Prende il via la campagna di informazione sull’infezione da Papillomavirus
Si è tenuta il 18 settembre 2007, presso l’Hotel Minerva di Roma, la conferenza stampa di presentazione della campagna di informazione sull’infezione da Papillomavirus, promossa dalla Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo). Il virus, di cui esistono ben cento tipologie diverse, è responsabile di patologie riguardanti varie parti del corpo umano: i papillomavirus cutanei, ad es. possono causare le verruche, piccole lesioni della pelle che tutti conosciamo. In altri casi, però, ben più gravi, entrando in contatto con gli organi genitali, il Papillomavirus può provocare altre malattie, la più grave delle quali è il cancro del collo dell’utero.
Il progetto pilota {“Uniti contro il Papillomavirus”} è partito nel 2006, mentre da quest’anno prende il via, in maniera ufficiale, la campagna di informazione sull’argomento. E dal 1° gennaio 2008, il Ministro Turco ha dato disposizione che la vaccinazione gratuita venga somministrata presso tutte le Regioni.
_ Intanto, la campagna di informazione nelle scuole superiori italiane, che partirà l’8 ottobre, toccherà 10 città (Bari, Firenze, Roma, Milano, Lecco, Novara, Udine, Pesaro, Palermo e Napoli), coinvolgendo più di 72 istituti.
Ad aprire la conferenza, ci ha pensato il Presidente della SIGO, Antonio Ambrosini: “Per quanto ci riguarda, si tratta di un incontro epocale. {{Per la prima volta, infatti, ci occupiamo di una campagna di informazione primaria.}} Noi ginecologi abbiamo vasta esperienza di forme di prevenzione secondaria (soprattutto il pap-test). E qui ci troviamo per di più di fronte alla prevenzione sulla ricerca oncologica e della possibilità di individuarla attraverso un vaccino. Si tratta di {{un grande beneficio soprattutto per la donna: il tumore al collo dell’utero ha un’incidenza di mortalità inferiore solo a quello della mammella.}}
_ Qui la ricerca è molto importante, però, sia per quanto riguarda la patologia oncologica, che quella infettiva. Il vaccino riguarda le pre-adolescenti, cioè quella fascia che va dai 9 ai 15 anni, con particolare riferimento alle dodicenni. E c’è bisogno di un’informazione corretta: per questo abbiamo formato una squadra di trenta ginecologi che eseguiranno delle lezioni nelle diverse scuole”.
La parola passa poi all’Onorevole Gero Grassi, membro della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati.
_ “C’è da registrare purtroppo un {{ritardo da parte delle Regioni}} in questo campo e la risposta è diversificata per sensibilità e approccio al problema. C’è da aggiungere che alcune regioni vengono “trattate” in modo diverso.
_ Personalmente ritengo che ci sia la {{necessità di rivedere i principi che regolano la ripartizione del Fondo Nazionale della Sanità}}: attualmente la ripartizione si basa sul criterio dell’anzianità della popolazione. Così facendo, la Liguria e il Nord in generale, beneficiano di maggiori fondi. La Campania, invece, è la regione in cui ci si ammala di meno, ma si muore di più, perché riceve di meno. Penso che dovrebbero essere aggiunti altri elementi a quel criterio, come quello della povertà, ad esempio. Io sono preoccupato che il 1° gennaio non sia uguale per tutte le Regioni…”
Interviene poi il Dottor Antonio Cutulo, dirigente del Dipartimento Studenti del Ministero della Pubblica Istruzione: “Per noi del Dipartimento si tratta di una prima forma di contatto sperimentale con le scuole, ma spero possa trasformarsi in un contatto di tipo organico (magari per il prossimo anno).
_ Per la prima volta è stato progettato e varato un piano per il benessere dello studente. Insieme alle associazioni di settore, miriamo a modificare la mentalità e a far maturare consapevolezza negli adolescenti. Noi promuoviamo, ad esempi,o un uso corretto delle tecnologie, una promozione dell’associazionismo, una pratica dello sport non violenta, una maggior consapevolezza critica nei giovani anche sui temi della malattia.
_ Abbiamo aperto anche un portale, dedicato ai migliori progetti, all’indirizzo [www.benesserestudente.it->http://www.benesserestudente.it]
_ Si è scelta la scuola, perché è la forma istituzionale ideale: lì è possibile formare anche i professori e le famiglie”.
