Questo è un appello ad un uomo, agli uomini, in nome di Vania Vannucchi e tutte le altre donne perché abbiano il coraggio di denunciare.
Chiedo a tutti gli uomini di prendere atto di quante donne ogni anno sono brutalmente ammazzate, non uccise (il termine è blando), con sistemi sempre più barbari, perversi, da macelleria e in questo caso come fossero da eliminare nel peggiore inceneritore.
Chiedo agli uomini di parlarne con gli amici, con gli altri uomini, ai loro figli e nipoti, se ne hanno oppure no, fà lo stesso.
Nell’ultimo fatto di cronaca sappiamo che Pasquale Russo, 46 anni di Segromigno in Monte, (Lucca) era padre di tre figli. Era anche l’ex compagno di Vania alla quale continuava ad elargire gravi minacce e schiaffi: la storia era finita.
L’amore è un’ altra cosa, tra un uomo e una donna, come cantava Gaber…
L’ ex marito di Vania è carabiniere, e sapeva anche lui, lo sapevano bene le amiche… ma lei era convinta che l’avrebbe potuto convincere, alla fine, con le “buone”.
Lui è un dipendente della Manutencoop, cooperativa che si occupa di servizi per conto dell’Asl di Lucca. Si era già lavato i panni dopo averla ridotta come una torcia umana e ha negato. Vania ha due figli di 21 e 17 anni, ustioni nel 90% del corpo.Sul Corriere: “Soltanto un anno e mezzo fa Vania, due figli, separata dal marito, un carabiniere del nucleo cinofilo di Firenze, si era salvata da una grave infezione contratta durante il lavoro (operatrice sanitaria). Era stata in coma, aveva rischiato di morire. Poi il miracolo. Che adesso i familiari, davanti al reparto grandi ustionati dell’ospedale Cisanello, sperano possa ripetersi.
«Continuava a bruciare e non riuscivamo a spegnerla, nonostante l’acqua che le gettavamo addosso». Racconta sconvolto Ezio Lucignani, operatore dell’ex ospedale Campo di Marte di Lucca, tra i primi a soccorrere Vania, lei che gridava: «È stato Pasquale, è stato Pasquale…». «Una scena horror – racconta Riccardo Giorgi, uno degli addetti alla sicurezza attirato dalle grida d’aiuto – di quelle che si vedono solo nei film. Aveva la faccia a terra e le braccia, consumate dalle fiamme, sembravano di plastica… Gli operatori del 118 erano in difficoltà, cercavano di capire come fare a prenderla per sistemalra su una barella. Aveva la pancia in giù e prima di girarla hanno dovuto sedarla. Aveva un vestito sintetico e le braccia sembrano plastificate, una scena raccapricciante, nemmeno nei peggiori film dell’orrore”.L’aggressione è avvenuta intorno alle 13 nella zona dell’obitorio dell’ex ospedale di Lucca, ma Vania seppure vicina alla morte, è viva e ha chiesto, mentre “bruciava”, di avvisare la sua famiglia… Mi sento in piccola parte, in Rete, di esserne parte anche io.