Oggi “quando andranno via dovranno essere belle. Bellissime. Belle e fiere. Insomma, dovranno essere donne”. Le compagne del MFPR di Taranto … saranno a Barletta, per stringersi
attorno a Matilde, Giovanna, Antonella, Tina, alla ragazzina Maria. Uccise dalla speculazione edilizia dei padroni, dalla complicità e menefreghismo delle istituzioni, dal lavoro nero, dai profitti delle grandi aziende, e, come denunciano i parenti, dai soccorsi lenti.

“Se avessimo continuato a scavare saremmo riusciti a salvarle. Dopo sono
stati troppo lenti”.
“Sono arrivati lì con le loro giacche e cravatte e ci hanno tenuti oltre le
transenne, gridandoci contro, senza dirci quello che stava accadendo. Ieri
c’è stata una sfilata di gente in cravatta, mentre loro morivano sotto le
macerie”.

Anche {{Vendola}} – il Presidente di una Regione che è piena di
laboratori tessili a nero, fuori norma – anche lui è arrivato in cravatta e
ha pagato{{ il prezzo di una donna morta: 200 mila euro a famiglia}}.

“Domani, dovranno essere belle e fiere. Insomma dovranno essere donne”, ha
detto {{la madre di una operaia}}. Perchè {{questo è un assassinio di donne.}}
Donne operaie costrette a lavorare a nero, dalle 8 alle 12 ore al giorno per
3,95/4 euro all’ora, per confezionare maglioni e felpe da padroncini che
devono tagliare su tutto; operaie che devono accontentarsi della miseria per
produrre la ricchezza per la “Grandi marche”, che incassano “l’oro” dal
“fango”, e, come ora, dal sangue.

Donne {{operaie come ce ne sono tante}} a Barletta, in Puglia a lavorare spesso
in scantinati, in locali, garage che anche quando non sono a rischio vita,
sono a rischio salute, perchè il più delle volte, senza aria, ventilazione,
spazio o illuminazione sufficiente, ma spesso con tanto rumore, con fibre di
tessuti, sostanze coloranti, che ti entrano nei polmoni.

Donne operaie uccise dal menefreghismo delle Istituzioni. “Non mi sento di
criminalizzare – ha detto{{ il sindaco Maffei}} – chi, in un momento di crisi
come questo viola la legge assicurando, però, il lavoro”. Questo sindaco che
nonostante le denunce fatte più volte da alcuni abitanti, aveva detto che
non c’era pericolo, come avevano confermato suoi tecnici appena venerdì
scorso, e che solo dopo la strage ha disposto la verifica di altre palazzine

Donne operaie uccise dalla speculazioni delle imprese edili, come l’impresa … che aveva demolito la palazzina adiacente, lasciando da un anno
solo ammasso di detriti, e che, solo dopo tante denunce, aveva subappaltato
la loro rimozione ad una ditta che lo ha fatto senza alcun rispetto di norme
di sicurezza.

Donne operaie che sono costrette ad accettare {{lavori ultraprecari}}, a nero, a
rischio, perchè per le donne in tanti posti del sud, ma ora anche nel nord,
{{non ve ne sono altri}}.

Donne che però come Matilde, Giovanna, Antonella, Tina, riuscivano a far
emergere il bello anche dal “nero”, con la loro unità, complicità, anche
allegria, con la loro determinazione a resistere.

Oggi, domani sono i giorni del dolore, anche della rabbia, ma già dalle parole dei familiari viene fuori {{la necessità dei giorni della ribellione}}.

{{Le compagne del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario}}

Taranto 5.10.11 – mfpr@libero.it

immagine da blog.libero.it