dal Comitato Scientifico degli Stati Generali delle Donne

L’interessante fondo di P. Mantovan impone una riflessione e una risposta alla domanda:  “Quanto sarà rosa il ROSATELLUM? – immediata viene la risposta più facile : “Il rosa sarà direttamente proporzionale alla volontà delle donne di esserci !”

 Ecco la questione di fondo.

Spesso le donne assecondano le ambizioni degli uomini, che, generalmente, fanno credere di essere indispensabili nei vari e sempre “particolari” momenti storici.

Cercano di convincere che servono statisti del loro calibro per risollevare le sorti dell’Italia e si autoconvincono perfino di essere dei novelli Degasperi, in fondo sono pur sempre dei Trentini!

Ora però la legge elettorale non permette più, esclusivamente candidature maschili.

Non c’è dubbio che i partiti e i candidati uomini cercheranno di ridurre al minimo il “danno” e si applicheranno in due direzioni, scegliere loro le donne da candidare e rifilare loro i collegi più a rischio.

Il gioco riuscirà se le donne lo permetteranno  e lasceranno fare.

In ogni schieramento politico già si stanno ipotizzando le “inevitabili” candidature femminili e si può immaginare che sia lusingante  essere nella lista, per ora solo abbozzata, e alcune cercheranno di non essere troppo “ambiziose” e di tenere un profilo basso, per non farsi considerare inadeguate.

Eh sì, le donne rischiano sempre il “double-bind”: quelle con una personalità forte sono penalizzate perché non si comportano “come donne” e coloro che invece hanno tendenze opposte e cercano di mostrare tratti tipicamente femminili vengono penalizzate perché considerate deboli.

Gli uomini invece, con vari mezzi, alzano il livello dello scontro e spesso adducono improbabili “ragion di stato” per l’avanzamento della loro carriera. La frase più abusata e simpatica è che si mettono a disposizione per il bene del partito, del Paese o del Mondo intero, insomma con spirito di sacrificio e di grande responsabilità occupano tutti i posti possibili.

Le donne, invece, sono più prudenti perché sanno di non poter usare gli stessi  argomenti, temono infatti non solo il ridicolo, ma il sicuro sarcasmo di uomini, donne e mezzi d’informazione ( non tutti forse ).

Ma tornando alle prossime elezioni, alcuni candidati maschi hanno programmato per tempo la propria candidatura o la propria riconferma, in modo abile davvero.

Le donne invece sono silenti, quasi consapevoli che molti attendono solo che provino ad alzare la testa, per troncare ogni loro pur legittima aspirazione.

In questa fase, infatti, il toto candidature femminili è pericoloso e generalmente suscita la reazione di altre donne che affermano che ci vuole un rinnovamento e che non si possono candidare i soliti noti, per non dire le solite note.

In realtà, per essere elette bisogna essere conosciute, solo il M5S riesce a candidare ed eleggere dei perfetti sconosciuti ( essere un movimento anti-sistema, con la convinzione che “uno-vale-uno” consente ciò), ma negli altri schieramenti non funziona così e dunque è piuttosto logico pensare di candidare donne che un ruolo e una preparazione la possiedono già.

Non una voce si è finora alzata per dire che sarebbe tempo ed ora che la quota del 40% fosse riservata agli uomini e che ci fosse una bella infornata di candidature femminili.

Infine, ricordate Lisistrata? colei  che propose lo sciopero del sesso per indurre gli uomini a cessare la guerra del Peloponneso !

Ecco l’idea dell’unità  delle donne per condurre gli uomini a miti consigli,  non è da scartare e con una legge che aiuta le candidature femminili varrebbe la pena utilizzarla.

Il problema è che ci vuole una Lisistrata che ci metta la faccia e che abbia il coraggio di proporre un patto trasversale alle donne impegnate nei vari partiti politici e che ponga degli aut-aut, quali ad esempio: più candidature femminili di quante la legge non preveda e nei collegi migliori, altrimenti ci si rifiuta tutte di candidare!!!

In fondo gli uomini sono, per definizione loro, i migliori e dunque con cavalleresco stile possono fare qualche passo indietro.

Margherita Cogo Trento