Pubblicato il Report 2021 di Telefono Rosa Piemonte
Non riconoscere la violenza uccide.
“La violenza ha le chiavi di casa”.
Quante volte abbiamo detto, sentito, letto, scritto questa frase, sintesi vera della realtà?
Quante volte ripetono questa amara e tremenda constatazione le donne che chiamano il Telefono Rosa, o che condividono il loro pensiero con migliaia di post ogni anno sui nostri social?
Quante volte ancora dovremo leggere di donne uccise da uomini la cui pericolosità non era stata né valutata né presa in considerazione né tantopiù neutralizzata?
Quante volte ancora dovrà una donna subire la delusione di non essere creduta e protetta dalle Istituzioni, di vedere minimizzata, svalutata, normalizzata la violenza subita spesso anche in presenza dei propri figli?
Nei primi venti giorni del mese di giugno 2022 sono state uccise dieci donne, tutte da uomini a loro vicini, alcuni anche già da loro più volte denunciati per violenze quotidiane.
Negli stessi giorni l’ultimo rapporto di Eurispes ha attestato che due cittadini su tre in Italia dichiarano di non avere fiducia nel sistema giudiziario. Le aule di giustizia sono il terminale finale, solo una donna su dieci ci arriva, ma se nemmeno il sistema giudiziario è in grado di identificare le forme simboliche del dominio e della discriminazione sessista, che è di per sé violenza nascosta, non sarà a maggior ragione capace di riconoscere e attribuire la dovuta rilevanza alla violenza esplicita, che prolifera in un contesto sociale e culturale complice.
Le donne che subiscono violenza hanno il diritto di dire che non di rado il pregiudizio prende il sopravvento sul giudizio, e che la protezione che le Istituzioni dovrebbero offrire alle persone offese in realtà non arriva o arriva troppo tardi, di fatto legittimando anche la reiterazione delle aggressioni, anche mortali. E non certo perché manchino gli strumenti legislativi: ciò di cui si sente la mancanza sono le concrete pratiche attuative dei principi di tutela, e le verifiche di efficacia degli interventi, quando ci sono.
Cosa dobbiamo rispondere alle donne che ogni giorno chiedono aiuto, vivono in ostaggio della paura per sé e per i loro figli, e temono la neutralizzazione di tutti i loro diritti, anziché dei loro aggressori?
Alcuni dati riportati nelle tabelle e nelle diverse sezioni del report.
Nel 2021 sono state 744 le donne accolte e 5.017 i contatti on line e social; ben 30 le ragazze minori di 16 anni di età e 173 le giovani donne tra i 16 e i 29 anni. Una violenza, a quanto pare, sempre più precoce o, forse, anche una maggiore consapevolezza delle più giovani. Segnaliamo anche 279 figli vittime di violenza assistita e 145 anche di violenza diretta. E, per restare al tema del nostro comunicato, le donne che presentano un rischio valutato con i nostri mezzi come alto o altissimo sono il 65% del totale.