“Una comunicazione decontestualizzata, che vanifica tutto il lavoro che fanno i centri antiviolenza, equivocando su un punto fondamentale: che sia solo il femminicidio che vada evitato, e non la violenza che lo precede, spesso sopportata dalle donne per anni nella speranza che prima o poi le cose cambino”.

Lella Palladino, presidente di D.i.Re, Donne in rete contro la violenza, la rete che riunisce 80 organizzazioni che gestiscono centri antiviolenza e case rifugio in 18 regioni, si associa alla protesta dell’Associazione Telefono Donna e Casa rifugio Ester Scacciardone di Potenza, per chiedere insieme alla Consigliera di parità della Regione Basilicata Ivana Pipponzi, “la rimozione immediata del manifesto del convegno intitolato ‘Amore, ma se mi uccidi, dopo chi picchi?’, previsto a Potenza il prossimo 13 aprile”.

“Ci stupisce inoltre che nessuno dei rappresentanti delle istituzioni che hanno dato il proprio patrocinio all’iniziativa abbia notato il cortocircuito proposto dal titolo, che certo vuole essere provocatorio, ma di fatto si presta a una lettura che legittima la violenza nelle relazioni”, sottolinea Palladino.

“Non è di ironia e di provocazioni che il lavoro di prevenzione ha bisogno. Comunicare correttamente è il primo passo per contribuire davvero a contrastare la violenza maschile contro le donne”, conclude Palladino.

D.i.Re Donne in rete contro la violenza

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