E’ il turno del dottor Carlo Maria Stigliano, ginecologo e membro del direttivo SIGO: “Ci sono due aspetti importanti e innovativi in questa di campagna di informazione ed educazione alla salute fatta nelle scuole. La scuola, dalle ragazze in particolare, è avvertita come il luogo ideale, secondo un sondaggio che abbiamo condotto, per avere informazioni di questo tipo. Questo avviene perché, anche se su Internet esiste un mare di informazioni in materia, chi non ha strumenti di filtro e controllo di tutti quei dati, riceve una notevole massa di input e, o finisce per abbandonare il messaggio, disinteressandosene, oppure viene terrorizzato.
_ Noi non stiamo facendo una campagna di marketing o promozionale. Noi dobbiamo chiarire a tutti che si tratta di un virus che è molto diffuso, specie per quanto riguarda l’area genitale, sia maschile che femminile. Non esistono statistiche efficaci su questo, perché chi ne viene colpito, poi, in genere, non ne parla. Noi vogliamo chiarire che si tratta di manifestazioni virali e che spesso sono benigne, e possono venir rimosse, distrutte e oggi, col vaccino, addirittura prevenute. Il virus può, però, essere responsabile non solo del cancro del collo dell’utero, ma anche di quello, molto meno diffuso, del pene. Senza rischiare di fare terrorismo, ma dobbiamo spiegare anche questo.
_ E inoltre, dobbiamo comunicare che {{è in atto una rivoluzione culturale. Per la prima volta parliamo di un vaccino contro il cancro.}} E questa è davvero una rivoluzione, perché ci cambia il modo di pensare. {{Il cancro della cervice colpisce donne giovani, in piena attività, ed è pertanto una malattia sociale}}, poiché riguarda fasce rilevanti per la nostra economia.
_ Il messaggio che vogliamo inviare è questo: la campagna di prevenzione secondaria (screening) deve continuare, ma unitamente a quella di tipo primario (vaccino), tra qualche tempo potremmo debellare il cancro della cervice.
_ Chiedo alla stampa che non passi, però, questo tipo di messaggio: attraverso questo vaccino, non si evitano le malattie sessualmente trasmissibili! Lo dico perché abbiamo a che fare con una fascia d’età molto giovane e mi ricordo ancora come ci sentivamo noi, dopo il vaccino al militare: invincibili!”
Onorevole Grassi: “In questo tema, sulla salute, abbiamo acquisito un ritardo post-bellico. C’è ancora un eccesso di “municipalismo”, in materia. Noi oggi dobbiamo trasferire la sanità dall’ospedale al territorio. La gente continua a pensare che l’ospedale sia il luogo d’eccellenza della sanità. Ma la sanità non è solo cura, ma soprattutto prevenzione. Parlo di tutto quel mondo che pure esiste, fuori dall’ospedale, come i consultori ad esempio.
_ Il ricovero ospedaliero è costosissimo: per alcune patologie particolare si arriva a 3.000 euro al giorno. Se riuscissimo a spingere un pezzo di sanità dall’ospedale al territorio ne risulterebbe anche un taglio incisivo alla spesa pubblica. Certo, noi italiani, in Europa, non siamo tra i primi paesi investitori (anche se l’ultima finanziaria ha fatto registrare passi in avanti).
_ Dobbiamo concentrarci su due aspetti:
-l a lotta agli sprechi, che pure ci sono e tanti;
– la prevenzione, che equivale a un risparmio economico.
_ Lasciatemi chiudere con questa battuta: {{la sanità non può essere solo l’ospedale}}. L’ospedale deve essere il terminale ultimo. Mentre ancora oggi, viene percepito come l’unico.
Dr. Stigliano: {{Per le ragazze che non potranno fare la vaccinazione nelle scuole, dico che {{sarà possibile rivolgersi anche ai consultori}}. Il vaccino costa 188 euro a fiala, che non è pochissimo (bisogna fare tre punture, tre dosi distribuite nell’arco di sei mesi). Speriamo che nelle farmacie arrivi a 68 euro a fiala.
_ Ci chiedono inoltre perché non si procede alla vaccinazione anche per i ragazzi. In effetti, è una domanda spontanea. Ma esiste un problema pratico: il cancro al collo dell’utero è più diffuso e, pertanto, più “importante” (si parla di importanza numerica). E visto che non è possibile estenderlo a tutti, ci concentriamo sul rapporto costo-beneficio.
_ L’Italia, per una della poche volte, è all’avanguardia: la Francia è partita con la vaccinazione adesso, ma ha deciso dopo. Anche l’Austria comincia solo ora.}}
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