Pubblichiamo il testo della relazione di Daniela Colombo, presidente dell’Aidos pronunciato in occasione della presentazione del Rapporto UNFPA sullo stato della popolazione nel mondo 2008Lo Stato della popolazione nel mondo questo anno viene pubblicato alcuni giorni prima della giornata internazionale sulla tolleranza, il 16 novembre, che richiama al rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali senza discriminazione di razza, sesso, lingua o religione.
_ Coincide pure con il 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei diritti umani.

{{I precedenti rapporti sullo Stato della popolazione nel mondo}} si sono occupati di temi politici quali l’eguaglianza di genere, l’empowerment delle donne, la salute riproduttiva, gli adolescenti, gli anziani, la migrazione, l’urbanizzazione, la povertà.
_ {{Il presente Rapporto}} contiene tutti questi temi ma richiama l’attenzione su come lo sviluppo debba avere un {{approccio improntato non solo ai temi economici e sociali ma anche alla sensibilità culturale delle popolazioni coinvolte}} per promuovere i diritti umani in generale e i diritti delle donne in particolare.

Punto di partenza di questo Rapporto sono la {{validità universale e l’attuazione concreta dell’insieme dei diritti umani}} internazionalmente riconosciuti. Non ci dovrebbe essere conflitto tra i diritti umani e i valori culturali dato che i diritti umani esprimono valori universali per tutte le culture. Eppure in ogni cultura esistono pratiche che infrangono i diritti umani.
_ {{Se usanze tradizionali entrano in contrasto con i diritti umani, occorre analizzare, comprendere e risolvere tali tensioni}}: solo in questo modo verranno riformate le culture – che non sono mai statiche ma si adattano alle circostanze e continuamente si trasformano – e migliorare la vita delle persone.
_ L’impulso può partire da circostanze esterne, ma il cambiamento proviene dall’interno, secondo dinamiche che sono specifiche di ogni particolare cultura. È {{necessario quindi basarsi sui saperi locali}} e creare rapporti con le persone e le organizzazioni pronte ad effettuare questi cambiamenti culturali, che sono le sole in grado di offrire un terreno comune per il dialogo e i cambiamenti positivi, evitando ogni generalizzazione e incoraggiando un po’ di umiltà in coloro che operano nello sviluppo.
_ Il Rapporto è molto ricco di esempi, di storie, di dati e ci auguriamo che sia una fonte valida per articoli, editoriali, notizie da non utilizzare solo nei prossimi giorni ma da tenere come livre de chevet, anche per il futuro.

{{La crisi economica}} spaventa, già si avverte in modo pesante, ma le nazioni più ricche del mondo non devono dimenticare, nello stabilire un nuovo sistema di governance finanziaria, gli impegni assunti nei confronti dei paesi in via di sviluppo, in particolare per quanto concerne gli aiuti, e non utilizzare la crisi economica come un pretesto per abbandonarli.
_ Come ricordavano recentemente tre membri dell’Africa Progress Panel, tra i quali Kofi Annan, “Il persistere della povertà, della fame, di malattie e dell’analfabetismo su vasta scala è responsabilità di tutti. Il senso di ingiustizia che ciò genera costituisce una minaccia per l’economia globale, l’ambiente e la sicurezza politica”.

{{L’analisi economica non può prescindere dal contesto culturale}}: vanno prese in considerazione non solo le tipologie di scelte compiute, ma anche le condizioni locali e le dinamiche che determinano tali scelte, al fine di rendere più concrete ed efficaci le direttive politiche che ne risultano.

Nel 2000 la comunità internazionale ha fissato [otto Obiettivi di sviluppo del Millennio->http://www.millenniumcampaign.it] da raggiungere entro il 2015. Uno di questi, il terzo, riguarda l’{{empowerment delle donne}} e il quinto riguarda la {{diminuzione della mortalità materna}} di due terzi e l’{{accesso universale alla salute riproduttiva}}.

Da una valutazione effettuata l’anno scorso già si sa che difficilmente questi obiettivi verranno raggiunti. Troppe donne – 536.000 ogni anno – continuano a morire di gravidanza e di parto e i problemi della salute riproduttiva restano in tutto il mondo in via di sviluppo la principale causa di gravi patologie nelle donne in età fertile.
_ I tassi di mortalità materna rispecchiano le enormi discrepanze tra chi ha e chi non ha nulla, sia all’interno di una stessa società, sia tra un paese e l’altro.

{{Nel capitolo 5° del Rapporto UNFPA, che tratta di povertà}}, disuguaglianza e popolazione, il Rapporto afferma che un {{elevato tasso di fecondità fa aumentare la povertà}} perché rallenta la crescita economica e ostacola la distribuzione dei consumi tra i poveri.
_ Riducendo il tasso di fecondità e quindi il tasso di mortalità, sia materna che infantile, aumentando il livello di istruzione e l’accesso ai servizi sanitari, soprattutto a quelli per salute riproduttiva e pianificazione familiare, si contrastano entrambi questi effetti.

L’Italia nel 2009 avrà la presidenza del G8 che ci auguriamo venga allargato a molti paesi del Sud del mondo. Chiediamo al Governo di introdurre nell’agenda del G8 i temi che riguardano la popolazione e l’eguaglianza di genere. Non si può pensare di riformare l’economia mondiale o di rivedere le politiche per l’alimentazione e la tutela dell’ambiente dimenticando metà della popolazione mondiale.
_ E proprio in vista del ruolo politico importante che avrà il nostro paese, chiediamo che mantenga gli impegni presi a livello internazionale e riveda le previsioni di spesa per la cooperazione allo sviluppo che – se mantenute come sono oggi nella finanziaria – porterebbero l’Italia all’ultimo posto tra i paesi donatori, dando in aiuti allo sviluppo solo lo 0,1 per cento del PIL.