fronte di possibilità di mobilitazione permanete e comune.
Il ventaglio di proposte risultanti dalla discussione, rispecchiano le molteplici anime e i percorsi che compongono il tavolo, ma sono tutte accomunate dalla necessità di attaccare questo sistema capitalistico e patriarcale per combattere la sua violenza nel suo aspetto strutturale.Campagne sul terreno del lavoro:
• Contro mobbing, molestie e sessualizzazione del lavoro;
• Contro lo sfruttamento;
• Contro il Job’s act e la precarietà;
• Per la creazioni di reti mutualistiche che si avvalgano di vari strumenti quali ad esempio casse di resistenza, nuove forme di sindacato autorganizzato, autoinchiesta, inchiesta e sportelli.
Campagne sul terreno del welfare: • contro il ricatto delle attuali misure di integrazione al reddito;
• Per l’individuazione delle risorse per la casa, la maternità e la genitorialità e per i servizi a sostegno dell’autonomia delle donne;
• Per un welfare incentrato sull’individuo anziché sulla famiglia;
• Per la creazioni di reti sociali che si avvalgano di strumenti come l’autoinchiesta, l’inchiesta e sportelli.
Verso il 25 novembre è emersa, poi, la necessità di proporre alla plenaria la possibilità di una data intermedia territoriale per quanto riguarda il nostro tavolo, nella libertà di azione su specificità delle singole necessità di intervento territoriale.
Sulla giornata del 25, si è discussa sia la possibilità di una data nazionale sia di una territoriale. Ci che rimane importante per il tavolo è l’individuazione per quel giorno di obiettivi-simbolo sulla base delle campagne proposte e che indichino i responsabili della nostra condizione quotidiana di subalternità, con la determinazione e la forza che tutte e tutti insieme siamo in grado di mettere in campo.