Quando RSF ‘gioca’ con la dignità delle donne…
L’appello di Michèle Loup, consigliera regionale de l’Ile de France e presidente dell’Associazione delle Elette/i contro la violenza sulle donne, affinchè la società civile protesti in massa contro la nuova campagna di Reporters sans frontières dedicata alla libertà di stampa in Francia.
Se l’obiettivo della campagna di {Reporters sans frontières} voleva essere quello di difendere la libertà di stampa attraverso la denuncia della censura che pesa sulla libertà di giornalisti e di giornaliste francesi e che posiziona il Paese al 35° posto su 186 nella classifica internazionale, questo {{non può e non deve farsi a detrimento della dignità delle donne e della lotta contro le violenze di genere.}}
Per Michèle Loup, il messaggio che il manifesto invia è quantomeno scioccante: l’immagine “giustifica tutti i {cliché} dei mariti/compagni che esercitano violenza sulle ‘loro’ donne (siano esse spose, concubine, compagne, in libera unione etc. o di padri e fratelli verso le loro figlie e sorelle) e la frase è lo specchio di ciò che dicono tutti gli uomini che usano violenza”.
La consigliera regionale si dice {{sconcertata che un’organizzazione come {Reporters sans frontières} possa veicolare un tale messaggio che simbolicamente rappresenta e giustifica la violenza sulle donne}} e chiede l’immediato ritiro della campagna in ogni sua forma.
Per far sentire meglio la voce dello sdegno, propone che il maggior numero possibile di donne e uomini scriva rispettivamente a Gérald SAPEY, presidente di RSF International, a Pierre Veilletet, presidente di RSF France e a Jean-François Juillard, segretario generale RSF per denunciare questo scandalo e chiedere il {{ritiro immediato della campagna}} in nome della dignità delle donne.
In allegato, la bozza di lettera (in francese) a cui potersi ispirare per appoggiare la protesta.
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